Atto n. 4-04535
Pubblicato il 2 dicembre 2020, nella seduta n. 279
RAUTI – Al Presidente del Consiglio dei ministri. –
Premesso che:
come evidenziato da numerosi organi di stampa, le bozze del disegno di legge di bilancio per il 2021, circolate nelle scorse settimane contenevano una disposizione volta a istituire una fondazione, denominata “Istituto italiano di Cybersicurezza”, con lo scopo di promuovere e sostenere l’accrescimento delle competenze e delle capacità tecnologiche, industriali e scientifiche nazionali nel campo della sicurezza cibernetica e della protezione informatica, nonché di favorire lo sviluppo della digitalizzazione del Paese riguardo a prodotti e processi informatici di rilevanza strategica, a tutela della sicurezza nazionale;
la stessa disposizione prevedeva con precisione compiti e funzioni di tale fondazione, posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri per il tramite del Segretario generale e del DIS, nonché le norme di raccordo con la vigente normativa in ordine alla strategia nazionale di sicurezza cibernetica, le forme di cooperazione interna e internazionale, le caratteristiche essenziali dello statuto e la procedura di approvazione;
ne veniva altresì stabilita la struttura di governance, qualificando come “membri fondatori” il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri partecipanti al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica;
tale ipotesi di intervento normativo veniva enfatizzata in molte anticipazioni giornalistiche, suscitando conseguentemente forte curiosità e molte attenzioni tra gli “addetti ai lavori” e nei settori di competenza, ma, nella sua versione definitiva, il disegno di legge di bilancio, attualmente all’esame del Parlamento, non contiene tale norma, stralcio che, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, sarebbe attribuibile a contrasti e disaccordi interni alla maggioranza;
è evidente come la pandemia mondiale abbia aumentato gli scenari di crisi ed accresciuto i fronti di vulnerabilità e di permeabilità dei sistemi di sicurezza nazionali, mentre si registra contestualmente crescente preoccupazione in ordine all’escalation della minaccia terroristica internazionale, anche alla luce dei più recenti attentati di Parigi, di Nizza e di Vienna, pertanto ogni questione relativa al potenziamento di tutte le attività di intelligence rappresenta una scelta organizzativa e strategica di preminente interesse;
si rileva inoltre l’attuale stallo tra gli Stati membri in ordine all’accordo sul bilancio 2021-2027 nell’ambito del programma “Next generation EU”, cruciale anche nel settore della difesa e sicurezza, a cominciare dal “Fondo europeo per la difesa”;
il Consiglio dell’Unione europea dello scorso 20 novembre ha approvato 47 progetti, compresi quelli del settore della cyber difesa, ed ha avviato, con la condivisione dei primi documenti di intelligence, il processo di elaborazione dello “Strategic compass”, cioè un documento per una visione condivisa delle potenziali minacce che incombono sull’Europa e degli strumenti per affrontarla;
lo stesso Consiglio dell’Unione europea ha discusso un documento di analisi delle minacce redatto dal sistema di coordinamento tra le intelligence nazionali, ancora in fase embrionale, che pone attenzione alla minaccia ibrida e cibernetica;
proprio in considerazione dell’attuale scenario nazionale ed internazionale, nonché della rilevanza geopolitica e geostrategica acquisita dalla dimensione cibernetica in misura progressivamente sempre più estesa, in quanto “canale di propagazione e amplificazione degli altri tipi di minaccia”, come evidenziato, tra l’altro anche dal Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2020-2022, è essenziale che tale scelta sia caratterizzata da criteri di assoluta chiarezza e trasparenza,
si chiede di sapere quali siano le ragioni per le quali la norma relativa alla fondazione dell’Istituto italiano di Cybersicurezza sia stata espunta dalla versione definitiva del disegno di legge di bilancio per il 2021 e se la nascita dell’Istituto sarà oggetto di un successivo e separato intervento normativo.
[Fonte: www.senato.it]