Percorso:

In risposta a IL FATTO QUOTIDIANO

Le nove colonne in prima pagina, dedicate da Il Fatto Quotidiano a nostro figlio, sono il punto più basso toccato dalla polemica politico-giornalistica. Strumentalizzare nostro figlio per attaccare noi genitori è tanto più grave quanto è evidente l’assoluta inconsistenza delle illazioni contenute nell’articolo di quel giornale.

1. È evidente, come si evince dalla stessa ricostruzione operata da Il Fatto, che nostro figlio, all’epoca appena quattordicenne, è stato un involontario testimone di un fatto gravissimo.

2. Respingiamo in maniera netta e decisa l’insinuazione di aver tentato in qualche modo di insabbiare l’indagine: non avremmo potuto, non avremmo voluto, né ne avremmo avuto interesse.

3. Basti, a questo proposito, una definitiva considerazione: l’autorità giudiziaria che ha proceduto alle indagini, non ha ritenuto rilevante il contributo testimoniale di nostro figlio né, tantomeno, quello nostro.

4. Dopo la lettera inviata dalla signora Marida Lombardo Pijola, ci sono stati contatti tra i genitori dei ragazzi che hanno assistito all’episodio senza essere stati artefici della violenza. Questo dialogo si è concluso con un incontro avvenuto proprio a casa della signora Lombardo Pijola, incontro dove è apparso chiaro che i nostri figli non avevano alcuna responsabilità dell’accaduto, mentre, da parte di tutti, vi è stato l’auspicio che le indagini avessero il loro naturale sviluppo fino a punire ogni reato commesso. Abbiamo immediatamente e costantemente dimostrato la nostra solidarietà e vicinanza alle famiglie coinvolte, esprimendo la nostra fermissima condanna dell’accaduto.

Proprio in base a queste considerazioni, oltre a tutelare i diritti del nostro figlio minorenne, abbiamo deciso di presentare querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti degli estensori dell’articolo e dei responsabili de Il Fatto.

Gianni Alemanno e Isabella Rauti

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