Percorso:

Vorrei che fosse chiaro

Vorrei che fosse chiaro: l’indagine che mi riguarda, come componente dell’Ufficio di Presidenza, non è quella relativa all’attribuzione ed alla gestione dei Fondi dei Gruppi Consiliari della Regione Lazio, come qualche organo di stampa ha scritto.
L’indagine che mi vede coinvolta insieme all’organo Collegiale dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, di cui sono Segretario, è di altra natura.
All’Ufficio si imputa un presunto abuso per la proroga dell’incarico di Segretario Generale a Nazzareno Cecinelli, che per raggiunti limiti di età (67 anni), non avrebbe più avuto i requisiti necessari; un affidamento dato temporaneamente e per il periodo necessario all’espletamento delle procedure pubbliche di reclutamento del nuovo Segretario Generale.
Ritengo che l’Ufficio di Presidenza abbia agito secondo le istruttorie tecniche e nel rispetto della legge regionale di riferimento (n.15/2007) e, di alcune sentenze in materia, pronunciate dalla Corte dei Conti e dalla Corte Costituzionale, per questo sono fiduciosa che la vicenda si chiarirà.
Intanto, però, la mia immagine viene danneggiata pubblicamente, con forzature e strumentalizzazioni giornalistiche: nei titoli, nella scelta delle fotografie e in alcune ricostruzioni pretestuose.
L’operazione è facile quanto ingiusta: faccio politica da sempre, ho un cognome conosciuto, un matrimonio noto e, aggiungo, sono una donna.
Così la notizia diventa un’altra, divento io.
Non farà notizia,invece, ma è molto importante per me, poter dire che: nel e per il Consiglio Regionale del Lazio ho cercato di lavorare con slancio e passione, in particolare su quei temi sociali che da sempre contraddistinguono il mio impegno politico e personale.
E, che prima di entrare nel Consiglio Regionale del Lazio, ho ricoperto ruoli istituzionali anche di responsabilità amministrativa, senza mai generare dubbi sull’onesta della mia persona e del mio operato.
Aggiungo, con crudezza e con sincerità, che durante il mio mandato di Consigliere regionale, per quello che rientra nelle mie responsabilità individuali ed oggettive, non ho commesso alcun illecito; e se non sono riuscita a migliorare il sistema come avrei voluto, posso dire – almeno – che il sistema non ha cambiato me. Resto quella di sempre, una che crede nella battaglia politica come confronto di idee e come difesa del bene comune.

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