di Cristina Alexandris
L’AQUILA – Uno sviluppo urbanistico più consapevole delle reali esigenze dei cittadini e, soprattutto, delle cittadine quotidianamente divise tra famiglia e lavoro.
Di questo si è parlato nel convegno di questo pomeriggio che ha avuto luogo presso la sala polifunzionale della Casa del volontariato in località Campo di Pile (L’Aquila) intitolata “L’Aquila, città per le donne. Uno sguardo rosa sulla ricostruzione”.
“Al di là della ricostruzione strutturale c’è bisogno di una ricostruzione sociale che tenga specialmente conto dei giovani e delle donne” ha affermato Paola Pelino, membro del comitato per le Pari opportunità alla Camera dei deputati. “Tanto abbiamo fatto ma rimanendo unite e continuando a prendere attivamente parte ad iniziative come questa che sono innanzitutto un’occasione per confrontarci – ha continuato la Pelino – possiamo ottenere risultati davvero importanti”.
“C’è la necessità di ridefinire gli spazi e i luoghi in una città che fino a tre anni fa era a misura di uomo e di donna, legando le pari opportunità alla ricostruzione del capoluogo – ha spiegato la moderatrice dell’incontro, Laura Tinari – per questo va considerato in che modo agevolare il ruolo delle donne attraverso un’organizzazione dello spazio costruito lungo linee di genere che ridefiniscano gli spazi della città”.
“Avevamo pensato questo incontro per l’8 marzo, poi la data è slittata ad oggi – ha spiegato la consigliera di Parità della provincia dell’Aquila, Anna Maria Paradiso – ma il tema rimane molto importante e attuale. All’Aquila purtroppo ancora ci sono degli scompensi da un punto di vista sociale, mancano i punti di riferimento e anche la sicurezza andrebbe rivista perché chi ne fa le spese è sempre la donna”.
L’architetto Sandra Bonfliglioli, ordinaria di Pianificazione territoriale e urbana al Politecnico di Milano ha poi affermato che all’Aquila urge un “piano rosa, a misura di donna” e ha mosso una critica a quella che è oggi l’urbanistica partecipata, “che non tiene conto fino in fondo – come hanno sostenuto anche l’architetto aquilano Ileana Santone e l’ingegnere Carmela Morisi – delle reali necessità, comprese quelle delle donne”.
Tra le opzioni plausibili al problema individuate, un attento studio del territorio per una più efficiente collocazione degli spazi “vitali” entro i quali le donne quotidianamente si muovono trovando spesso ostacoli, non ultimo il traffico cittadino.
Intervenuta all’incontro anche la professoressa Isabella Rauti, consigliere regione del Lazio e componente dell’ufficio di presidenza, che ha affermato che “conciliare lavoro e famiglia, compito già difficile di suo, lo è ancor di più in una città martoriata dal terremoto ed è per questo che bisogna introdurre nella ricostruzione l’indispensabile punto di vista delle donne, un punto di vista di genere che dovrebbe essere preso in considerazione in tutte le scelte politiche soprattutto perché è proprio dalle donne, all’Aquila, che è cominciata la ricostruzione dopo il sisma, partendo da quella della propria casa”.
“Chi sconta maggiormente l’isolamento e lo sfaldamento sociale – ha continuato la Rauti – sono soprattutto le donne cariche di un impegno maggiore ed è per questo che bisogna pensare ad una sorta di urbanistica delle donne che vada incontro a tutte le loro esigenze agevolando così l’indispensabile compito che hanno”.
[Fonte: www.abruzzoweb.it]