Resoconto stenografico in corso di seduta
RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAUTI (FdI). Signor Presidente, signor presidente Draghi, signori del Governo, colleghi, abbiamo ascoltato le sue comunicazioni, presidente Draghi, in relazione al Consiglio europeo di domani e abbiamo presentato una risoluzione che ci auguriamo venga approvata, perché nelle sue premesse e negli impegni che chiede al Governo essa si riferisce a tutti e sei i punti dell’ordine del giorno che discuterete domani; ma contiene anche, la nostra risoluzione, alcuni suggerimenti rispetto a quello che lei, signor Presidente, nelle comunicazioni invece non ha detto.
Quello che colpisce è che la sua comunicazione, anche suggestiva in taluni passaggi, che poi dirò, è costruita giornalisticamente, ovvero con enunciazioni di titoli, ma manca sempre il come e il quindi. Il metodo di enunciazione dei titoli va bene, forse, per un Consiglio dei ministri, che deve dire sempre di sì, ma non va bene per un Parlamento.
Per esempio, lei ha dedicato alla questione vaccini pochi minuti, i primi cinque del suo intervento. Ha giustamente sottolineato il successo della campagna vaccinale italiana, che ha definito più spedita della media europea. Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto i successi della campagna vaccinale e non è un caso che tali successi siano iniziati dopo la sostituzione dell’ex commissario Arcuri e della sua mala gestione.
Mi consenta solo un inciso: le tornerà utile in questi giorni rivedere quel dossier che le consegnammo, come delegazione di Fratelli d’Italia, durante un incontro. Tale dossier ricostruiva puntualmente quelle che, già allora, a noi sembravano evidenti opacità, per non dire di più, nella gestione commissariale dell’emergenza epidemiologica.
Torniamo ad oggi. Concordiamo sull’esigenza, lo cito testualmente, di evitare quello che lei ha elegantemente definito protezionismo sanitario, che però ha avuto il significato, molto più pressante e meno elegante, di limitazioni delle libertà personali, di costi umani, esistenziali ed economici elevatissimi.
Ci chiedevamo, presidente Draghi, se lei domani, al Consiglio europeo, relativamente al Covid-19, porterà come modello quello che il suo Governo, unica nazione in Europa insieme alla Grecia, ha fatto con l’estensione dell’obbligo di green pass ai luoghi di lavoro, con le conseguenze drammatiche che sono sotto gli occhi di tutti e che non sfuggiranno neanche a Bruxelles.
E se è condivisibile – e lo è – l’impegno europeo, detto Covax, nei confronti dei Paesi a basso reddito, non si dimentichi, Presidente, che il Covax serve anche qui, con la stessa logica, perché sono tante e in aumento le sacche di emarginazione sociale ed economica, anche di quelle persone che liberamente manifestano scegliendo di non vaccinarsi. Infatti, in una Repubblica fondata sul lavoro (articolo 1), creare il precedente, come si sta facendo, che per lavorare serva un lasciapassare del Governo è inaccettabile e contraddice anche il principio di non essere discriminati sul posto di lavoro, così come vuole la Costituzione e come richiesto anche dall’Unione europea, che domani lei incontrerà in questo Consiglio.
Presidente, in piazza manifestano pacificamente persone che hanno dubbi e che dovrebbero essere convinte e accompagnate. Non possiamo liquidare chiunque abbia dubbi sul green pass e sulla sicurezza dei vaccini come un criminale; lasciamo stare gli agitatori, ma nella stragrande maggioranza sono persone che manifestano pacificamente e dovrebbero farlo liberamente. Non vorremmo che con ciò si distraesse l’attenzione da quanto, invece, non è stato fatto, per esempio, per potenziare i mezzi pubblici o nelle scuole per evitare le classi pollaio.
