Atto n. 3-03385 (in Commissione)
Pubblicato il 14 giugno 2022, nella seduta n. 439
DRAGO Tiziana Carmela Rosaria, RAUTI Isabella, LA PIETRA – Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa e delle politiche agricole alimentari e forestali. –
Premesso che:
nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2022, i due pescherecci italiani «Salvatore Mercurio» e «Luigi Primo», che navigavano in acque internazionali a largo di Bengasi, venivano inseguiti e raggiunti da una motovedetta libica che sparava alcuni colpi di avvertimento;
le due imbarcazioni contattavano prontamente la fregata «Grecale» della Marina Militare italiana, che interveniva invitando l’autorità libica a desistere dal continuare l’azione in corso;
si tratta solo dell’ultimo episodio di ostilità nei riguardi delle imbarcazioni italiane dedite alla pesca e operanti in un’area marittima che si estende per 62 miglia oltre il limite di 12 miglia delle acque territoriali: area che il Governo di Tripoli, nel 2009, con atto unilaterale e non riconosciuto dalla comunità internazionale, autoproclamava «Zona economica esclusiva»;
già nel maggio del 2021, con modalità analoghe a quelle della recente aggressione, una motovedetta libica apriva il fuoco contro il peschereccio «Aliseo», ferendo al braccio il comandante;
prima ancora, nel settembre 2020 sei pescatori italiani di Mazara del Vallo venivano sequestrati, insieme ai loro pescherecci «Antartide» e «Medina» e trattenuti fino al dicembre dello stesso anno;
già in passato il Gruppo «Fratelli d’Italia», anche attraverso puntuali atti di sindacato ispettivo, tra cui l’interrogazione d’iniziativa del senatore Urso del 15 ottobre 2020 (4-04252) e della senatrice Rauti del 23 settembre 2020 (4-04111) sollecitavano la massima attenzione, nonché una chiara presa di posizione da parte del Governo sul persistere di una situazione che tuttora continua ad esporre i nostri connazionali a rischi elevati;
tuttavia, la posizione del Governo italiano è parsa distante da quella fermezza e determinazione che invece sarebbero state necessarie, come si evince, oltre che da alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro Di Maio durante la trasmissione televisiva «l’Aria che tira» del 7 maggio 2022, anche la risposta, datata 20 ottobre 2020, al citato atto di sindacato ispettivo 4-04111, nella quale il viceministro degli esteri e della cooperazione internazionale si limitava a raccomandare ai pescherecci italiani di evitare le acque al largo delle coste libiche;
analogamente, recentemente il Ministero delle infrastrutture, con una nota emessa dalla Guardia costiera lo scorso 1° giugno 2022 e inviata agli armatori, avrebbe ribadito gli stessi contenuti espressi dal Ministro degli esteri;
il persistere della situazione sta assumendo i connotati di una controversia che va a configurare con sempre maggiore consistenza quella che è stata definita la «Guerra del pesce» nel Mediterraneo, che andrebbe avanti oramai da decenni senza una definitiva soluzione;
la controversa questione continua ad esporre i nostri connazionali (e non soltanto) a situazioni di elevato rischio, determinando l’emergere della necessità di una chiara presa di posizione da parte del Governo in ordine a una situazione che deve essere necessariamente diradata;
è evidente come la Libia non possa, unilateralmente, impedire agli altri Stati, né tanto meno all’Italia, la navigazione e il sorvolo, come pure il suo utilizzo per la posa di condotte, cavi sottomarini e la pesca, attività quest’ultima che rappresenta, peraltro, uno dei comparti trainanti dell’economia siciliana;
è necessario altresì ribadire gli accordi internazionali ed in particolare quanto stabilito dalla Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare del 10 dicembre 1982 (entrata in vigore nel 1994), che ha sostituito, nei rapporti fra gli Stati contraenti, le precedenti Convenzioni di Ginevra del 1958 sul mare territoriale e la zona contigua, sull’alto mare, sulla piattaforma continentale e sulla pesca,
si chiede di sapere:
quali azioni intendano intraprendere i Ministri in indirizzo per garantire i diritti di pesca nel Mediterraneo ed il libero e sicuro esercizio delle attività di navigazione e pesca da parte dei nostri connazionali;
se, al fine di scongiurare il ripetersi di episodi simili a quello accaduto nei giorni scorsi, si intenda rafforzare la vigilanza pesca già effettuata dalle navi militari;
se si intendano intraprendere azioni diplomatiche concrete nei confronti dell’estensione unilaterale ed arbitraria della ZEE libica.
[Fonte: www.senato.it]