(AGI) – Napoli, 12 mar. – Le iniziative che si realizzano in territori di crisi e che vedono impegnate le militari italiane hanno “grande importanza, perche’ sono volte ad aiutare le donne che vivono in territori di crisi e le aiutano a entrare in un circolo positivo di autonomia e autoaffermazione”. Cosi’ la ministra per le pari opportunita’, Eugenia Maria Roccella, in un messaggio video in occasione della seconda edizione di “La Difesa per l’empowerment femminile” organizzata, quest’anno a Napoli, dalla sottosegretaria Isabella Rauti. “Certamente la strada e’ lunga ma e’ fondamentale che ci sia questo rapporto fra le donne – dice Eugenia Maria Roccella – che appunto vivono di conflitto di crisi e le operatrici italiane che sanno sicuramente instaurare prima di tutto una relazione positiva con le altre donne. Quindi e’ all’interno proprio di una relazione di solidarieta’, di una comprensione reciproca, che si puo’ andare avanti sulla strada dell’empowerment femminile”.
Ricordando alcuni risultati e iniziative del Governo, ricorda che in Italia “le donne hanno avuto un incremento di presenza lavorativa che e’ tra i piu’ alti, il piu’ alto forse degli ultimi tempi” e che “tutto quello che puo’ accompagnare il processo di empowerment a partire proprio da un punto fondamentale, che e’ la liberta’ femminile, e’ il faro con cui organizziamo, orientiamo le nostre politiche”. La Ministra parla anche dell’impegno a valorizzare figure di donne che nella storia italiana “ci sono sempre state e non sono state solo vittime, pacifiste, ma anche combattenti, e che sono poco note”.
Cita Giuseppina Calcagno, donna che mentre le truppe borboniche avanzavano su Catania, “riusci’ a impadronirsi di un cannone abbandonato e cambio’ la situazione. E’ ricordata come Peppa la cannoniera, pero’ e’ una figura pochissimo nota”. Il progetto lanciato l’otto marzo ha come obiettivo “proprio fare riemergere soprattutto dai territori, quindi dal basso, queste figure di donne che in realta’ hanno inciso nel loro ambiente, nel loro territorio, ma non sono ricordate dai libri di storia”. “Si sono perse, perche’ la storiografia e’ scritta da uomini e tante figure di donne sono state dimenticate o non valorizzate sufficientemente”, afferma Roccella. (AGI)Na7/Pgi
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