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Resoconto stenografico in corso di seduta
RAUTI (FdI). Signor Presidente, dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera del disegno di legge delega sulla disabilità, ora questo passaggio spetta a noi e desidero chiarire subito che, come alla Camera, anche al Senato Fratelli d’Italia voterà a favore del provvedimento. Il nostro partito non ha mai fatto mancare, né mai lo farà, il proprio contributo propositivo e il sostegno a provvedimenti ispirati al riconoscimento della dignità della persona e finalizzati a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di chi si trova in una situazione di fragilità. Lo abbiamo dimostrato nel caso di specie in Commissione alla Camera, ma lo abbiamo fatto anche con le nostre proposte continue e da ultimo lo abbiamo confermato con gli emendamenti da noi presentati alla manovra finanziaria, tra i quali ricordo gli incentivi per l’eliminazione delle barriere architettoniche con detrazioni fino al 75 per cento, ma anche con il reddito di solidarietà alle famiglie con disabili a carico. Potrei continuare, ma torno al provvedimento in questione, che è uno degli impegni presi dall’Italia nel PNRR.
Dobbiamo però ricordare che questo provvedimento arriva a ridosso della scadenza, viaggia con ritardo e deve avere l’approvazione definitiva entro la fine dell’anno, secondo gli impegni presi dall’Italia nel citato PNRR. Signor rappresentante del Governo, votando a favore noi compiamo quindi un atto di responsabilità, ma anche un atto di fiducia, perché stiamo approvando un contenitore delegando all’Esecutivo il compito di riempirlo di contenuti utili e virtuosi, con lo scopo e la speranza che si arrivi veramente ad offrire alle persone con disabilità un progetto di vita personalizzato – lo ribadisco – basato sull’inclusione sociale e lavorativa: tema centrale della Conferenza nazionale sulla disabilità del 13 dicembre scorso. Bisogna che il Governo accolga le proposte di cittadini ed associazioni pervenute in quella sede, così come sono state formulate lì, ma anche in passato, per dare al mondo della disabilità una legge facilmente applicabile in ogni Regione, senza differenze né discriminazioni di fatto. Lo scopo, infatti, è garantire una valutazione omogenea su tutto il territorio nazionale, razionalizzando anche le procedure di valutazione di base.
Preoccupano sempre, cari colleghi, i tempi delle leggi delega, perché è un meccanismo – lo dico al Ministro – che va governato con determinazione. Penso ad esempio al pasticciaccio che, invece, ha circondato l’assegno unico universale per i figli, con rinvii, ritardi e calcoli approssimativi. Dall’entrata in vigore della legge, il Governo deve adottare entro venti mesi i decreti legislativi per la revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità. A nostro avviso dovete prendere oggi l’impegno solenne, non solo di riempire di contenuti il contenitore, ma di rispettare i tempi e quel compito previsto di revisione dei processi valutativi di base, ai fini del collocamento mirato, sulla base di una valutazione multidimensionale della disabilità.
L’orizzonte è quello – sempre lo stesso, purtroppo – della rimozione delle tante barriere (burocratiche, architettoniche, sociali, lavorative), affinché il progetto personalizzato conduca all’inclusione piena e a una vita indipendente, a quello che la persona con disabilità più sconta e più desidera, ovvero l’autodeterminazione e l’autonomia.
Il ministro Stefani sa che Fratelli d’Italia ha collaborato concretamente in Commissione per migliorare il provvedimento. Molte nostre proposte sono state accettate. Abbiamo chiesto di inserire tra le finalità il diritto a una vita indipendente e alla piena inclusione sociale. Abbiamo sostenuto il pieno coinvolgimento dell’Osservatorio nazionale e la necessità della sua centralità, così come abbiamo chiesto ed è stato accolto – lo ricordava la collega Bellucci nel suo intervento alla Camera – il potenziamento dell’Ufficio nazionale per le politiche in favore delle persone con disabilità e, ancora, nodo nevralgico, che la valutazione di base riconosca le varie intensità e non la gravità. È stata accolta anche l’indicazione, condivisa da molti Gruppi parlamentari, di un necessario superamento delle tabelle con le percentuali di invalidità, che tante ingiustizie hanno prodotto, così com’è stato individuato il terzo settore quale interlocutore importante nelle fasi di programmazione e progettazione.
