(Public Policy) – Roma, 28 mar – È prevista per questa sera alle 20 una riunione di maggioranza con il Governo sul dl Ucraina, all’esame delle commissioni Difesa e Esteri del Senato dove il provvedimento – che contiene, tra l’altro, la norma abilitante per la cessione, alle autorità governative del Paese aggredito, di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari – viene esaminato in seconda lettura parlamentare. Per l’Esecutivo dovrebbero partecipare il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio per gli Affari europei Enzo Amendola, il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova. Alla riunione (in call) prenderanno parte i presidenti delle commissioni 3a e 4a – Vito Petrocelli (M5s) e Roberta Pinotti (Pd) -, i capigruppo nelle rispettive commissioni dei partiti di maggioranza (o i delegati dai gruppi parlamentari per il provvedimento) e i capigruppo di maggioranza al Senato, oltre a eventuali altri parlamentari che vogliano partecipare.
Sul testo, atteso poi in assemblea tra mercoledì e giovedì, nelle due commissioni sono arrivati un centinaio di emendamenti. C’è da sciogliere in particolare il nodo dell’aumento della spesa militare alla percentuale del 2% del Pil fissata dagli accordi Nato sottoscritti dai Governi dei Paesi membri. Tra gli ordini del giorno presentati sul dl, spicca a tal proposito quello di Fratelli d’Italia, a firma di Isabella Rauti, con cui si chiede di “dare seguito” al precedente ordine del giorno già approvato a maggioranza alla Camera lo scorso 16 marzo, “nonché alle dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio, in merito alla necessità di incrementare le spese per la Difesa puntando al raggiungimento dell’obiettivo del 2 per cento del Pil”. Punto delicato per la maggioranza, che verrebbe messa in difficoltà al momento di una votazione, alla luce in particolare dalla posizione espressa dal M5s sulla contrarietà a dare priorità all’aumento delle spese militari in questa fase. Nuovi dubbi sono arrivati anche dalla Lega (che in un primo momento, a Montecitorio, si era fatta invece promotrice di proposte sul decreto legge che andavano nella direzione di un incremento delle risorse per la Difesa), così come da Leu è stata espressa contrarietà evidenziando la necessità di concentrare le risorse sull’emergenza economica, sociale ed energetica. A Palazzo Madama sono relatori, peraltro, due senatori che appartengono a gruppi con istanze diverse sul punto: Simona Nocerino del M5s, per la commissione Esteri, e, per la commissione Difesa, Maurizio Gasparri di Forza Italia (da cui si è tornati ad evidenziare oggi di vedere con favore l’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil).
Una soluzione potrebbe essere quella di un accoglimento dell’odg di FdI da parte del Governo, così da evitare la votazione, ove Fratelli d’Italia dovesse decidere di acconsentire senza insistere per il voto. Sul punto da FdI, al momento, non trapelano intendimenti, alla luce delle diverse variabili in gioco e di varie riunioni che sono ancora in corso. L’eventuale apposizione della questione di fiducia nel passaggio in aula si scontrerebbe poi con la volontà di arrivare a un’approvazione il più possibile condivisa, anche con FdI. Nel precedente passaggio in aula alla Camera, infatti, il dl era stato infatti approvato con 367 voti a favore, 25 contrari e 5 astensioni. (Public Policy)
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GIL
281836 mar 2022
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