ROMA\ aise\ – Anche nel “mestiere delle armi” c’è uno specifico femminile, che facilita la mediazione e il dialogo. Se ne parlerà questo mercoledì, 18 ottobre, a Roma, dalle 9.30 alle 18.30, nel centro “Esperienza Europa David Sassoli” (piazza Venezia 6), durante la conferenza internazionale multilaterale “Le donne nelle forze armate e di polizia: capacità di intermediazione e soluzione diplomatica nelle situazioni di conflitto”, organizzato dall’Istituto diplomatico internazionale con il patrocinio del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
Interverranno, tra gli altri, Isabella Rauti, sottosegretaria alla Difesa, in rappresentanza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della Difesa del Kosovo Ejup Maquedonci e l’europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco.
Dopo i saluti del presidente dell’Istituto, Paolo Giordani, delle istituzioni europee e del capo della polizia (tramite la dirigente della Divisione anticrimine della Questura di Napoli, Nunzia Brancati) e dopo la sessione introduttiva (dalle 10 alle 10,30), la discussione si articolerà in due momenti, moderati da giornaliste e dedicati rispettivamente alla formazione dei militari (dalle 10,30 alle 13) e al ruolo delle donne nei vari teatri operativi (dalle 14,30 alle 16). Seguiranno memorie e testimonianze (dalle 16,30 alle 18) e le conclusioni.
La conferenza sarà l’occasione per ascoltare le voci di donne che operano nella Croce rossa, come l’Ispettrice nazionale del Corpo delle infermiere volontarie Emilia Bruna Scarcella o nelle Forze armate, anche in situazioni di conflitto, come il tenente colonnello dell’Aeronautica Federica Maddalena, pilota di Eurofighter, il capitano Serena Cesi dello Stato maggiore dell’Esercito, il capitano di corvetta Letizia Pantaleo.
“La conferenza sulle donne nelle Forze armate e in polizia – spiega il presidente Giordani – è la seconda tappa del percorso culturale e di ricerca avviato dall’Istituto diplomatico internazionale con la conferenza dell’anno scorso sulle donne in diplomazia. Non si tratta ovviamente di rendere omaggio al luogo comune che vuole le donne “parte gentile” di istituzioni fondate comunque sulla forza, non sono “fiori dentro i cannoni”, ma “parte costitutiva, integrante, effettiva, operativa” dei corpi cui appartengono e che arricchiscono con il loro specifico approccio e la loro capacità di affrontare e risolvere i conflitti”.
I lavori saranno trasmessi anche online qui. (aise)
[Fonte: www.aise.it]