L’appuntamento sulla tomba di San Nicola, al cui culto sono molto devoti anche i russi: “Non può giustificare e benedire il fratello che alza le mani contro suo fratello e con lui imploriamo il dono della pace”. La Chiesa russa non ha risposto all’invito
Il titolo della veglia richiama un versetto di Zaccaria: “Ecco il seme della pace”. È stato piantato in basilica a Bari dove 25 vescovi hanno pregato in silenzio sulla tomba di San Nicola per la pace in Ucraina e in tutti i Paesi martoriati dalla guerra. Lì, nella cripta, dove è stata alimentata dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, la lampada uniflamma, simbolo della concordia tra cattolici e ortodossi. Bari si è confermata “Capitale dell’unità”, riprendendo le parole di Papa Francesco. O per citare Zuppi, “città ponte di dialogo e porta di accoglienza”. Si è levato forte l’appello della Chiesa italiana – e anche del Governo – per una conferenza di pace e per una tregua a Natale. Ed è pesata l’assenza della Chiesa russa.
Alla veglia promossa dalla Cei assieme all’arcidiocesi di Bari-Bitonto hanno partecipato quasi tutti i vescovi della regione, assieme a un altro pugliese, monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, e a monsignor Derio Olivero, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo. Con loro, ai lati dell’altare, si sono seduti alcuni componenti delle chiese ortodosse cittadine – confermata la mancata partecipazione della Chiesa russa – delegati della Chiesa romano-cattolica e della Chiesa greco-cattolica in Ucraina e dell’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino in Italia. Il metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Onufrij, primate della Chiesa ortodossa ucraina, ha invece lasciato un messaggio: “Siamo grati a chi si unisce spiritualmente alla nostra preghiera”.
“Con papa Francesco, ribadiamo il nostro impegno a camminare, pregare e lavorare affinché all’ostentazione di minacciosi segni di potere subentri il potere di segni speranzosi – ha detto Zuppi, che ha anche citato don Tonino Bello – Non si può dire che non ci siano le condizioni per la pace, quelle si trovano. Spingiamo affinché sia preparata una conferenza che, come avvenne a Helsinki, possa creare le basi di una convivenza pacifica. E rinnoviamo l’appello affinché nei giorni di Natale non si compiano azioni militari attive”. Per l’arcivescovo monsignor Giuseppe Satriano, “l’intercessione di san Nicola, pastore del dialogo, ci è preziosa nell’ottenere per tutti la grazia della conversione del cuore”.
La portata nazionale dell’evento è stata testimoniata anche dalla presenza della sottosegretaria di Stato per la Difesa, Isabella Rauti: “Preghiamo affinché si raggiunga presto il cessate il fuoco e si apra un negoziato di pace, che non sia la resa incondizionata di un popolo aggredito, la cui sovranità è stata violata”. E con loro pure il presidente della Regione Michele Emiliano – “Contate su di noi” – e il sindaco Antonio Decaro: “Proprio ieri sera Andrey Sadovy, sindaco di Leopoli, mi ha inviato una lettera con una richiesta di aiuto per sostenere le attività di un centro di riabilitazione mentale: la guerra devasta anche psicologicamente, soprattutto i bambini”. Prima della veglia, il rettore della basilica padre Giovanni Distante – che nel suo saluto ha invitato a investire sui giovani per sbloccare i conflitti – ha donato una fiala con la santa manna a Zuppi.
La veglia, scandita dai canti, è iniziata alle 18,30 nel presbiterio, guidata da Zuppi, sull’altare. È stata anche esposta l’antica icona orientale dell’Odegitria, conservata in Cattedrale. Poi la preghiera universale “per tutti i popoli della Terra, in particolare per l’Ucraina e la Russia. Per intercessione di San Nicola, ovunque regnano guerra, violenza e terrorismo possano rifiorire vita e speranza”, ha esordito il cardinale. Che si è rivolto ai responsabili delle nazioni e degli organismi internazionali: “Cerchino con coscienza retta ciò che giova al vero progresso dei popoli e non si lascino corrompere dalla seduzione del denaro e del potere”. Nella parte finale della veglia, il cardinale, assieme all’arcivescovo, ai vescovi presenti e a padre Giovanni Distante, rettore della basilica, sono scesi in cripta per pregare sulla tomba del Santo. Zuppi ha versato l’olio nella lampada, per ravvivare la fiamma. E la speranza di pace.
