Roma, 26 nov – “L’iniziativa di oggi, la presentazione degli atti di un convegno che si è svolto a Napoli nel marzo scorso, rientra in un progetto che sto portando avanti da due anni, da quando mi sono insediata, in virtù delle deleghe conferitemi per la promozione della parità di genere nell’ambito Difesa”. Così Isabella Rauti, sottosegretario alla Difesa, che ha promosso in Senato la conferenza stampa “L’impegno della difesa italiana per l’empowerment femminile e strategie di prevenzione della violenza di genere”.
“Si tratta di un percorso puntellato di alcuni eventi di carattere comunicativo, ma anche di pubblicazioni, incentrati tutti sul raggiungimento di una parità sostanziale, con un occhio particolare all’interno del mondo della Difesa e anche all’esterno – spiega Rauti – All’interno significa, dopo l’ingresso delle donne nell’anno duemila nelle forze armate, raggiungimento pieno della parità, un problema che nel mondo della Difesa non si è mai posto, in quanto risolto dall’inizio attraverso una normativa totalmente equilibrata dal punto di vista paritario, il resto lo fanno le gerarchie dovute alle progressioni di carriera e ai gradi”. Il sottosegretario ricorda inoltre che “l’altro grande occhio che mettiamo in campo è il focus internazionale nell’attuazione dell’agenda ‘Donna, pace sicurezza’, la risoluzione ‘madrina’ 1325 e tutto quello che ne consegue, che significa un impegno massiccio delle nostre missioni internazionali in favore della popolazione locale femminile, attraverso l’empowerment. L’assunzione di un potere da parte delle donne che si articola in molti modi: la consapevolezza e l’esercizio dei diritti fondamentali e dei diritti umanI ma soprattutto la possibilità di partecipare come protagoniste alla costruzione dei processi di pace, alla risoluzione dei conflitti ma anche essere al centro della ricostruzione e della famosa ‘resilienza’ post-conflict. Insomma, le donne sono protagoniste e i contingenti militari, in particolare quelli che impiegano le donne, hanno la missione di essere vicini alla popolazione femminile civile: ci piace raccontare questa storia bellissima che pochi conoscono” conclude Rauti.(Po / Roc)////
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