Abbiamo anche condiviso l’introduzione, prevista da questa legge, della figura del Garante nazionale per la tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità e ci auguriamo che non si finisca per attribuire una stelletta a qualcuno, ma che si tratti piuttosto di un organismo di natura indipendente e collegiale e con un potere di intervento e di monitoraggio a reale garanzia del rispetto dei diritti fondamentali. Allo stesso modo affidiamo alla clausola di salvaguardia il compito di una riforma che garantisca equità di accesso alle prestazioni, ai servizi, all’esercizio dei diritti stabiliti; saranno poi i tempi e i modi dei decreti legislativi – come dicevo – la prova, direi l’onere della prova, sul reale riordino della normativa e sulla sua efficacia in termini di certezze e tutele alle persone con disabilità.
I decreti legislativi – il Ministro lo sa – dovranno corrispondere a quel principio guida contenuto nella frase: «Niente su di noi, senza di noi». Signor Ministro, c’è infatti un mondo intero, stimato intorno al 15 per cento della popolazione, quello delle persone con disabilità, ma anche delle loro famiglie, delle associazioni e delle categorie di rappresentanza che sa che cosa serve, sa che cosa manca e da troppo tempo attende una riforma.
I nodi da sciogliere sono sempre gli stessi purtroppo: le barriere architettoniche, i trasporti, l’inclusione nel mondo del lavoro e, ancora, il ruolo dei caregiver familiari, troppo spesso abbandonati a loro stessi dalle istituzioni, che svolgono un ruolo fondamentale.(Applausi).
Avviandomi a concludere, voglio ricordare ancora due questioni.
Il 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale per le persone con disabilità, è stata presentata una ricerca sulla percezione della disabilità, commissionata dall’Osservatorio cittadino e curata dalla SWG SpA. Tra i tanti dati interessanti emersi, ne riporto soltanto alcuni.
Gli italiani credono che si faccia poco o niente da parte dello Stato per garantire la reale inclusione delle persone con disabilità, che la stampa ne parli poco e, ancora, che siano insufficienti i servizi erogati dai Comuni. La percezione generale che emerge è che le persone con disabilità siano dimenticate dallo Stato, dai media, dai servizi, che siano un po’ – lasciatemi dire – dei fratelli invisibili, come invisibili sono le loro esigenze. C’è, per fortuna, un clima di solidarietà e sensibilità, ma non mancano purtroppo condotte discriminatorie, pregiudizi e anche indifferenza. La stessa ricerca ci comunica che solo il 19 per cento degli intervistati considera l’immensa questione del “dopo di noi”, ovvero il futuro dei disabili dopo la scomparsa dei genitori. Potrei snocciolare altri dati di quella ricerca sulla percezione, perché è importante il quadro che ne emerge.
Signor Ministro, lei sa meglio di chiunque altro oggi che la strada è lunga.
Voglio raccontare un aneddoto. C’è un bagnino che nel suo stabilimento balneare a Tirrenia si è inventato un semplice corrimano per scavallare il gradino sulla sabbia, problema che riguarda anche molti anziani e non soltanto i disabili.
Questo bagnino lo ha fatto, di sua iniziativa ed inventiva, ed è finito sugli articoli dei giornali. Ha scritto, raccontando quello che aveva fatto, al presidente Mattarella, il quale gli ha espresso il suo plauso e l’ha invitato a presentare il progetto agli uffici competenti. Insomma, questo bagnino, con una semplice idea, è diventato un eroe, avendo fatto una cosa semplice e di grande utilità. Ebbene, prendo questo esempio, di cui sono stata messa al corrente dall’interessato, veramente come una metafora: la strada è lunga ma non è impossibile.
Oggi, tutti insieme, anche con il nostro voto favorevole, ci assumiamo un’enorme responsabilità. Non possiamo tradire le aspettative e la fiducia, a fronte della drammaticità delle condizioni di fragilità dei disabili e delle loro famiglie. (Applausi).
[Fonte: www.senato.it]
Rauti Dichiarazione di voto DDL 2475 Delega al Governo in materia di disabilità
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