Decaro: “Guerra è sconfitta per l’umanità. Il sindaco di Leopoli mi ha chiesto aiuto”
Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha portato i saluti istituzionali prima della preghiera di pace organizzata dalla Cei. “Non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo. Infatti, questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte”.
“Come ha scritto Sua Santità Papa Francesco – ha proseguito – nel messaggio per la giornata mondiale della pace, “mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato”. Per questo oggi affidiamo a San Nicola, il santo cristiano più venerato al mondo che accomuna nella fede il mondo cattolico, ortodosso e protestante, le nostre preghiere davanti alla lampada uniflamma, simbolo della devozione comune alle chiese orientali, che arde costantemente nella cripta in cui sono custodite le reliquie del Vescovo di Myra. Invochiamo – ha concluso – il santo delle imprese audaci per far sì che si compia il miracolo più grande, quel cessate il fuoco che possa far vincere, finalmente, la pace. Quella pace che, prendendo in prestito le parole di don Tonino Bello, beato costruttore di pace che ha esercitato il suo magistero pastorale in questa terra, rappresenta “un cumulo di beni, la somma delle ricchezze più grandi di cui un popolo o un individuo possa disporre”.
“Oggi, purtroppo, Bari non è felice, non può essere felice nonostante l’approssimarsi del santo Natale, momento di gioia per tutti i cristiani, per tutti coloro che credono che la parola di Dio sia portatrice di verità e giustizia, di pace e di fratellanza. Nessuno può gioire al pensiero che da più di 300 giorni una tragedia umanitaria si sta consumando nel cuore dell’Europa”. ha detto ancora Decaro. “La follia dell’uomo – ha aggiunto – ancora una volta sta spezzando vite, distruggendo città, seminando terrore, annientando speranze e gettando ombre oscure sul futuro. Proprio ieri sera Andrey Sadovy, sindaco di Leopoli, mi ha inviato una lettera con una richiesta di aiuto per sostenere le attività di “Unbroken”, un centro di riabilitazione mentale, perché la guerra non solo uccide fisicamente ma devasta anche psicologicamente, soprattutto i bambini. Come fiori piegati dalla violenza, vengono uccisi, feriti, subiscono violenze, non hanno cibo o non possono essere curati, non possono andare a scuola. Solo coltivando la pace possiamo proteggere davvero il loro futuro. Questo è il messaggio straziante che arriva da Leopoli alla vigilia di questa veglia di preghiera rivolta a San Nicola, il santo protettore dei bambini”.
Rauti: “Europa e Italia non possono girarsi dall’altra parte”
“Questa sera nella Basilica Pontificia San Nicola di Bari, crocevia mondiale di spiritualità e centro di spiritualità e dialogo interreligioso, preghiamo affinché si raggiunga presto il cessate il fuoco e si apra un negoziato di pace che ponga fine alle sofferenze della popolazione civile così drammaticamente colpita da una guerra immotivata. Immotivata, ingiustificata, crudele e insensata come sono tutte le guerre che rappresentano una sconfitta per l’umanità”. Lo ha detto la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti. “Nel nome di San Nicola – ha proseguito – venerato nel mondo dalla comunità cattolica e da quella ortodossa, venerato dal popolo ucraino e da quello russo, lanciamo un messaggio di pace che sia più forte del rumore della guerra, un messaggio di speranza e di amore che faccia breccia anche nei cuori più aridi; un messaggio di solidarietà e di vicinanza a un popolo che resiste, sopravvive e difende coraggiosamente la sua libertà – ha continuato Rauti – nelle immagini che ci giungono dall’Ucraina, vediamo tutti i segni della guerra scolpiti nei volti di vittime innocenti, donne e bambini colpiti da un conflitto che si consuma alle porte di casa nostra e che ha riportato indietro le lancette della storia di oltre 70 anni”.
