Fratelli d’Italia è il secondo o terzo partito (a seconda dei sondaggi): adesso tutti devono fare i conti con la “secchiona” Giorgia Meloni
di Vincenzo Caccioppoli
“Non so perchè, ma nella mia vita è accaduto molto spesso che appena riuscivo ad abituarmi a un incarico e mi sentivo finalmente a mio agio, quell’incarico mi veniva tolto e me ne veniva affidato uno più difficile” Cosi scrive nel suo libro appena uscito per Rizzoli “Io sono Giorgia” Giorgia Meloni, la leader di un partito Fratelli d’Italia, che è in continua ascesa e che pone inevitabilmente la Meloni come naturale candidata ad una possibile guida futura del governo. Insomma forse la sfida più difficile per una donna che è sempre stata abituata ad essere la prima nel suo lungo percorso politico, la più giovane consigliere provinciale d’Italia (19 anni), la più giovane vicepresidente della Camera (25 anni), la ministra più giovane, la prima donna presidente di un grande partito europeo. Ora all’orizzonte si staglia l’eventualità assai concreta di diventare la prima donna premier del nostro paese.
“Salvini deve uscire da questa impasse in cui si è ormai lanciato nel 2018, entrando nel governo con i cinque stelle. Il suo vero errore è stato quello di sottovalutare la Meloni, quando Fdi era solo al 5%. Avrebbe dovuto insistere perchè anche la Meloni entrasse nel governo. C’è stato un momento in cui forse lei sembrava quasi convinta di entrare, anche se magari solo con un appoggio esterno. Ma poi Matteo ha pensato che potesse fare da solo e che lei non potesse rappresentare per lui una minaccia. Purtroppo i fatti gli danno torto.” dice un senatore della lega di vecchio corso. Ma in politica si sa sottovalutare l’avversario/ alleato è sempre un errore che spesso si paga carissimo, e ne dovrebbe sapere qualcosa la sinistra tutta con il primo Berlusconi o destra e sinistra con i cinque stelle ( leggendaria e rimasta la frase di Fassino rivolto a Grillo “ fondi un partito e vediamo quanti voti prende). La terribile ragazza della Garbatella, che “studia tanto perché la politica è una cosa seria, profonda. Lo slogan fine a se stesso, le cose dette solo per prender voti, semplicemente non sono politica. Se non sai le cose è meglio che non parli, altrimenti rischi di diventare uno strumento nelle mani dell’avversario.”, adesso è ad un passo dalla Lega e può obiettivamente giocare nel suo campo senza legami e compromessi, a cui invece devono sottostare Lega e Pd, insieme al governo Draghi. “ Siamo pronti eccome a governare, la classe dirigente di Fdi è formata da persone come Carlo Fidanza, Giovanbattista Fazzolari, Francesco Lollobrigida, Fabio Ranpelli, Isabella Rauti, Andrea Del Mastro, che vengono da anni di militanza ed esperienza sul campo nelle fila del fronte della gioventù prima e Alleanza Nazionale dopo. Non sono certo persone venute dal nulla come nei cinque stelle, o se vogliamo proprio dirla tutta, anche nella prima esperienza di governo di Forza Italia nel 1994, classe politica formata da manager che di politica e amministrazione della cosa pubblica non sapevano assolutamente nulla.” Dice un deputato di Fdi.
Sempre la Meloni racconta che “come dicevano che senza Gianfranco non saremmo esistiti, oggi dicono che senza la Meloni non esisterebbe Fratelli d’Italia. Non è vero. Ci sarà sempre qualcuno che getterà il cuore oltre all’ostacolo.” Già proprio quello che lei ha fatto insieme a Guido Crosetto ed Ignazio La Russa, nel 2012 fondando Fratelli d’Italia, attirandosi le critiche sopratutto a destra di quanti pensavano che quella sarebbe stata la fine politica della Meloni e dei suoi sodali. Altro grave errore di sottovalutazione da parte di chi invece o è davvero sparito dai radar della politica oppure vivacchia all’interno di quel poco che rimane di quel grande partito nazional popolare che fu Forza Italia.
Ecco allora che la Meloni oggi si trova in una situazione di incredibile vantaggio sia verso gli alleati che verso gli avversari, e questo grazie al suo coraggio, alla sua coerenza, ma anche innegabilmente ai tanti errori strategici commessi da chi pensava di non dover troppo preoccuparsi di lei come rivale, forse perchè donna, forse perchè leader di un partito tutto sommato irrilevante fino solo a qualche mese fa, sia perché raprresentante di quella destra, che sempre deve fare i conti con il suo passato,a prescindere di chi siano gli interpreti attuali. Al massimo la Meloni e Fdi potevano essere visti come un utile compirmario della Lega di Salvini, che fino a pochi mesi fa era come il naturale ed incontrastato leader del centrodestra. Il capolavoro della Meloni forse è stato anche quello di navigare a fari spenti, dando sempre l’illusione all’avversario che comunque lei non rappresentasse un serio pericolo per le ambizioni altrui, con abilità, scaltrezza, ma anche forse con sano realismo contingente. Per la sinistra, infatti, la Meloni viene sempre considerata come l’erede del vecchio ventennio fascista e come tale non può rappresentare assolutamente un pericolo, cosi come non lo era mai stato il vecchio Msi di Almirante. “ oltre il 15% non andrà mai.” si commentava nei salotti buoni della politica. Ed in effetti non a caso proprio il 15% era sempre stato il massimo storico raggiunto nel 1996 alla Camera da Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini ( scesi poi al 12% cinque anni dopo). E poi forse, ma questo non lo ammetterranno nemmeno sotto tortura, a sinistra si pensa ancora che non sia ancora gounto il momento della donne a Palazzo Chigi. Insomma si è sempre pensato che Fdi potesse essere un utile serbatoio di voti per la Lega, e nello stesso tempo da sinistra una possibile zavorra per il centrodestra per allontanare da sè quell’elettorato moderato, che ancora non riesce a distinguere fra ideologia passata e politica moderna.
Adesso che la piccola Fdi è diventato il secondo o terzo partito italiano (a seconda dei sondaggi) tutti devono fare i conti con la “secchiona” Giorgia, che consapevole del suo ruolo ormai non si nasconde più e si assume le sue responsabilità e sembra pronta alla sfida più importante della sua vita, ma senza nessun timore reverenziale verso niente e nessuno, perché come spiega lei nelle ultime righe della sua fatica letteraria “ Non ho paura di niente e nessuno e l’unica cosa che mi terrorizza è deludere me stessa e chi crede in me”. Già peccato che forse pochi si siano resi conto fino ad ora che questa caparbietà e questo coraggio avrebbero potuto portarla molto lontana “ Sono sempre stata sottovalutata, e questa, in fin dei conti, è sempre una grande fortuna.”. A buon intenditor..
[Fonte: www.affaritaliani.it]