Atto n. 4-07034
Pubblicato il 17 maggio 2022, nella seduta n. 433
Rauti Isabella, Ciriani, Balboni, Barbaro, Calandrini, de Bertoldi, De Carlo, Drago Tiziana Carmela Rosaria, Fazzolari, Garnero Santanchè Daniela, Iannone, La Pietra, La Russa, Maffoni, Malan, Nastri, Petrenga Giovanna, Ruspandini, Totaro, Urso, Zaffini – Ai Ministri dell’istruzione e per le pari opportunità e la famiglia. –
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
il 5 maggio 2022 la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’istruzione ha diramato, invitando alla massima diffusione presso tutte le istituzioni scolastiche, una circolare recante in oggetto “17 maggio – Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”;
con la medesima nota il Ministero, invocando a monte principi costituzionali ed internazionali richiamati quali fondamento di tale iniziativa, invitava i docenti di ogni ordine e grado a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
si tratta di una circolare estremamente controversa che ha immediatamente suscitato un coro di forti e legittime proteste, configurandosi sin da subito come un provvedimento che, lungi dal rappresentare una mera, semplice e corretta esecuzione, applicazione o declinazione di chiari dettami o principi giuridici, nazionali o sovranazionali volti a promuovere una seria e convinta battaglia contro ogni discriminazione, assume a giudizio degli interroganti i connotati di un’iniziativa diversa e del tutto arbitraria;
l’iniziativa, infatti, è a giudizio degli interroganti palesemente non conforme ed incoerente con il contesto normativo vigente e, soprattutto, con il chiaro e inequivocabile indirizzo politico espresso recentemente dal Parlamento su questi delicatissimi temi in occasione del voto parlamentare sul disegno di legge AS 2005, meglio noto come “disegno di legge Zan” lo scorso 27 ottobre 2021, quando con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti, il Senato della Repubblica ha approvato l’ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli;
al riguardo appare utile sottolineare come il medesimo disegno di legge prevedeva, tra l’altro, all’articolo 7, l’istituzione della “giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, da celebrare nella medesima data dal 17 di maggio di ogni anno con il coinvolgimento e la partecipazione delle scuole: previsione, questa, consapevolmente, motivatamente e convintamente respinta dal voto del Senato della Repubblica, e qui ad opinione degli interroganti riproposto e calato dall’alto mediante un’iniziativa del Governo del tutto arbitraria oltre che nettamente contraria a quanto espressamente deliberato dal Parlamento;
a giudizio degli interroganti tale circolare, oltre ad aggirare il recente indirizzo legittimamente espresso dal Parlamento, in contrasto con i più elementari principi di democrazia e al rispetto della rappresentanza parlamentare, che viene non solo totalmente ignorata ma anche pesantemente compressa, evidenzia una serie di discrasie e forzature sul piano strettamente giuridico che non possono essere ignorate, tanto più perché, come evidenziato, promananti da un provvedimento riconducibile all’iniziativa del Governo, che investe temi di estrema sensibilità e delicatezza, specie perché incidono direttamente sulla determinazione della sfera interiore della persona e sulla fase di formazione dell’identità personale di bambini ed adolescenti;
si rileva come, a ben vedere, proprio quei principi nazionali e internazionali richiamati dalla circolare del Ministero dell’istruzione a proprio fondamento siano insufficienti a rappresentare il presupposto giuridico dell’iniziativa, e che un loro richiamo in tal senso sia da ritenere improprio e forzato;
quanto ai principi internazionali, infatti, la circolare ministeriale richiama “la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” e, genericamente e sommariamente, “più articoli del Trattato sull’Unione europea” (senza specificare quali) nonché la risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa, che ha deciso (al punto n. 4) di indire il 17 maggio di ogni anno la “giornata internazionale contro l’omofobia”, omettendo però di esplicitare come nessuno di questi provvedimenti (compresa la citata risoluzione del Parlamento europeo), pur condannando fermamente ogni discriminazione ed invitando gli Stati membri ad un maggiore impegno in tal senso, prescriva l’adozione o promozione nelle istituzioni scolastiche di iniziative o campagne di sensibilizzazione, evidentemente proprio nella consapevolezza della delicatezza degli argomenti trattati e nel rispetto delle prerogative costituzionali degli Stati membri poste a presidio delle libertà fondamentali;
analoghe considerazioni valgono per i principi nazionali invocati dalla circolare, in particolare, quel sacro principio di uguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini davanti alla legge cristallizzato nell’articolo 3, comma primo, della Costituzione della Repubblica, che pur rappresentando la norma cardine del nostro ordinamento in materia di discriminazioni certo non può essere addotta a fondamento di un’iniziativa a giudizio degli interroganti parziale, univoca, arbitraria e soprattutto non conforme alle norme vigenti e al chiaro indirizzo espresso dal Parlamento;
infine si evidenzia come la circolare ministeriale non faccia menzione alcuna del consenso preventivo informato dei genitori, che è obbligatorio e previsto per ogni attività integrativa o esterna al piano triennale dell’offerta formativa e che in questo caso non è invece previsto,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo fossero a conoscenza della circolare citata e se non ritengano che essa sia in contrasto con gli esiti della deliberazione del Senato sull’AS 2005 dello scorso 27 ottobre;
se non ritengano che il provvedimento, che ha generato le legittime preoccupazioni delle famiglie, leda il principio di libertà educativa.
[Fonte: www.senato.it]