“Non possiamo e non dobbiamo voltarci dall’altra parte”, ha detto poi la sottosegretaria. “Non può farlo l’Europa – ha aggiunto – e non vuole farlo l’Italia. Senza pace non può esserci libertà né giustizia. E la pace non è mai scontata. È nostro dovere costruirla e difenderla sempre”. “Una preghiera per un Natale di pace e di luce – ha continuato la sottosegretaria – una preghiera contro tutte le guerre, i conflitti e le situazioni di crisi nel mondo come le violenze in Iran e la situazione in Afghanistan. Una preghiera per la pace in Ucraina, una pace che non sia la resa incondizionata di un popolo aggredito, di una nazione ingiustamente occupata, la cui sovranità è stata violata”. “In questa solenne veglia di preghiera invochiamo la pace, la libertà, la fratellanza dei popoli e rinnoviamo il nostro impegno come costruttori di stabilità e di dialogo: valori assoluti in cui crediamo”, ha proseguito Rauti che citando Papa Francesco e il suo “fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra” ha ribadito che “questa sera preghiamo anche per questo: per trovare il coraggio e la forza necessari. Giungano a tutti, i miei più sentiti auguri di buone feste e che il Natale porti con sé il grande dono della pace. Ne ha bisogno il mondo. Sarebbe il più bel regalo di questo Natale”.
Satriano: “L’Europa e il mondo necessitano di cammini per l’unità”
“L’intercessione di san Nicola, pastore del dialogo, ci è preziosa nell’ottenere per tutti la grazia della conversione del cuore. Questa nostra Europa e il mondo intero necessitano di cammini improntati all’unità, alla riconciliazione e alla pace”. Lo ha detto monsignore Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari e Bitonto. “Il 22 febbraio scorso – ha continuato – l’Europa si è svegliata riscoprendosi fragile, impotente dinanzi a una guerra che da tempo era accovacciata alla porta. Oggi desideriamo, come cristiani, fare nostre le lacrime e le angosce di tante sorelle e fratelli ucraini e russi che, a causa del conflitto, vivono la lacerazione del cuore. Oggi desideriamo fare nostre le lacrime di papa Francesco che, nella gremita piazza di Spagna, lo scorso 8 dicembre, ancora una volta, ha invocato la pace. Questa sera, anche noi come il Papa, ci rivolgeremo alla Vergine Maria, che nella preghiera potremo venerare attraverso l’antica icona orientale dell’Odegitria, straordinariamente portata dalla nostra Cattedrale in questa basilica”.
Emiliano: “La chiesa sta svolgendo la sua parte, Bari coinvolta nel dialogo ecumenico”
“È un momento difficile della storia, nella quale la chiesa sta svolgendo la sua parte, a Bari come nel resto nel mondo”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso dei saluti istituzionali che anticipano la veglia di preghiera per la pace che si tiene a Bari davanti alla tomba di San Nicola. “Ciò che temevamo da anni – ha aggiunto – si è verificato e questo ha a che fare col maligno, dentro i singoli uomini, nelle nazioni, che ci fanno vedere le cose secondo le prospettive sbagliate. Quando è il maligno a prendere in mano la situazione, non resta che pregare”. E ha concluso: questa preghiera “era una necessità dell’anima” e “questa città si è sempre sentita coinvolta nel cercare di favorire il dialogo ecumenico”.
di Gennaro Totorizzo
[Fonte: bari.repubblica.it]
Veglia della Cei per l’Ucraina, il cardinale Zuppi a Bari invoca la pace_ _È un affare che riguarda tutti. Qesta città ponte di dialogo_ – la Repubblica
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