Percorso:

Corriere della Sera Bari – Guerra in Ucraina, il cardinale Zuppi a Bari: «La pace è un affare di tutti»

La pace è «affare nostro» e comincia «nel cuore di ciascuno». Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, intervenendo all’evento per la pace in Ucraina organizzata dalla Cei a Bari, al quale partecipano tra gli altri la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, il vescovo di Bari, Giuseppe Satriano, il presidente della Regione Michele Emiliano e il sindaco Antonio Decaro.

Zuppi: «La pace comincia nel cuore di ciascuno di noi»
«Il Bambino Gesù, che tra qualche giorno accoglieremo, è il segno – ha detto Zuppi – della speranza, la luce che rischiara le tenebre dell’egoismo, della violenza e della guerra. Di tutte le guerre. Nella tenerezza e della debolezza di quel Bambino, cerchiamo la forza per spezzare le catene del male, per non voltarci dall’altra parte, per smettere di pensare che la pace non sia affare nostro. La pace comincia nel cuore di ciascuno; comincia da me, da te, da noi, fino ad arrivare alle sfere della politica e della diplomazia», ha sottolineato Zuppi. Il cardinale ha salutato i rappresentanti delle istituzioni e «i Padri Domenicani, che ci accolgono in questa bellissima Basilica, e tutti coloro che sono qui a pregare, uniti a tutti i cristiani di Ucraina e Russia». «Torniamo oggi a Bari, città ponte di dialogo e porta di accoglienza, che in diverse occasioni è stata teatro di iniziative per la pace, nel Mediterraneo e in Medio Oriente», ha aggiunto l’arcivescovo di Bologna. «San Nicola – ha concluso il cardinale Zuppi – non può giustificare e benedire il fratello che alza le mani contro suo fratello e con lui imploriamo il dono della pace».

Dall’Ucraina il messaggio di Onufry, metropolita di Kiev:
Alla preghiera per la pace, come noto, non hanno aderito le Chiese ortodosse russe d’Italia. Ha mandato il suo messaggio, invece, Onufriy, Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina (Patriarcato di Mosca), Primate della Chiesa Ortodossa Ucraina. «Ringrazio calorosamente – ha detto – per l’invito a partecipare all’incontro di preghiera per la pace in Ucraina a Bari. Purtroppo, a causa della guerra e alle difficoltà da essa causate nel nostro Paese, comprese quelle nell’ambito dei rapporti Chiesa-Stato, per ora i rappresentanti della nostra Chiesa non hanno la possibilità di partecipare a questo evento». «Preghiamo per la pace in Ucraina ogni giorno e siamo sinceramente grati a quanti spiritualmente si uniscono alla nostra preghiera», aggiunge il primate che invia un «saluto con l’auspicio dell’aiuto di Dio nel vostro ministero pastorale».

Rauti: «Nè l’Italia né l’Europa possono voltarsi dall’altra parte»
«Non possiamo e non dobbiamo voltarci dall’altra parte», ha detto la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti. «Non può farlo l’Europa – ha aggiunto – e non vuole farlo l’Italia. Senza pace non può esserci libertà né giustizia. E la pace non è mai scontata. È nostro dovere costruirla e difenderla sempre». «Una preghiera per un Natale di pace e di luce – ha continuato la sottosegretaria – una preghiera contro tutte le guerre, i conflitti e le situazioni di crisi nel mondo come le violenze in Iran e la situazione in Afghanistan. Una preghiera per la pace in Ucraina, una pace che non sia la resa incondizionata di un popolo aggredito, di una nazione ingiustamente occupata, la cui sovranità è stata violata». «In questa solenne veglia di preghiera invochiamo la pace, la libertà, la fratellanza dei popoli e rinnoviamo il nostro impegno come costruttori di stabilità e di dialogo: valori assoluti in cui crediamo», ha proseguito Rauti che citando Papa Francesco e il suo «fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra» ha ribadito che «questa sera preghiamo anche per questo: per trovare il coraggio e la forza necessari. Giungano a tutti, i miei più sentiti auguri di buone feste e che il Natale porti con sé il grande dono della pace. Ne ha bisogno il mondo. Sarebbe il più bel regalo di questo Natale».

Decaro: «Dopo il Covid non è questa l’era che o ci aspettavamo»
«Non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo», ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, durante i saluti istituzionali prima della preghiera di pace. «Infatti, questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte». «Come ha scritto Sua Santità Papa Francesco – ha proseguito – nel messaggio per la giornata mondiale della pace, «mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato».
«È un momento difficile della storia – ha detto il governatore Michele Emiliano -, nella quale la chiesa sta svolgendo la sua parte, a Bari come nel resto nel mondo». «Ciò che temevamo da anni – ha aggiunto – si è verificato e questo ha a che fare col maligno, dentro i singoli uomini, nelle nazioni, che ci fanno vedere le cose secondo le prospettive sbagliate. Quando è il maligno a prendere in mano la situazione, non resta che pregare». E ha concluso: questa preghiera «era una necessità dell’anima» e «questa città si è sempre sentita coinvolta nel cercare di favorire il dialogo ecumenico».

[Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it]

Questa voce è stata pubblicata in Rassegna stampa, Rassegna stampa - Sottosegretario alla Difesa.