Percorso:

Seduta straordinaria N.51 di Mercoledì 18 Aprile 2012 per emergenza occupazionale e crisi economica imprese del Lazio

Resoconto stenografico – Edizione non revisionata

IX LEGISLATURA
Consiglio Regionale del Lazio

Servizio Aula, Commissioni
Area Resocontazione lavori Aula e Commissioni

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (Pdl). Grazie, Presidente.

Io voglio ringraziare il collega Saponaro e gli altri promotori per la mozione e anche per la richiesta di questo Consiglio straordinario. Vorrei dire che apprezzo tutti coloro che hanno sottolineato un intento bipartisan rispetto alla straordinarietà di questa seduta, perché io penso che su questo argomento non si possa e non si debba tirare la coperta da nessuna parte e penso che tutti dovremmo stare più – permettetemi il gioco di parole – più silenziosamente. Infatti, non possiamo qui ricordare chi si è immolato, stiamo quasi avendo un fenomeno di immolazione, di aumento di suicidi, tale da avere un rapporto, quello dell’Eures, che di questo si è occupato, con dati, cifre e statistiche. Io penso che dovremmo tutti assumere una responsabilità collettiva rispetto alla situazione emergenziale del Paese, che naturalmente non riguarda solo la Regione Lazio. Anzi, sono gli affetti di una crisi internazionale straordinaria, una crisi globale, una crisi che sin dall’inizio non si è mai profilata come una crisi di settore, come altre nel tempo ce ne sono state. È una crisi di sistema, di un modello economico e sociale che ha disvelato tutto il suo fallimento e la sua portata distruttiva.

Voglio venire però a qualche dato, facendo riferimento ai dati occupazionali e ai dati delle imprese relativamente al 2011. L’Istat ci avverte che nel 2011 la disoccupazione della Regione Lazio, sia maschile che femminile, è risultata pari all’8,2 per cento rispetto a una media nazionale dell’8 per cento. Per quanto riguarda quella femminile, vi è un numero allarmante del 9,3 per cento rispetto a una media italiana del 9,2 per cento. Se poi si va a guardare la disoccupazione femminile giovanile, purtroppo la percentuale sale in modo drammatico e arriva al 35,9 per cento.

Sempre riguardo al 2011, facendo riferimento all’altro nodo di questa seduta straordinaria, e parlo della crisi che riguarda le imprese, i dati che ci sono stati forniti ufficialmente e diffusi da Unioncamere parlano – faccio un discorso complessivo – di un tasso di crescita dell’1,94 per quanto riguarda il Lazio, in relazione al numero delle imprese cessate, ma anche di quelle iscritte come nuove imprese.

Questo era il 2011. Se guardiamo al primo trimestre del 2012, forse possiamo assumere dentro di noi un segno di speranza.

Penso che da questo Consiglio debba poi scaturire anche un impegno, una serie di proposizioni, perché forse il 2012 – e me lo auguro – sarà l’anno che ci porterà, che porterà l’Italia fuori dalla crisi. Guardiamo con fiducia a questo primo trimestre. È un auspicio, collega. Dovresti condividerlo. Non è una profezia. Non ne faccio per il momento.

Non possiamo ancora a dirlo. Se è vero che il 2011 è stato contrassegnato negativamente – parlo a livello nazionale in questo momento – con meno 26.000 aziende, se guardiamo al primo trimestre del 2012, ci sono purtroppo ovunque saldi negativi, specie nel Sud e nelle isole, dove addirittura si concentra il 40 per cento del saldo negativo nazionale.

Il Lazio – e questo dobbiamo sottolinearlo tutti insieme come un dato positivo ed è un fatto quantitativo, al di là del giudizio – rappresenta in questo contesto un’eccezione. Infatti, mentre persino il Nord Est ha un saldo negativo e il Nord Ovest invece contiene le sue perdite, il saldo positivo del Lazio è l’unica eccezione, con 1.950 imprese in più.

Allora partiamo da questo.

So perfettamente che questo dato va scorporato a livello regionale, so perfettamente che le maggiori difficoltà si concentrano nelle imprese che agiscono o agivano a Frosinone, a Latina, in parte a Viterbo e Rieti, mentre va in controtendenza positiva, con un incremento, l’attività delle imprese che sono nella provincia di Roma e a Roma.

Voglio dare un altro segnale di speranza insieme a questi contesti negativi, perché è un dato che ci deve far ragionare. È in controtendenza, lo è dall’inizio di questa crisi e si mantiene in controtendenza positiva soltanto un settore, quello dell’impresa femminile. Ci sono numeri, ci sono statistiche, fornite dall’osservatorio dell’imprenditoria femminile, che ci confermano una tendenza positiva. Il 2011 ha avuto 7.000 imprese femminili in più rispetto al 2010. A dispetto della crisi, si conferma questo dato anche nel primo trimestre 2012 e, per quanto riguarda il Lazio, vi è una percentuale in aumento dell’1,3.

Certo, dovrei scorporare il dato perché, purtroppo, anche nell’andamento positivo dell’impresa femminile, ricorre la negatività di talune Province in particolare. L’impresa femminile va in senso negativo a Latina, a Rieti, direi che è stazionaria a Viterbo, mentre va male nella zona di Frosinone. Questo dato, però, deve condurre a una riflessione che porti a una maggiore attenzione rispetto a queste realtà territoriali.

