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La Voce di Mantova – “Un progetto costruito su sicurezza, cultura, ambiente e famiglia”

Mantova10febbraio2018-2Mantova – Isabella Rauti, Capolista di Fratelli d’Italia nella Lista Uninominale al Senato a Mantova, ha presentato questa mattina, sabato 10 febbraio, all’interno dell’Hotel Cristallo, assieme agli altri membri della coalizione, le linee di governo che verranno attuate in caso di vittoria alle elezioni del 4 Marzo. Dopo una lunga conferenza stampa, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a “La Voce di Mantova”.

Iniziamo a vedere il punto che credo principale in questo momento. Dal caso di Macerata a quello di Pamela, passando per la criminalità del territorio mantovano, tutto ciò rientra nel vostro progetto relativo alla sicurezza?

“Dobbiamo dividere la questione della sicurezza dalla questione immigrazione irregolare e clandestina. La questione sicurezza riguarda tutti, è un bisogno sociale ed è un compito della politica dare delle risposte in termini di sicurezza ai cittadini anche nei confronti della micro criminalità nonché delle infiltrazioni delle grandi organizzazioni mafiose e della grande criminalità organizzata. Ed è una questione centrale. Ci sono delle circostanze dove la questione sicurezza e l’allarme sociale si intrecciano alle questioni di immigrazione irregolare, ma non bisogna fare coincidere le due questioni perché si rischierebbe di perdere il punto di vista principale che è quello di garantire la sicurezza. Per quello che riguarda la questione dell’immigrazione irregolare e clandestina, l’Italia non ha voluto gestire e governare i flussi migratori, non ha saputo distinguere il reale stato di rifugiato da quello del migrante economico e da quello ancora del migrante clandestino vocato a rimanere irregolare, purtroppo la situazione che si sta determinando è di difficile coesistenza sociale perché chi non rispetta le regole non può e non vuole integrarsi. Noi sentiamo il bisogno di dare la priorità agli italiani che non è l’affermazione di una prepotenza ma è la difesa di un’identità nazionale e di un’identità Paese che è minacciata e contraddetta. Il buonismo della sinistra ipocrita e salottiera si è disinteressato delle realtà sociali dove è andata ad impattare l’immigrazione illegale e questo ha creato nei territori inevitabili frizioni sociali. Ma dobbiamo distinguere ulteriormente, senza fare confusione e respingendo ogni strumentalizzazione, vicende come quella di Macerata con il fenomeno generale. Se in America un neonazista, entra in una scuola armato e fa vittime, è definito giustamente un neonazista folle e un caso isolato. Se il kamikaze islamico radicale si fa esplodere in un luogo pubblico e non c’è una rivendicazione precisa, resta un fatto isolato. Non capisco perché se a Macerata una persona con i nervi non a posto si arma e spara viene additato come il risvolto di un fenomeno. Sono mesi che si va orchestrando una caccia alle streghe con una onda nera creata ad arte e strumentale e chi lo fa si assume una grave responsabilità ovvero quella di alimentare la paura che si vuole scatenare. La caccia alle streghe finisce per evocarle, ed è compito collettivo evitare che ciò accada. Inoltre i fatti di Macerata, con la manipolazione massmediale che c’è stata, hanno fatto sì che non si parlasse più di Pamela, una giovane ragazza uccisa in modo barbaro e vivisezionata, e neanche del folle che ha sparato sulla folla, quindi non dei fatti reali, ma di fenomeni “presunti” sistematici che non esistono. La politica e la comunicazione hanno il dovere di non alimentare psicosi collettive e suggestioni gravide di conseguenze negative”.

Tra i vari punti che proponete c’è quello della cultura. Come diceva Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo” e l’Italia è costituita da bellezze artistiche ed architettoniche. Come si fa a trasformare il nostro patrimonio in una forma di lavoro?

