L’Esercito italiano ha celebrato il 161° anniversario della sua costituzione. Il 4 maggio 1861, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, venne istituito – con decreto del Ministro della Guerra Manfredo Fanti – il Regio Esercito italiano, nato dalla fusione dell’Armata Sarda con gli altri eserciti operativi negli Stati preunitari. Il Regio esercito è stato impiegato in tutte le vicende belliche del Regno d’Italia, comprese la terza guerra d’indipendenza, quelle coloniali, la prima e la seconda guerra mondiale; l’attuale denominazione è stata assunta nel 1946, dopo la nascita della Repubblica italiana. La ricorrenza è stata celebrata con numerose iniziative ed è stata l’occasione per ricordare il ruolo svolto storicamente dall’Esercito italiano e ribadirne l’impegno quotidiano sempre caratterizzato da professionalità e prontezza. L’Esercito racconta una storia di dedizione e di fedeltà alla Patria, un lungo cammino al servizio del Paese e dei cittadini, caratterizzato da grande capacità di sacrificio. Questa Forza Armata si è sempre distinta per il suo impiego e impegno nel fronteggiare le emergenze, le catastrofi naturali e, da ultimo, nella gestione della crisi pandemica e nella campagna vaccinale contro il Covid19. Gli uomini e le donne del nostro Esercito sono sempre stati apprezzati, per capacità ed umanità, anche nelle missioni internazionali di pace ed oggi si distinguono nello svolgimento dei compiti di difesa collettiva assunti nell’ambito dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione europea. L’Esercito è chiamato a rispondere alle mutate esigenze del quadro geopolitico internazionale ed a rafforzare la sua vocazione all’integrazione interforze; nonché a confrontarsi, al livello globale, con le nuove sfide cibernetiche e tecnologiche. All’Esercito italiano – come alle altre componenti dello strumento militare – è richiesta un’evoluzione continua anche di carattere dottrinale ed un processo di profonda modernizzazione, per poter gestire le operazioni multi-dominio e gli scenari di conflitti ibridi ed asimmetrici. E vale la pena di ricordare che attualmente sono circa 3.000 i militari impiegati in missione in 14 paesi, tra i quali la Libia, l’Iraq, il Libano, il Niger, il Kosovo, la Somalia ed il Mali; con lo svolgimento di compiti diversi come l’addestramento delle forze di sicurezza locali, la cooperazione con la popolazione civile, il sostegno ai processi di stabilizzazione e di ricostruzione; mentre circa 6000 sono i soldati impegnati sul territorio nazionale nell’operazione “Strade Sicure”, svolta in concorso con le Forze dell’Ordine, con finalità di vigilanza, sicurezza e deterrenza. La ricorrenza dei 161 anni dalla nascita dell’Esercito non cade in un tempo di pace ma coincide con un momento storico caratterizzato da venti di guerra e da una minaccia globale crescente; si impone la necessità di una maggiore preparazione, l’acquisizione di nuovi mezzi ed equipaggiamenti. Sono in programma, infatti, esercitazioni ed addestramenti e sono previste forniture belliche adeguate a rispondere alle cosiddette “minacce della terza dimensione”. La strategia è quella di potenziare l’operatività e le capacità di difesa e di dotarsi di armamenti più moderni; nella consapevolezza che qualsiasi sistema d’arma, vecchio o nuovo, richiede capacità professionale, addestramento e preparazione. E mentre si fanno i conti con gli effetti dei “tagli” delle risorse che si sono susseguiti nel tempo, la Componente terrestre delle Forze armate italiane guarda alle sfide del futuro ampliando gli spazi ed i tempi addestrativi e rafforzando le capacità tecnologiche. Restando fedele a se stesso ed alla sua storia, l’Esercito continuerà sempre a provvedere agli interessi strategici del Paese e, più in generale, a tutelare l’interesse nazionale. Quel #NoiCiSiamoSempre non è uno slogan, è una verità.
Isabella Rauti
Pagina 49 da Airpress n 133
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