Oggi al via l’assegno unico, l’Istat diffonde il solito bollettino drammatico di culle vuote: scesi sotto i 400mila nati. Blangiardo denuncia: “Nel PNRR assenti misure per combattere il calo demografico. Eppure il primo investimento dovrebbe essere sul capitale umano”. E Fratelli d’Italia lancia un pacchetto famiglia, con l’istituzione della giornata della vita nascente il 25 marzo. Lodevole, ma servirà coraggio perché si tocca il tema tabù dell’aborto.
Oggi entra ufficialmente in vigore l’Assegno Unico con i pagamenti di marzo programmati dall’Istat che sta avvisando progressivamente i papà e le mamme che ne hanno fatto richiesta. Secondo quanto dichiarato dall’Istituto della Previdenza Sociale i pagamenti verranno effettuati tutti i mesi a partire dalla seconda metà del mese.
L’avvio del nuovo assegno, che sostituisce e razionalizza la jungla di assegni famigliari, detrazioni per carichi famigliari e bonus, è una scommessa. È certo prematuro pensare che la misura che oggi entra in vigore – e che, giova ricordarlo, assottiglierà gli stipendi, perché saranno privi degli assegni e delle detrazioni finora percepiti in busta paga – con una maggiorazione media di circa 2/300 euro a famiglia, rispetto all’inizio 2021, possa invertire il drammatico calo demografico, però è sicuramente un primo gradino della scala. Insufficiente, ma incoraggiante.
E proprio la scala è stata la metafora utilizzata ieri dal presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo che ha presentato il consueto bollettino Istat. Drammatico, come sempre, sul fronte demografico. I numeri sono impietosi. Abbiamo sfondato due soglie psicologicamente deprimenti: siamo scesi a 59 milioni di abitanti, con 700mila morti – dato che non si registrava dalla II Guerra Mondiale -, e soprattutto abbiamo stabilito il record della più bassa natalità di sempre rompendo l’argine dei 400mila nati: “Precisamente 399.431 nascite, meno 1,3% rispetto al 2020 e meno 31% rispetto al 2008”, ha detto Blangiardo dopo la presentazione partecipando al convegno “Una nuova visione demografica per il futuro dell’Europa” organizzato dal gruppo Ecr- Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo.
“Gli italiani vorrebbero in media due figli, ma il tasso attuale è intorno all’1,2 figli per coppia. Significa – ha spiegato il demografo alla platea – che si perdono per strada 0,8 figli. È dal 1977 che la popolazione è sotto il livello del ricambio generazionale e non basta certo l’immigrazione anche perché gli immigrati hanno smesso di crescere, non sono stupidi e hanno capito qual è il problema qui in Italia”.
Tornando alla scala. Si è parlato di assegno unico, che viene erogato da oggi. Blangiardo (in foto) lo ritiene un buon segnale, il primo gradino, ma bisogna fare il resto della scala”, ha ribadito confermando la bontà delle idee di Fratelli d’Italia che ha lanciato con i deputati europei Nicola Procaccini e Giuseppe Milazzo, una proposta di risoluzione al Parlamento europeo sulla denatalità.
In Italia invece con Isabella Rauti, senatrice FdI responsabile nazionale del Dipartimento Pari opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili del partito e Tiziana Drago, è stato lanciato un “piano natalità” con numerose proposte, tra cui un Pacchetto famiglia, che prevede sgravi fiscali e Iva agevolata per i profitti dell’infanzia e aumento dell’offerta dei sistemi educativi. L’ambizione del partito guidato da Giorgia Meloni è che il Pacchetto famiglia sia sposato trasversalmente come è stato con il Family Act del Governo.
Ma è proprio sul ruolo del Governo in merito alla denatalità che sia la Rauti che Blangiardo si sono trovati d’accordo: quando entrambi hanno sottolineato l’assenza dal PNRR delle politiche di inversione del calo demografico. Quel PNRR col quale si vorrebbe far ripartire il Paese a suon di miliardi da restituire dopo la stagnazione di questi anni culminata con i due anni depressivi di pandemia.
“L’assegno unico va nella direzione giusta nell’affermare il concetto che dobbiamo investire sul capitale umano – ha detto Blangiardo – ma bisogna anche riconoscere che nel PNRR si è dato molto spazio al digitale e all’ambiente, mentre sembra che ci si sia dimenticati della grande sfida demografica”.
È il grande buco evidenziato con la presentazione del PNRR che già Fratelli d’Italia aveva denunciato all’epoca del governo Conte e che anche la Bussola nel suo piccolo aveva ricordato. Del resto, i miliardi che arriveranno dall’Europa col PNRR sono destinati agli investimenti. Con l’assenza delle politiche famigliari dagli stanziamenti, si certifica nero su bianche che l’inversione del deficit demografico non è un investimento per il governo. Ora a ribadirlo è anche il presidente dell’Istat, che di mestiere fa il demografo e che ripete da troppi anni, ormai, il triste ritornello.
Un piccolo segnale di speranza però c’è, a dire la verità. La Rauti ha annunciato che Fratelli d’Italia ha proposto l’istituzione della giornata nazionale della vita nascente come già avviene in altre nazioni “perché siamo convinti che la maternità abbia un valore sociale e che la famiglia vada messa al centro della società”. Emblematica e “potente” la data scelta: il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa fa memoria dell’Annunciazione di Maria, 9 mesi esatti prima di Natale. Anche solo per questa corrispondenza tra il calendario liturgico e quello civile, la proposta merita di essere sostenuta trasversalmente. È chiaro che, impegnarsi a celebrare una giornata per la vita nascente, comporterà però anche prendere una posizione decisa sul tema tabù, che si cela dietro il drammatico calo demografico: l’aborto. Servirà coraggio.
[Fonte: lanuovabq.it]