(ANSA) – ROMA, 05 MAR – In diretta streaming c’è anche la vicepresidente del parlamento europeo Roberta Metsola: maltese, 42 anni, quattro figli (tutti maschi), Metsola non ha dubbi: se da ragazza non le fosse stato chiesto di cogliere l’opportunità della politica la sua scelta non sarebbe stata scontata. E allora “i partiti devono fare molto di più” per aprire la strada alle donne in politica “hanno una responsabilità”. E’ una delle testimonianze raccolte nella mattinata dedicata al ruolo delle donne nella ripresa post-covid, nell’ambito di una due giorni organizzata dalla rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo.
Sì, ci risiamo, è l’8 marzo e si parla di ‘Donne’. Ma quest’anno è diverso: nel mondo post-covid, nella prospettiva di una ripartenza che sia più equa e sostenibile come da più parti si auspica, non è più possibile soprassedere sul ruolo delle donne nella società, e sul fatto, soprattutto, che questo debba cambiare nel progettare il futuro sociale, economico e politico da lasciare alle prossime generazioni. E’ questo in estrema sintesi quanto emerge dall’evento dal Parlamento Europeo in Italia e che ha visto nella seconda giornata il contributo di voci femminili provenienti dai settori più disparati: dalla politica quindi, con la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti intervenuta in videomessaggio, alla senatrice Isabella Rauti, ed europarlamentari di vari schieramenti. Al mondo dell’arte con la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi e la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti, e dello sport con Cristiana Capotondi nella veste di dirigente sportiva. Ma anche la giovane giornalista e autrice Jennifer Guerra, e l’imprenditrice Giusy Sica fondatrice del think tank ‘Re-generation Youth’. Insieme, moderate dalla direttrice di ‘D-La repubblica delle Donne’, Valeria Palermi, hanno concordato che mettere la donna al centro della ripartenza è un imperativo.
Dettato prima di tutto dai numeri, che fotografano la crisi nella crisi: la pandemia lascia dietro di sé 650 milioni di donne occupate in meno rispetto agli uomini nel mondo (dati McKinsey). In Italia a dicembre sono stati persi 101 mila posti di lavoro, di questi 99 mila da donne. “Siamo chiamati ad avere il coraggio di osare una prospettiva di futuro che offra concretezza alle speranze delle nuove generazioni”, ha spiegato Elena Bonetti. “Non è più accettabile – ha detto – che le donne siano escluse da alcuni pezzi della vita sociale, economica e lavorativa”. Elena Bonetti ha quindi sottolineato che la “costruzione di leadership femminile parte dalla consapevolezza che bisogna scegliere la parità di genere.” e “competere alla pari degli uomini e concorrere alla pari degli uomini alla costruzione del futuro”.
Il focus è naturalmente su ‘Next Generation Eu’ e sul piano per il Recovery Fund. Gli investimenti però, secondo l’eurodeputata PD Pina Picierno “non possono essere soltanto ‘risarcitori’ e mirare a ripristinare uno scenario pre pandemia”. Serve “un cambio di paradigma”, e l’appello è ancora una volta alla politica. Per la senatrice Isabella Rauti è fondamentale una presenza femminile nella governance del recovery plan: “Non si esce da questo tunnel senza le donne. E’ una questione di Pil, un fatto di inclusione sociale ma anche un fatto di emergenza economica”, dice, garantendo poi che “nella politica italiana le donne su alcuni temi sono capaci di trasversalità”.
Alla trasversalità fa riferimento anche l’eurodeputata M5Stelle Isabella Adinolfi: “Il nostro compito oggi è di creare una massa critica, un movimento trasversale di opinione per costruire le basi che portino le donne a perseguire i propri sogni, libere dai condizionamenti e supportate nelle proprie scelte di vita”. Una trasversalità che deve essere anche generazionale, secondo Giusy Sica di ‘Re-generation Youth’, che lancia un messaggio alle donne che hanno segnato la strada: “Dateci fiducia. Aiutateci in questo processo di cambiamento standoci accanto. Doti di leadership si mostrano proprio passando il testimone”. (ANSA).
RP
05-MAR-21 17:48 NNN
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