Un drappo con la foto di Rossella Urru da ieri sventola in piazza del Campidoglio. Lo stesso sindaco Gianni Alemanno ha preso parte alla cerimonia per chiedere la liberazione della cooperante sarda, rapita lo scorso ottobre in Algeria, e ha parlato di “una nobile battaglia nella quale crediamo tantissimo. Rossella ormai è figlia e sorella di tutti gli italiani”. Margherita Boniver, inviata del Governo in Mauritania, assicura: “Le istituzioni italiane sono impegnate fino allo spasimo per riportarla a casa”.
“Roma capitale per Rossella Urru libera”, si legge sul drappo steso alla presenza, tra gli altri di Graziano Urru, padre di Rossella, dei consiglieri comunali Gemma Azuni (Sel) e Paolo Masini (Pd) e della consigliera regionale Isabella Rauti (Pdl). “Rossella – ha commentato Rauti – è andata lì dove molti non vogliono andare perché c’è una situazione particolarmente complessa. Con questo atto simbolico vogliamo ribadire l’impegno e la nostra attenzione”.
Nel frattempo sul fronte delle trattative diplomatiche per la liberazione della cooperante di Samugheo, Margherita Boniver, reduce dalla missione in Mauritania assicura il massimo impegno per riportare a casa Rossella Urru e Maria Sandra Mariani, le due italiane di cui si sono perse le tracce fra le sabbie del Sahara, come anche di Franco Lamolinara, sparito in Nigeria, “tutte le istituzioni italiane sono impegnate fino allo spasimo”. L’inviata del Ministero sintetizza così il senso dell’assidua presenza diplomatica dell’Italia nei Paesi del Sahel. “Il governo italiano, a differenza di altri Paesi come la Gran Bretagna o gli Stati Uniti, si impegna attivamente per i suoi cittadini ostaggi con tutti i canali a sua disposizione, e riesce a farli liberare sempre. E lo stesso farà con loro”, ha assicura Boniver, inviato speciale del ministero degli Esteri per le emergenze umanitarie. Ma per il momento la 53enne turista fiorentina Mariani e la giovane cooperante sarda Urru, per la quale ha di recente fatto sentire la sua voce il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e si sono spesi in accorati appelli anche personaggi dello spettacolo come Fiorello e Geppi Cucciari, sono da qualche parte nel Sahel. Il clamore dei media italiani e gli applausi di Sanremo non raggiungono questa terra di nessuno desertica fra Algeria, Mali, Niger, Ciad e Mauritania di 8 milioni di chilometri quadrati, più dell’intera Europa, dove prolifera e si annida Al Qaida nel Maghreb Islamico (Aqmi), percorsa in lungo e in largo da predoni, mercenari e sbandati di tante guerre, ultima quella in Libia, da trafficanti di droga, armi, esseri umani. Qui il lavoro degli 007, del network del governo italiano e quelli locali, asseconda il silenzio del Sahara. In questo contesto la Mauritania, come i vicini Mali e Burkina Faso, da lei visitati in ottobre, “è un partner assolutamente strategico nella lotta al terrorismo e ai traffici”, ha sottolineato con enfasi Boniver ieri sera, appena concluso il suo colloqui con il ministro degli esteri mauritano, Hamadi Ould Hamadi. La Mauritania, ha spiegato l’inviata del governo italiano, è impegnata in una dura guerra su tre fronti: il terrorismo islamico, la criminalità organizzata e il sottosviluppo, che incatena il 65% della sua popolazione al di sotto della soglia di povertà, facendone uno dei Paesi più poveri al mondo. Ciò nonostante, ha ribadito Boniver, la Mauritania “ha un’intelligence che funziona, un esercito che funziona” e cerca al meglio delle sue possibilità “di controllare un territorio vasto e ingovernabile”, il tutto da una posizione di “assoluta intransigenza, di tolleranza zero nei confronti del terrorismo”, con cui non scende a patti, per principio. Due pilastri su cui il presidente, Mohamed Ould Abdel Aziz – che Boniver non ha potuto incontrare, come aveva invece previsto, per un ritardo del volo da Parigi causato da una bagarre a bordo – ha costruito le sue credenziali con l’Occidente e con il suo Paese che gli sono valsi l’elezione a capo dello Stato dopo essere arrivato al potere con un colpo di stato. “Noi siamo qui per ringraziare la Mauritania”, ha detto Boniver dopo aver incontrato il ministro Hamadi. “E se la comunità internazionale non si rimbocca le maniche e non stringe la sua collaborazione con questi governi”, portando loro sostegno politico e anche cooperazione allo sviluppo, “le conseguenze saranno sempre più gravi”, ha concluso. Anche perché, secondo previsioni del governo di Nouakchott, è fortissimo il pericolo di una “saldatura” fra l’Aqmi, i guerriglieri Shabaab somali e i terroristi Boko Haram nigeriani: un network del terrore integralista che prolifera nel cuore dell’Africa.
LA REGIONE “Rossella, la Sardegna ti aspetta presto a casa”. Questa scritta appare su una foto della cooperante sarda rapita lo scorso ottobre in Algeria pubblicata dalla Regione Autonoma della Sardegna sul proprio sito internet istituzionale (www.regione.sardegna.it). Si tratta di un’ulteriore manifestazione di solidarietà da parte delle istituzioni sarde nei confronti della volontaria di Samugheo (Oristano) dopo gli striscioni con l’appello “Rossella libera” apparsi in diversi comuni dell’isola e nelle sedi della Provincia di Cagliari. Nei giorni scorsi anche l’Anci Sardegna aveva inviato una lettera agli amministratori chiedendo che per l’8 marzo, festa delle donne, si approvassero ordini del giorno per chiedere la liberazione di Rossella Urru.
[Fonte: www.unionesarda.it]