Vere e proprie catene umane attorno al Colosseo e al Duomo di Milano, oltre manifestazioni con grande partecipazione anche di bambini che in altre 34 città italiane per testimoniare la volontà di respingere e condannare tutte le forme di discriminazione razziale. Il ricordo delle vittime a Lampedusa. Il sito con la lista di proscrizione. Le iniziative per denunciare l’eliminazione di un’intera etnia in Amazzoni.
ROMA – Magliette bianche con la scritta colorata “No a tutti i razzismi”, poi tutti per mano per “abbracciare” il Colosseo. E’ durata diversi minuti la catena umana organizzata a Roma dall’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), in occasione della Giornata mondiale contro il razzismo, a cui hanno partecipato centinaia di giovani e studenti. Un “abbraccio” per dire “No a tutte le forme di discriminazione” è andato contemporaneamente in scena in altre 34 città italiane, dal Nord al Sud. “L’Unar ha fatto un grandissimo lavoro – ha commentato il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, salito sul palco per un saluto ai partecipanti – sono convinto che questa catena umana fatta da tanti ragazzi sia decisiva. Dobbiamo stare attenti a non sviluppare il seme del razzismo ma anche alla violenza del linguaggio. Perché il razzismo inizia con le parole per poi arrivare ai fatti. E la catena umana è il simbolo di qualcosa di buono che si vuole costruire”.
Una catena umana. Formata anche da migliaia di bambini delle scuole medie e elementari, di Roma e Provincia, una iniziativa di Roma Capitale con il patrocinio dell’Agenzia Onu per i rifugiati UNHCR, in occasione di questa particolare Giornata Mondiale, che celebra l’anniversario della strage di Sharpeville in Sud Africa, dove nel 1960 sessantanove cittadini neri furono uccisi, mentre protestavano contro l’apartheid. Questa di oggi è solo una delle iniziative della “VIII Settimana di Azione Contro il Razzismo” organizzata da UNAR e in programma fino al 28 marzo. La canzone “One Love” di Bob Marley, oltre ad essere cantata da tutti i partecipanti, è stata eseguita dall’artista Loredana Errore, accompagnata dall’orchestra “Arcobaleno” della scuola media G. Mazzini di Roma, sul palco allestito per l’occasione.
Gli interventi sul palco. Sullo stesso palco si sono succeduti gli interventi del Vicepresidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, del Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, della portavoce dell’UNCHR Laura Boldrini, del direttore dell’Unar Massimiliano Monnanni, del presidente FNSI Roberto Natale, dell’assessore alla Famiglia e ai Giovani di Roma Capitale Gianluigi De Palo, del consigliere regionale Isabella Rauti e della Consigliera Nazionale di Parità Alessandra Servidori. Tra i momenti di riflessione e testimonianza, si segnalano le letture di Mariano Regillo e l’intervento della signora Ndeye Rokhaya Mbengue, vedova di Moudo Samb, uno dei ragazzi senegalesi uccisi a Firenze lo scorso 13 dicembre. “Questa iniziativa- dice Monnanni- nasce dal lavoro e dalla collaborazione, nata ad ottobre scorso, con i ragazzi delle scuole di tutta Italia, che sono qui oggi in nome dei diritti alla cittadinanza e all’uguaglianza”.
Nel resto dell’Italia. Fra le altre città coinvolte dalle catene umane antirazzismo, Bologna, Brescia, Bari, Catania, Firenze, Foggia, Lecce, Milano, Trieste, Torino, Venezia. Nella città calabrese di Rosarno, invece, cittadini e stranieri hanno circondato il campo d’accoglienza, nella contrada Testa dell’Acqua. Un omaggio ai migranti senza nome che giacciono nel cimitero di Lampedusa, e l’auspicio che “il loro sacrificio per la libertà e per una vita migliore sia un monito contro le tutte le forme di razzismo”.
A Milano. “No a tutti i razzismi”, ripetuto oltre 500 volte, una per ogni maglietta indossata dagli studenti milanesi riuniti in un girotondo in piazza Duomo: l’amministrazione di Milano stamani ha così voluto ricordare a tutti i cittadini la Giornata mondiale contro il Razzismo, con la partecipazione di numerosi esponenti dello sport meneghino tra cui anche Franco Baresi. Oltre alle centinaia di giovani messi a formare un “cerchio di inclusione per tutte le razze”, presenti anche il vicesindaco Maria Grazia Guida, l’assessore allo sport e tempo libero Chiara Bisconti, l’assessore alla sicurezza Marco Granelli e l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Proprio Majorino, a margine della manifestazione “ben partecipata” ha voluto ribadire la volontà di “trasformare Milano in un laboratorio, partendo proprio dalle scuole oggi molto presenti”. Tra gli interventi musicali delle bande storiche milanesi, ha preso la parola anche Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità Ebraica di Milano. Come anche il vicesindaco Guida, Nahum ha ricordato “la recente tragedia di Tolosa, che non riguarda solo gli ebrei – ha spiegato alla piazza – ma riguarda tutti noi, di ogni razza e religione. A Milano negli anni passati ci sono state tante azioni preoccupanti contro l’integrazione, il messaggio deve cambiare. A partire da qui”.
La lista del sito razzista. “Le conseguenze di questi mostri del pensiero si vedono a Tolosa alla fine”. E’ il commento del professor Dario Calimani, cattedra di letteratura inglese all’Università di Cà Foscari, il cui nome compare nelle liste antisemite di un sito razzista. “So di essere nella lista – prosegue – è quella che gira da tempo e che si rimpallano: ci sono dentro ebrei e non ebrei, è una lista presa da un appello firmato da anni fa contro il boicottaggio delle università israeliane da parte di alcuni istituti accademici inglesi”. “Era un appello nel quale si protestava perché il boicottaggio culturale non aveva alcun senso, non era certo una questione di lobby: c’erano firme di accademici ebrei e non ebrei, c’è perfino un famoso pianista russo – aggiunge Calimani – dichiararli tutti ebrei è anche un bel segno di ignoranza, oltre che di antisemitismo e razzismo”.
Il genocidio in Amazzonia. Mentre le nazioni unite celebrano la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, oggi 21 marzo, Survival 3 lancia l’appello a fermare “una reale situazione di genocidio” all’interno dell’Amazzonia brasiliana, una richiesta che “si fa sempre più forte e corale”. Secondo gli esperti, infatti, “se non si farà qualcosa di più per proteggere i suoi diritti territoriali, violati da taglialegna illegali e allevatori, la tribù brasiliana degli awß andrà incontro ad estinzione certa”. Le nazioni unite chiedono che la “dignità e i diritti” degli esseri umani siano rispettati in tutto il mondo, “ma molte comunità indigene continuano a soffrire a causa dell’odio razziale”, segnala l’associazione. Gli awß, ricorda Survival, sono una piccola tribù composta di circa 355 individui, sopravvissuti a brutali massacri. Vivono nell’Amazzonia orientale e sono una delle ultime tribù di cacciatori-raccoglitori rimaste al mondo. Alcuni restano tuttora incontattati. Gli awß dipendono totalmente dalla foresta, “ma il disboscamento intensivo sta rapidamente distruggendo il loro territorio”.
[Fonte: www.repubblica.it]