Percorso:

413ª Seduta Pubblica – Intervento sulla relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sull’attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022

Resoconto stenografico in corso di seduta

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, quando Fratelli d’Italia per la prima volta chiese una sessione del Parlamento sulla sicurezza nazionale, la situazione non era ancora precipitata. Purtroppo l’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina e la guerra in corso hanno reso il dibattito di oggi ancora più urgente, necessario e drammatico.

Quanto sta accadendo dimostra l’importanza, sia della sicurezza della Repubblica, sia di ogni decisione che si prende, non solo nel settore della difesa, ma anche in quelli dell’energia, della tecnologia, dell’economia digitale e delle infrastrutture. Tra i temi rilevanti della relazione ci sono la difesa europea e la sicurezza nazionale, asset che dovrebbero essere centrali in ogni decisione politica.

Ma è su un altro aspetto fondamentale che intervengo, ovvero quello della sicurezza energetica, che rappresenta un tassello cruciale da presidiare all’interno di una complessiva strategia di difesa dell’interesse nazionale e sul quale la relazione appunto ribadisce l’esigenza di un rafforzamento nei termini della cosiddetta intelligenza economica.

Sulla questione energetica, il Copasir ha infatti presentato, nel gennaio scorso, una relazione al Parlamento, come ricordava il presidente Urso, in cui si evidenziavano le criticità del sistema e la vulnerabilità a fronte sia dell’azione egemonica degli attori statuali, sia della necessaria transizione ecologica. Nella stessa relazione, venivano anche avanzate alcune soluzioni che proprio in queste ore sono oggetto, per fortuna, di decretazione d’urgenza o che comunque sono in corso di valutazione. La relazione sottolineava chiaramente la necessità di realizzare un piano di sicurezza energetico che riducesse progressivamente la nostra dipendenza da altri Paesi e soprattutto dalla Federazione russa, puntando all’indipendenza energetica e all’autonomia produttiva e tecnologica, in collaborazione, naturalmente, con i partner europei occidentali, anche in considerazione dei fattori e dei rischi geopolitici che si andavano comunque prefigurando. Nella relazione si legge anche testualmente che «Lo scenario attuale presenta ulteriori debolezze legate all’incremento dei prezzi, in particolare del gas, che si è registrato negli ultimi mesi e che verosimilmente rischia di contrassegnare anche l’immediato futuro». Come sappiamo, purtroppo così è stato.

Su questi aspetti, il Comitato ha indicato la necessità e l’urgenza di adottare un piano nazionale di sicurezza energetica, puntando ad un’adeguata autonomia tecnologica e anche produttiva del Paese nel campo energetico attraverso il rafforzamento delle filiere nazionali di industria e di ricerca. Oggi, cari colleghi, siamo in piena emergenza e la situazione potrebbe anche portarci da qui a poco – dico potrebbe – a rinunciare in tutto o in parte al gas e al petrolio della Russia ed anche questa è una delle tante drammatiche conseguenze del conflitto in corso, ma è evidente che oggi si scontano anche errori del passato e scelte energetiche sbagliate o non scelte che ci hanno resi dipendenti da altri e più vulnerabili rispetto ad altri partner europei. Sconteremo anche noi i costi delle sanzioni, soprattutto come conseguenza del prezzo dell’energia ed è per questo che Fratelli d’Italia chiede che si agisca in sede europea ed internazionale perché i costi siano ripartiti in modo equo tra i diversi Paesi europei e dell’Alleanza occidentale. Ma non basta, cari colleghi: Fratelli d’Italia ritiene che serva un piano di sicurezza energetica e che si debba produrre più energia in Italia con tutti gli strumenti possibili, dall’aumento dell’attuale produzione di gas nei giacimenti già esistenti fino ai nuovi impianti di energia rinnovabile, un combinato disposto necessario per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza energetica, senza la quale – lo sottolineiamo – non può esserci nessun altro tipo di indipendenza.

La guerra in corso pone la questione energetica al centro dell’attenzione globale. L’impennata dei prezzi della benzina e del gasolio è una realtà con la quale tutti noi stiamo facendo purtroppo i conti tutti i giorni. Lo stesso vale, purtroppo, per i rincari generalizzati mentre si allunga – ne abbiamo avuto la conferma anche oggi – l’ombra delle spirali speculative da bloccare per fermare l’escalation dei listini. Bisogna colpire chi fa sciacallaggio sulla tragedia della guerra, così come ha richiesto Fratelli d’Italia anche attraverso una mozione presentata alla Camera.

In conclusione, Presidente, devo sottolineare alcuni aspetti della relazione che credo interessino questo dibattito. L’energia è una risorsa sociale, ovvero è un diritto universale che dovrebbe essere garantito, certamente è anche una risorsa ambientale ed è una merce, ma non dovrebbe mai diventare un’arma di ricatto geopolitico.

Eppure succede e sta succedendo. È per questo, cari colleghi, che bisogna dotarsi di una politica energetica che faccia fronte all’emergenza e sia in grado di progettare anche il futuro. Ma l’Italia deve recuperare errori e ritardi, perché è mancata e manca una politica energetica.

Intanto, per fronteggiare l’emergenza Fratelli d’Italia chiede una riduzione immediata delle accise e dell’IVA sui costi del carburante. Inoltre, lo sottolineo, l’abbattimento del carico fiscale sui carburanti non comporterebbe alcuna perdita, poiché questi rincari non erano stati stimati e rappresentano un cosiddetto extra-gettito per le casse dell’erario. Bisogna subito, a nostro avviso, correggere il tiro, ragionare su una strategia di indipendenza energetica, perché ci sono intere filiere (non le nomino) che rischiano di fermarsi, imprese costrette a chiudere o a diminuire la produzione. Ci sono famiglie che stentano a sopravvivere.

Anche sul caro bollette Fratelli d’Italia aveva lanciato, già all’inizio dell’anno, un grido di allarme e criticato una manovra finanziaria che prevedeva per il rincaro soltanto un miliardo e mezzo, una cifra chiaramente inadeguata, tanto che a gennaio il Governo è dovuto intervenire con altri decreti per calmierare le bollette; ma non basta, come abbiamo visto. Non sarebbe obiettivo attribuire al conflitto in corso tutto ciò che si sta verificando nella nostra economia, perché molti fattori di crisi erano già presenti negli ultimi mesi del 2021 e i prezzi di tutte le materie prima erano già cresciuti senza che il Governo, a nostro avviso, affrontasse in modo adeguato la situazione. La guerra ha creato un cortocircuito e ci troviamo ad inseguire le emergenze.

Cari colleghi, vorrei concludere dicendo che il confronto di oggi ci deve aiutare a trovare le misure necessarie, perché gli italiani non possono sostenere ulteriori sacrifici e non meritano un governo immobile di fronte a quella che era già una crisi socioeconomica epocale, che le ricadute del conflitto in corso stanno aggravando in modo drammatico, lanciando nuove sfide, minacce ibride e multidimensionali. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

Questa voce è stata pubblicata in Commissione Difesa - Attività, Interventi in Aula Senato, Primo piano.