Sono pochi, Presidente, i minuti dedicati a un tema gigantesco come quello dell’immigrazione, rispetto al quale lei ha sostenuto – ed è vero – che i Paesi europei hanno preso atto dei rischi connessi ai flussi migratori irregolari e ha aggiunto che bisogna difendere le frontiere, comprese quelle marittime. Giusto, Presidente: peccato non aver sentito nulla su come farlo, visto l’aumento, ormai fuori controllo, degli sbarchi dei migranti, in assenza di un (non lo chiamerò “blocco” per non irritarvi) presidio navale, che impedirebbe a monte le partenze. Neppure ha detto nulla su come fermare gli arrivi in Europa dalla rotta balcanica e ha omesso di dire, come ha puntualizzato il collega Ruspandini, che c’è stata una lettera appello da parte di dodici Paesi europei, che hanno chiesto finanziamenti destinati alla difesa dei confini esterni, richiesta che l’Italia dovrebbe sottoscrivere.
È bello sentirle dire che l’Unione europea deve fare di più; Presidente, lei non c’era, ma noi lo diciamo da anni. Ci accontenteremmo che l’Unione europea, invece di fare di più, iniziasse magari a fare qualcosa, visto che non ha mai fatto niente, lasciando l’Italia sola – sola! (Applausi) – a gestire l’emergenza migratoria. Gli accordi di Malta – ormai si sa – erano fasulli, perché non c’è stata nessuna assunzione di responsabilità concreta da parte dei Paesi dell’Unione europea. Questo lei potrà dirlo domani.
Faccio soltanto un breve passaggio sulla parte suggestiva alla quale, invece, lei, Presidente, ha dedicato ampio spazio, che è compresa anche nella nostra risoluzione, che entra puntualmente nel merito, ovvero il tema della transizione digitale ed ecologica. Noi condividiamo – e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, perché siamo un’opposizione intellettualmente onesta – gli impegni per recuperare il gap e le disparità che ci sono rispetto alla media europea. Vanno bene anche gli obiettivi sull’intelligenza artificiale e le buone intenzioni sul quadro normativo chiaro per la sicurezza cibernetica. Apprezziamo anche quel passaggio sulla centralità dell’intervento dello Stato in termini di investimenti e sulla collaborazione tra pubblico e privato. Anche questo – Presidente, lei non c’era – lo diciamo da anni. Tuttavia ci avrebbe confortato (faccio un esempio specifico) che fosse esplicitata l’esigenza che parte di questi investimenti di cui lei ha parlato porti allo sviluppo di megafabbriche in Italia. Penso, ad esempio, a quella per la produzione di batterie elettriche a Termoli o a Torino, ovunque, altrove, comunque in Italia, per lo sviluppo industriale italiano. Questo avremmo voluto sentirle dire, Presidente. (Applausi).
E sempre a sottolineare quello che le sue parole non dicono, come ha anche evidenziato il collega Nastri, lei ci ha spiegato come fronteggiare il caro bollette, ma non ci ha spiegato esattamente come fronteggiare il caro energia, considerato che il prezzo del gas naturale resterà sopra i 200 euro/megawattora fino ad aprile.
Ritorno al digitale: noi nella nostra risoluzione chiediamo di rafforzare la leadership digitale dell’Unione europea e di garantire l’autonomia strategica con scelte tecnologiche autonome. Chiediamo, altresì, per favorire la transizione ecologica, di utilizzare – ci teniamo molto a questo aspetto – tutte le tecnologie secondo un principio di neutralità tecnologica, cioè la possibilità di un mix autentico tra diverse fonti energetiche con lo sviluppo di un’apposita filiera industriale europea – la prego di ascoltarmi, Presidente – che riduca la dipendenza tecnologica. Questo c’è nella nostra risoluzione: un’autonomia dell’Europa nella produzione di fonti energetiche rinnovabili, garantendone al contempo la competitività nell’economia globale.
Signor Presidente, noi vorremmo che la nostra risoluzione venisse approvata, perché i pericolosi sovranisti di Fratelli d’Italia hanno fornito molti spunti e molte riflessioni e suggerimenti per stare in Europa e starci a testa alta. (Applausi).
[Fonte: www.senato.it]