Verona, 18 mag. (AdnKronos) – “Si apprende da fonti ufficiali che Farah, la ragazza pakistana di 19 anni costretta ad abortire, e stata liberata ed e una buona notizia la risposta tempestiva alla sua disperata richiesta di aiuto inviata al fidanzato. La ragazza pakistana, che vive e studia a Verona da una decina di anni, e stata resa prigioniera dalla sua stessa famiglia nel Paese d’origine. La sua liberazione si deve all’intervento dell’Italia e delle forze di polizia del paese”. Lo annuncia, in una nota, Isabella Rauti (Fdi).
“Farah, tre mesi fa, era stata indotta dalla sua famiglia, con un tranello, a tornare nel paese d’origine; li e stata trattenuta e costretta ad abortire. Tre mesi di silenzio finche Farah non e riuscita ad inviare alle compagne di scuola ed al fidanzato, messaggi drammatici nei quali raccontava cosa le era successo. Il fidanzato, le amiche ma anche gli insegnanti di Farah, si erano allarmati per la sua scomparsa e sono stati determinanti per rendere la vicenda di dominio pubblico. Si tratta di una storia che ha colpito l’opinione pubblica del nostro paese e in tempi rapidissimi, fortunatamente, ha trovato una soluzione, con la liberazione della diciannovenne”, sottolinea Isabella Rauti.
“Resta il fatto di una violazione dei diritti umani fondamentali ed un contesto, che circonda questa ed altre vicende, fatto di violenze e di abusi su bambine, ragazze e donne, ispirato ai principi dell’estremismo fondamentalista islamico. Ad aprile scorso e emersa la tragedia di Sana Cheema, la venticinquenne italiana di origini Pakistane, partita da Brescia per tornare temporaneamente nel Paese d’origine dove e stata uccisa dai familiari perche voleva sposare un ragazzo italiano”, conclude la senatrice di FdI.
(Adnkronos)
[Fonte: acquappesa.virgilio.it]