Se, però, l’impresa femminile regge, se tiene, se costituisce il cosiddetto “fattore D”, fattore “donna”, ma anche “fattore D” – lo aggiungeremo – nel senso di “determinante”, positivo rispetto all’andamento, se addirittura l’impresa femminile e questo trend positivo compensa la caduta dell’impresa maschile, allora noi dobbiamo investire di più sul lavoro femminile, dobbiamo facilitare l’ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro, dobbiamo sostenere soprattutto la piccola e media impresa.

Vado verso le conclusioni. Per fortuna il Presidente non si è accorto che ho quasi usato tutto il tempo…

PRESIDENTE. No, consigliera. Le mancano due minuti e mezzo, quindi a nove minuti e mezzo la interrompo. Prego.

RAUTI  (Pdl). Ne chiedo uno in più.

Noi dobbiamo, però, immaginare strategie che ci portino fuori da quella che è oggettivamente un’emergenza. Condivido i contenuti di quanto proposto dal collega Saponaro, quindi non li ripeto, tutti, nessuno escluso, finanche quel riferimento assolutamente preciso sui parametri troppo rigidi di accesso al credito, su una necessità di semplificare.

Anch’io, come l’assessore Zezza, e forse anche altri qui, ho aderito alla fiaccolata di questa sera, ma credo che questo sia un fatto che riguarda più le nostre coscienze. Noi siamo in quest’Aula per prendere delle decisioni, e allora delle proposte, e allora le indicazioni del collega Saponaro, da me condivise e sottoscritte.

Voglio citare una notizia di pochi minuti fa. Penso che anche noi potremmo seguire quanto è stato proposto alla Camera dei deputati, forse un’ora fa, dal Gruppo del PdL che ha presentato una proposta di legge per istituire un fondo di solidarietà in favore dei piccoli imprenditori e degli artigiani che non hanno accesso al credito e, ancora, una proposta di legge per l’istituzione di un fondo che supporti l’attività dei piccoli imprenditori in questo momento di crisi.

Naturalmente, sono previste dotazioni economiche per sostenere tutti coloro che si vedono negato dalle banche un prestito o revocato un fido e che, magari, per disperazione si tolgono la vita.

E ancora, noi dobbiamo articolare e rafforzare le politiche di sostegno all’impresa, soprattutto alla piccola e media impresa, e dobbiamo anche sottoscrivere, a mio avviso, quello che l’UDC ha già proposto: un patto per il lavoro, sviluppo e valorizzazione del sistema delle imprese, con un tavolo istituzionale che veda seduti la politica, i sindacati, la parte datoriale, tutti insieme per cercare soluzioni.

Concludo sottolineando che il Lazio ha una vocazione e, forse, anche un destino: il Lazio che è in grado di competere a livello nazionale, il Lazio che può essere e deve essere una Regione trainante per il resto d’Italia. Abbiamo una responsabilità che ci viene dall’Europa, dalla strategia europea 2020, che attribuisce un ruolo essenziale ai livelli di governo, locali e regionali, per raggiungere gli obiettivi comunitari. Noi non possiamo sottrarci a questa richiesta e neanche a questo compito e neanche a questo destino.

Penso che investire sulla cultura, anche in termini di inclusione sociale, sia necessario, esattamente come investire sul turismo, utilizzare il brand del made in Lazio, investire sui percorsi enogastronomici, su quelle ricchezze infinite locali che l’Italia ha, e forse solo l’Italia, più di chiunque altro nel mondo.

Credo anche – e veramente voglio concludere – che noi dobbiamo immaginare quella che viene definita, non da me, ma dai tecnici, un’altra economia. Nell’altra economia confluiscono quelle voci spesso poco visibili, che riguardano la valorizzazione dei rapporti tra i soggetti, le architetture sostenibili, la finanza etica, l’economia sociale di mercato su scala regionale e, ancora, un maggiore consolidamento del corpo sociale, il recupero di stili di vita, di sobrietà, di essenzialità, di economia e di risparmio come la crisi ci impone, e ancora direi un mix tra pubblico e privato, un welfare sussidiario anche a livello regionale.

Ha ragione, Presidente, concludo.

Le vicende economiche vanno più veloci della politica. Dobbiamo ridurre questa distanza, dobbiamo far sì che la politica e l’economia viaggino insieme. Permettetemi una citazione di carattere emotivo. Stavo rileggendo quanto ha scritto Charles Peguy in una bellissima opera che si chiama Denaro: “Lo si creda o no, noi siamo stati allevati nel seno di un popolo allegro. Un cantiere era allora un luogo della terra dove gli uomini erano felici e ai miei tempi tutti cantavano. Nella maggior parte dei luoghi di lavoro si cantava”.  Abbiamo perso questa percezione. Sempre Peguy ci parla dell’onore del lavoro. Noi questo senso dell’onore oggi in quest’Aula lo dobbiamo sentire: onore per chi lavora, onore per chi cerca lavoro e non lo trova, onore per chi produce lavoro, onore per chi deve garantire il lavoro e comunque onore nel lavoro.

Noi qui prendiamo un impegno concreto e solenne. Grazie.

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Responsabile
Sezione Resocontazione
Stefano Mostarda

Sed. n. 51 del 18.04.2012 – Interv. Cons. Rauti
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