(di Massimo Nesticò)
(ANSA) – ROMA, 23 SET – Si raddoppiano i Centri di permanenza per il rimpatrio e dovrà essere raddoppiato anche il numero delle forze dell’ordine impegnate nel presidio di queste strutture, teatro spesso di vandalismi e disordini. La coperta è però corta e non si può distogliere troppo personale in divisa lasciando sguarnito il controllo del territorio. Ecco perchè il Governo punta ad aumentare di 2mila unità il contingente dei militari dell’operazione Strade sicure attivo nelle città, riportandolo a 7mila dagli attuali 5mila. Le forze armate non saranno utilizzate nei Cpr, ma serviranno ad integrare nelle aree urbane i dispositivi di controllo delle forze di polizia.
La novità – ha annunciato all’ANSA il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni – sarà all’attenzione del Consiglio dei ministri la prossima settimana nell’ambito del nuovo decreto su immigrazione e sicurezza.
E mentre infuria ancora la polemica sulla garanzia finanziaria di 5mila euro per i migranti, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che domani sarà operativa a Pozzallo la prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri: “per fare in modo – ha spiegato – che si possano realizzare velocemente, entro un mese, procedure di accertamento per l’esistenza dei presupposti di status di rifugiato”. Se i richiedenti asilo vorranno evitare il trattenimento di 4 settimane nel centro in attesa dell’esito del procedimento, dovranno versare la fideiussione da 4.938 euro.
Quanto ai Cpr, ha sottolineato Molteni, “sono uno strumento fondamentale. Noi quest’anno, con 9 funzionanti per 1.300 posti disponibili e 6-700 utilizzati, siamo riusciti a fare 3.300 espulsioni (1.500 verso la Tunisia), il 30% in più dell’anno scorso. Se avessimo il doppio dei Centri raddoppieremmo il numero di espulsi con profili di rischio per la sicurezza pubblica, spesso con sentenze di condanna. Il prolungamento del trattenimento è funzionale ad evitare che queste persone tornino in libertà quando non vengono identificate, spesso perchè si oppongono e perchè non è facile avere i documenti dai Paesi di provenienza”.
Ma nelle strutture sono all’ordine del giorno le tensioni e gli scontri, tanto che il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil, Pietro Colapietro, le ha definite “delle vere e proprie bombe sociali”, calcolando in un centinaio di agenti l’impegno che richiede il controllo di un Cpr da 150-200 posti.
Raddoppiarli, dunque, impone uno sforzo molto consistente da parte degli apparati di sicurezza. “Bisogna rafforzare le forze dell’ordine – ha rimarcato il sottosegretario – a prescindere dai Cpr, dopo i tagli operati dai governi di centrosinistra e noi lo stiamo facendo. Ma, a maggior ragione – ha aggiunto – con l’aumentato impegno chiesto per la vigilanza dei nuovi Centri va rivista la scelta profondamente sbagliata del taglio di duemila effettivi dell’operazione Strade sicure fatto dal Conte 2 e mi auguro che riusciremo a tornare a quota 7mila”.
Anche il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, che ha la delega a Strade sicure, ha confermato l’incremento. “Gli importanti risultati ottenuti dall’operazione in 15 anni ed il previsto allestimento dei nuovi Cpr – ha rilevato – comportano la necessità di aumentare il numero dei militari impegnati a 7 mila come era prima del taglio voluto dal governo Conte. Questa proposta verrà valutata nell’ambito del prossimo decreto legge su immigrazione e sicurezza atteso nel Consiglio dei ministri della prossima settimana”. (ANSA).
NE
23-SET-23 20:06 NNNN
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