E’ a Vilnius, in Lituania, uno dei 25 Centri di Eccellenza della NATO, entità multinazionali con expertise specifici, importanti e strategici per tutta l’Alleanza. Si tratta del NATO Energy Security Centre of Excellence (ENSECCOE), fondato nel 2010 ed accreditato nel 2012, cui partecipa anche l’Italia – che è stata una delle prime tra le nazioni aderenti e sponsoring – e che si occupa di ricerche geopolitiche e analisi strategica in tema di sicurezza, di risparmio e di resilienza delle risorse energetiche, nonchè di aumento dell’efficienza energetica e di capacità di resistenza rispetto ai rischi, ai sabotaggi ed agli attacchi cyber. Al Centro di Vilnius, gli aspetti energetici vengono affrontati sia sul versante della Difesa che della ricaduta ambientale e lo scopo è quello di supportare la NATO e le sue nazioni partner, nella capacità di sviluppo e di efficace interoperabilità. E non c’è aspetto che riguardi la minaccia della sicurezza della NATO che non coinvolga la sicurezza energetica e nell’era della minaccia ibrida e delle sfide cibernetiche, la questione energetica ricopre un ruolo cruciale e diventa un intreccio geopolitico.
La Lituania, inoltre – la prima delle tre Repubbliche baltiche a tornare indipendente nel marzo 1990, dopo la caduta dell’Unione Sovietica – sta investendo molto sulle sue capacità di difesa cibernetica, per fronteggiare gli incidenti cibernetici che vengono stimati ogni anno nel Paese in un numero superiori ai 50mila casi. La Lituania punta a sfidare questa specifica forma di minaccia non tradizionale, nella consapevolezza che si tratti di una sfida per tutti i sistemi di sicurezza ed una nuova frontiera nella “guerra fredda”. Il Paese è la nazione leader nel progetto di „Cyber Security“ nell’ambito della cooperazione strutturata europea in materia di Difesa (PESCO) ed ha quadruplicato il suo budget per la Difesa dal 2011. Ha già raggiunto il 2% del PIL e si prevede di aumentare progressivamente il budget dedicato alla Difesa, con il 2,1% nel 2020 ed arrivando al 2,5% nel 2030. La Lituania – che condivide con la Polonia, la presenza ai suoi confini dell’enclave russa militarizzata di Kaliningrad – ha una percezione più immediata della minaccia e sta sviluppando il principio della “Difesa totale”, investendo nel settore militare, dall’industria al reclutamento, con la reintroduzione del servizio militare obbligatorio ed incentivando quello su base volontaria.
A seguito delle decisioni del Summit di Varsavia (2016), anche la Repubblica baltica di Lituania ha visto dispiegarsi sul suo territorio uno dei quattro Multinational Battlegroups della Missione NATO “Enhanced Forward Presence (eFP)” dell’Operazione “Baltic Guardian“, per la sicurezza dei confini orientali dell’Europa e si tratta della “framework Nation” della Germania.
Il popolo lituano – cui piace definirsi come gli “Italiani del Nord“- sentono un profondo legame con il nostro Paese ed un forte senso di appartenenza istituzionale, politica , economica, commerciale , e culturale all’Europa e lavorano per l’integrazione della piccola repubblica baltica con le due repubbliche sorelle e con il resto dell’Unione. E all’Europa “affidano” non solo le preoccupazioni per la nascente ed incombente centrale nucleare bielorussa di Astraviec o Ostrovets con i suoi 4 reattori ma anche le speranze di progetti come la gigantesca rete ferroviaria “Rail Baltic” o quello del cosiddetto anello energetico “BRELL”, per realizzare la connessione alla rete elettrica continentale europea entro il 2025, mettendo fine alla pericolosa dipendenza energetica dalla Russia. La sincronizzazione delle infrastrutture energetiche degli Stati baltici con la rete europea – finanziata dal Programma “Connecting Europe Facility” (2014-2020) – non è esigenza di modernizzazione e green economy ma anche il segno dell’ indipendenza e della difesa della sovranità nazionale.
Pagina 15 da Airpress n 99
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