Percorso:

325ª Seduta Pubblica – Intervento sui continui rinvii del decreto-legge n. 44 del 1° aprile 2021

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, intanto – come si sa – la pazienza ha un limite. Quello che forse non si sa è che il limite è stato superato ampiamente e la pazienza è finita. Anche se siamo una opposizione patriottica e responsabile, sappia l’Assemblea che la pazienza è finita. Se è finita qui, dovete immaginare quanto sia finita fuori.
Voglio ricondurre tutto alla realtà. Siamo stati convocati, dopo una Conferenza dei Capigruppo che ha approvato un calendario dei lavori all’unanimità la settimana scorsa, e abbiamo deciso che questa mattina avremmo affrontato e chiuso l’iter relativo alla conversione in legge del decreto-legge n. 44 del 1° aprile 2021, che riguarda milioni di italiani, in quanto contiene le misure di contenimento che da oltre un anno gli italiani, con molta pronta pazienza – quella che, appunto, è finita – stanno rispettando e anche patendo.
Stamattina avete rinviato i lavori alle ore 16 del pomeriggio. Ciò vuol dire che, al di là delle Commissioni già convocate, questa mattina questo ramo del Parlamento non ha lavorato. Penso a tutti quegli italiani che stamattina sono andati regolarmente al lavoro e che si chiedono perché qui non lavoriamo. Io dico che non ci fate lavorare, il che è un’altra cosa. (Applausi). Se poi veniamo additati come coloro che perdono tempo in Aula è perché forniamo degli argomenti. Noi siamo gente seria che vuole lavorare, che è venuta in Aula stamattina e che ha aspettato le ore 16. Non siamo qui a scaldare i banchi per sentirci dire, alle ore 16 del pomeriggio, quello che già sapevamo, ossia che la maggioranza non è pronta.
Le spiegazioni possono sono tre. Quanto alla prima, c’è un problema di maggioranza; non riuscite a trovare una quadra e c’è qualcosa di fisiologico che non funziona (e non me ne stupirei). Per la seconda spiegazione uso una battuta: il decreto-legge è stato adottato il 1° aprile scorso e si è quindi trattato di uno scherzo, un pesce d’aprile (avreste potuto dircelo prima e non avremmo patito così tanto certe misure).
Oppure – e torno seria – la questione è meramente politica. Quello che a Fratelli d’Italia preme sottolineare con chiarezza è anzitutto che qui si viene per lavorare e non per perdere tempo e che chi ci fa perdere tempo se ne deve assumere la responsabilità.
In secondo luogo, all’ordine del giorno di domani è prevista la discussione, decisa all’unanimità, di più mozioni. Mi viene pertanto un sospetto. Io non sono maliziosa, ma la malizia mi fa pensare che ci sia una strategia politica sottesa alla decisione di non farci discutere le mozioni. Ricordo, infatti, che la mozione presentata da Fratelli d’Italia è volta a rimettere in discussione quelle misure odiose che da oltre un anno condizionano la vita degli italiani: mi riferisco, tra le altre, al coprifuoco che vogliamo abolire e al fatto che non è chiara la norma sull’uso delle mascherine all’aperto e al rispetto della distanza di un metro.
In terzo luogo, è ancora in vigore l’obbligo, per due persone, di una visita al giorno ai parenti. Ciò è contenuto in questo documento che voi non fate licenziare. Dobbiamo allora posticipare la discussione delle mozioni e aspettare lunedì 17 maggio per sapere di che morte dobbiamo morire, oppure possiamo discutere le mozioni che abbiamo calendarizzato e regalare agli italiani un sabato e una domenica senza coprifuoco, chiusure e restrizioni… (Il microfono si disattiva automaticamente). Signor Presidente, mi restituisca la parola in quanto esponente dell’opposizione. Concludo subito.

PRESIDENTE. Senatrice Rauti, la parola le viene restituita immediatamente, però la invito a concludere.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, concludo perché rispetto lei e l’Assemblea; lei rispetti me.
Sia chiaro che, al di là dei giochetti sul decreto che non riuscite a portare all’esame dell’Assemblea, le mozioni vanno discusse domani così come previsto dal calendario. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

 

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