PERCORSO ROSA. Isabella Rauti, consigliere del ministro dell’Interno, alla firma del protocollo. Una task force interistituzionale per combattere la violenza sulle donne e le categorie fragili
Se le donne italiane hanno davanti a sé un futuro più libero e sicuro, il merito sarà anche di Verona. Perché ieri, in prefettura, è stato firmato un protocollo inedito contro la violenza domestica e lo stalking che verrà preso a esempio nella stesura della relativa legge quadro nazionale.
Non per niente Isabella Rauti, consigliere del ministro dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza di genere e al femminicidio, durante l’incontro di ieri ha parlato di «modello Verona da divulgare a livello nazionale». E poi, abbandonando per un attimo i toni formali: «Sì, vi copiamo!».
TASK FORCE. Ma andiamo per ordine. La novità apportata da questo nuovo protocollo consiste nella creazione di una task force interistituzionale per coordinare prefettura, procura, questura, comune, carabinieri, guardia di finanza, azienda ospedaliera e Ulss in una lotta senza quartiere alla piaga sociale della violenza contro le donne e le altre categorie fragili (minori, anziani, vittime dell’omofobia).
Il documento è stato sottoscritto, oltre che da Isabella Rauti, dal prefetto Perla Stancari, dall’assessore alle politiche sociali Anna Leso, dal procuratore Mario Giulio Schinaia, dal direttore generale dell’azienda ospedaliera Sandro Caffi e dai rappresentanti delle Ulss provinciali e delle forze dell’ordine.
PERCORSO ROSA. Nel concreto, davanti alla persona bisognosa d’aiuto si apre un Percorso rosa – com’è stato battezzato – lungo il quale viene garantito il supporto di diverse professionalità (personale sanitario, forze dell’ordine, legali, psicologi, volontari). E questo, in tutte le fasi che seguono l’episodio di violenza, fino al completo reinserimento sociale e al ritorno alla normalità.
Di fatto, l’obbiettivo è tutelare l’incolumità fisica e psichica della persona e la sua privacy, assicurando al contempo la massima celerità di intervento nei confronti degli autori del reato.
«Infatti, come il fenomeno della violenza è composito e complesso, così anche la reazione deve essere multidisciplinare», ha spiegato Stancari. Dunque appena la vittima approda a un centro antiviolenza, come il comunale Petra e l’associazione Telefono rosa, o sporge denuncia, o accede al pronto soccorso con lesioni chiaramente riconducibili a violenze, può contare su una rete d’assistenza continuativa a 360 gradi.
CODICE ROSA. Il prefetto Stancari ha ricordato in particolare «l’attivazione del Codice rosa quale percorso d’accesso protetto al pronto soccorso nei casi in cui vi sia il sospetto di una violenza sessuale o domestica».
Caffi ha assicurato: «Stiamo avviando a tal proposito un gruppo di lavoro per un attento monitoraggio degli accessi in pronto soccorso, anche in quello ostetrico e ginecologico». Il Codice rosa potrà essere assegnato in qualunque momento del percorso assistenziale e determinerà l’immediata attivazione della task force.
TUTORAGGIO. «Sappiamo quanto sia difficile il ritorno al proprio quotidiano dopo la denuncia», prosegue Stancari. «Ecco perché abbiamo pensato anche alla figura di un tutor per un affiancamento di almeno tre mesi in seguito all’episodio segnalato».
La protezione delle vittime, nei casi più gravi, passa attraverso le strutture comunali dedicate. «La nostra Casa della giovane è aperta ventiquattr’ore al giorno per ospitare donne in difficoltà, anche con minori», ha ricordato l’assessore Leso.
Lorenza Costantino
[Fonte: www.larena.it]