In piazza per ribadire la contrarietà di Fratelli d’Italia al Disegno di Legge Zan. Una proposta ideologica che divide la maggioranza e che viene palleggiata tra chi vorrebbe imporre l’approvazione in Aula direttamente del testo licenziato alla Camera senza discussione, confronto e modifiche e chi usa questo testo per “prove muscolari” di dissenso interno all’Esecutivo.
Al di là delle questioni di metodo ci sono quelle di merito anzi demerito del Ddl Zan in particolare gli Artt 1, 2, 4 e 7; alcuni ledono pericolosamente alcune libertà sancite dalla Costituzione come quella di pensiero, di espressione, di associazione, di educazione.
Nel disegno di legge ci sono, quindi, forti presupposti di incostituzionalità. Inoltre, le formulazioni giuridiche contenute, hanno confini labili e confusi e viene lasciata al giudice eccessiva discrezionalità di interpretazione. E non è chiaro cosa, secondo la nuova fattispecie di reato di omotransfobia, rappresenterebbe condotta o atto penalmente perseguibile.
Sicuramente alcune idee, ad esempio dire che un bambino ha diritto ad un padre ed una madre potrebbe configurarsi come reato.
Un altro aspetto dai risvolti pericolosi è quello riferito all’identità di genere, considerata soggettiva e percepita, che conduce alla cancellazione del sesso biologico. L’introduzione dell’identità di genere vuole annullare le differenze tra maschile e femminile, spingendo verso una società indistinta e gender fluid in cui esiste una molteplicità di identità sessuale; si vuole imporre la teoria gender, che è priva di un fondamento scientifico e che rappresenta una precisa operazione politica ed ideologica.