di Francesco De Palo
La destra 2.0 per la Terza Repubblica come un contenitore valoriale e ideale che non vuol morire salviniano, nella consapevolezza che in Italia c’è un popolo – a destra – rifugiato tra il non voto e la delusione grillina a cui qualcuno sta tentando di offrire una risposta. Sotterrata l’ascia di guerra nel panorama iperbalcanizzato della destra post An, sono due le notizie che in questa settimana potrebbero cambiare il corso futuro del mare nero: lo sviluppo di un arioso programma di destra che, nelle intenzioni, sarà analitico e non populista (e ciò al di là delle regionali ma guardando in prospettiva); e l’ingresso dell’ex sottosegretario all’ambiente Roberto Menia nel cda della Fondazione di Alleanza Nazionale, sino a pochi mesi fa teatro di scontri, veti e controveti.
Entrambi i passaggi hanno in pancia i semi di una ritrovata pax tra le varie anime destrorse che sono passate in un anno dalla certificazione del fallimento (era la fine del 2013 con l’esperimento del Movimento per l’Alleanza Nazionale) ad una veste diversa e, nonostante molti altri gradini ancora da salire, oggi più orientata ad una logica evoluzione. In questo senso vanno lette le tre manifestazioni promosse da Prima l’Italia, la piattaforma di Isabella Rauti e Gianni Alemanno attorno alla quale, da febbraio ad oggi, si è ritrovato un filo comune di interlocuzione. Mentre i primi due eventi a Roma hanno sancito la diagnosi nota e condivisa (“In Italia c’è ancora voglia e bisogno di destra”), il terzo forum promosso a Trieste pochi giorni dall’associazione “Italiani di Trieste” guidata proprio da Menia ha aperto ufficialmente la fase delle idee.
Cosa pensa la nuova destra per la Terza Repubblica della crisi libica, dell’asse Berlino-Bruxelles, delle regole europee uguali ma per paesi diversi, delle elezioni americane, del dossier energetico legato ai nuovi gasdotti, o del trionfo di Netanyahu? Un cantiere aperto e in evoluzione che, nelle intenzioni, vuole dare risposte da destra, ma non per questo intrise del vacuo populismo di matrice salviniana. Un impegno che si ritrova nel Forum Destra, lo strumento con cui gi ex An non convinti dal leghismo urlato puntano a far concimare spunti, idee e proposte liquide. Senza distanziarsi di un centimetro da valori e identità, ma nella convinzione che il futuro vada affrontato e non subìto. Meglio se a viso aperto.
[Fonte: www.formiche.net]