“L’Italia è per l’appunto lo Stato con la maggiore concentrazione di patrimonio artistico, architettonico e culturale in Europa, ma il sistema Paese non è mai riuscito a far fruttare questa eccezionale concentrazione di patrimonio in modo adeguato. Non scordiamoci che per anni il ministero dei beni culturali è stato attribuito a partiti molto piccoli rivelando in ciò una scarsa sensibilità rispetto alla materia. Esattamente come non è mai stato definito un serio programma di censimento e di catalogazione del nostro patrimonio. Quindi viviamo il paradosso di essere ricchissimi da questo punto di vista ma di non riuscire a sfruttare appieno questa ricchezza. La cultura non deve essere vissuta in modo assistenzialistico ma deve essere utilizzata come volano e indotto per creare occupazione e un circolo virtuoso che chiama in causa anche la fruizione turistica e il meccanismo di accoglienza del turismo sempre più mordi e fuggi. Dobbiamo invece mettere il turismo nelle condizioni di diventare migliore nella quantità della permanenza e anche nella qualità della fruizione. Dobbiamo investire sui sistemi museali, mettere in rete i sistemi museali con circuiti culturali che riguardino i beni artistici e architettonici e dobbiamo anche realizzare, laddove il territorio lo consente, musei diffusi che nel territorio ricostruiscano e risaltino le vocazioni specifiche, da quelle della cultura enogastronomica a quelle delle piccole identità locali”.

Veniamo al punto sull’ecologia. La vostra proposta permette di fare impresa avendo un occhio attento alle tematiche ecologiche?

C’è stato un momento in Italia in cui le questioni ambientali sono state vissute come una sorta di rivendicazione ai danni dei progetti di sviluppo. Noi abbiamo invece una visione ecologica, che nel rispetto dell’ambiente e della vocazione dei territori punta allo sviluppo e rilancio del sistema industriale. Le esperienze di cooperazione internazionale insegnano che non si possono imporre ai territori modelli di sviluppo che non siano rispettosi di quel territorio. Allo stesso modo dobbiamo intrecciare le esigenze del rilancio industriale, che sono proprie del sistema Paese, con le questioni del rispetto ambientale ed anche quando si affrontano le questioni infrastrutturali, bisogna trovare una ricomposizione tra istanze reciprocamente legittime ovvero il potenziamento delle infrastrutture e la tutela ambientale. Vale a dire studiare i progetti di reti ferroviarie o di reti autostradali senza pensare di cancellare i terreni agricoli o rinunciare alle piste ciclabili”.

Ci sono territori che però vivono ai “confini dell’Impero”, ovvero in zone difficilmente coperte da infrastrutture sia della propria regione che di quelle confinanti. Un esempio è Mantova. In questo caso quali sono le azioni che vorreste mettere in atto?

“È inaccettabile che vi sia un binario unico tra Mantova e Milano e che per tutti questi anni non si sia realizzato il doppio binario. Non solo, altro riferimento è il collegamento Mantova-Verona perché, oltre a mantenere il tratto già esistente – che fa molte fermate lungo il percorso – si potrebbe immaginare di poter usare lo stesso tratto con un altro trasporto che sia capace di coprire in venti minuti il tratto Mantova-Verona. Stiamo parlando di un HUB molto importante che, seppur vicino, è molto da raggiungere se non con mezzi propri. Un altro aspetto riguarda il potenziamento della rete autostradale che però deve chiamare in gioco anche un progetto che riguardi il sistema di tangenziali su questo territorio. Sostanzialmente dobbiamo avere maggiore rapporti con l’est e l’ovest del territorio”.

Tutti questi temi hanno un cuore che può essere ritrovato nella centralità della famiglia nel vostro programma…

“I temi della sicurezza, dell’ambiente e delle infrastrutture riguardano ovviamente la qualità della vita, ma si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente se non ci poniamo il problema di aiutare le famiglie. Il rapporto Istat 2017, presentato qualche giorno fa, rivela le tendenze decennali del crollo demografico e del progressivo allungamento della vita media. Nel programma di coalizione trova ampio spazio l’aiuto alle famiglie con un piano straordinario per la natalità – punto introdotto nella linea di governo su proposta di Fratelli d’Italia – che prevede asili nido gratuiti, assegni famigliari proporzionali al numero dei figli e l’introduzione del quoziente familiare. Questi aspetti legati alla natalità, insieme a misure di sostegno per facilitare la conciliazione tra la vita lavorativa e il lavoro di cura, non solo puntano al raggiungimento della piena parità di opportunità ma puntano a consentire alle famiglie e alle giovani coppie che lo vogliono di scegliere liberamente di fare figli”.

Mendes Biondo

[Fonte: www.vocedimantova.it]

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