Roma – (Adnkronos) – I funerali lunedì nella basilica di San Marco nella Capitale. Avrebbe compiuto 86 anni il 19 novembre. Giovanissimo partecipò alla fondazione del Movimento Sociale Italiano. Fu strenuo oppositore della ‘svolta di Fiuggi’. Fini: ”Parlamentare rigoroso e testimone degli ideali nazionali”
Roma, 2 nov. (Adnkronos) – E’ morto Pino Rauti. L’ex segretario del Movimento Sociale Italiano, che avrebbe compiuto 86 anni il 19 novembre, si è spento alle 9.30 di venerdì mattina nella sua casa di Roma.
La camera ardente è stata allestita in via della Scrofa, nella sede della Fondazione An. Sabato e domenica resterà aperta dalle 10 alle 20. I funerali si terranno invece lunedì alle 12.30 nella basilica di San Marco a piazza Venezia.
Figura storica della destra italiana, segretario del MSI all’inizio degli anni ’90 e strenuo oppositore della svolta finiana di Fiuggi, Rauti, nato nel 1926 a Cardinale (Catanzaro), è da molti definito il ‘Gramsci nero’.
Ancora ragazzino, a sedici anni, si arruola nella Repubblica sociale e alla fine del 1946, quasi 20enne, partecipa alla fondazione del Movimento Sociale Italiano, di cui diventerà segretario nel 1990. Nei primi anni Cinquanta contribuisce a dare nuovamente vita all’organizzazione neofascista che rispondeva alla sigla Far, Fasci di Azione Rivoluzionaria, con Giorgio Almirante e Julius Evola, ideologo del fascismo.
Dopo due attentati a Roma, al ministero degli Esteri e all’ambasciata statunitense, nel maggio del ’51 vengono condotti numerosi arresti tra i quadri del Far. Lo stesso Rauti finisce in manette, assieme a Fausto Gianfranceschi, Clemente Graziani, Franco Petronio, Franco Dragoni, Flaminio Capotondi e Julius Evola, considerato l’ispiratore del gruppo. Il processo si conclude nel novembre del ’51: Graziani, Gianfranceschi e Dragoni vengono condannati a un anno e undici mesi. Altri dieci imputati a pene minori. Tutti gli altri vengono assolti, tra questi Rauti, Evola ed Erra. Con la fine del processo, si conclude definitivamente l’esperienza Far.
Nel 1954, dopo la vittoria dei ‘fascisti in doppiopetto’ e la nomina a segretario di Arturo Michelini, Rauti dà vita al centro studi Ordine Nuovo. Dopo appena due anni, Ordine Nuovo esce dal Msi. Negli anni ’60 e ’70, il nome di questa organizzazione verrà usato per rivendicare una serie di attentati, ai quali Rauti si dichiarerà sempre estraneo.
Con l’arrivo di Giorgio Almirante alla segreteria del Msi, il ‘Gramsci nero’ rientra nel partito assieme a un gruppo di storici dirigenti. Il 14 dicembre 1987, al XV congresso del MSI a Sorrento, raccoglie quasi la metà dei consensi per l’elezione a segretario, insieme alla corrente di Beppe Niccolai, ma viene battuto da Gianfranco Fini, sostenuto dal segretario uscente e padre nobile del partito Giorgio Almirante, ormai gravemente malato.
Nel 1990 Rauti riceve finalmente l’agognata guida del MSI al congresso di Rimini, coalizzandosi con la componente di Domenico Mennitti, e battendo Fini per la segreteria, ma non riesce ad arrestare l’emorragia di voti per la morte di Almirante. Dopo la sconfitta alle amministrative e alle regionali in Sicilia del 1991, il Comitato centrale del partito lo destituisce riconsegnando la carica a Fini.
Europarlamentare dal 1994 fino al giugno 1999, Rauti si oppone alla svolta finiana di Fiuggi che sancì la trasformazione del principale partito della destra italiana in Alleanza Nazionale, uscendo sostanzialmente dall’alveo dei partiti anti-sistema tra i quali era stato confinato nella Prima Repubblica. Dopo la svolta di Fiuggi, Rauti fonda insieme ai senatori Giorgio Pisanò e Cesare Biglia e al deputato Tommaso Staiti di Cuddia il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, dopo che una sentenza del Tribunale Civile di Roma impedisce ai rautiani di appropriarsi di nome e simbolo storici del MSI-DN, mentre viene velocemente scartata l’ipotesi di chiamare il nuovo sodalizio politico Partito della Rifondazione Missina.
Suocero del sindaco di Roma Gianni Alemanno, Rauti, alla guida del MS-FT, è stato anche candidato alla poltrona di primo cittadino capitolino alle amministrative del 1997.
Isabella Rauti in un post su Facebook lo ricorda come “un padre affettuoso, un maestro di cultura, un riferimento politico, un esempio di dignità e coerenza”. “Mi restano i tanti ricordi – scrive -, gli insegnamenti, i principi. Mi restano l’amore che non muore e la responsabilità dell’onore”.
”Per noi che abbiamo fatto politica negli anni ’70 e ’80 Pino Rauti è stato una porta verso il futuro”. Così sul suo blog Alemanno 2.0 il sindaco di Roma Gianni Alemanno ricorda il suocero, Pino Rauti. “Attraverso le sue intuizioni culturali abbiamo imparato a prendere le distanze da un modo reazionario e forcaiolo di concepire la destra” scrive.
Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha espresso il più profondo cordoglio per la scomparsa di Rauti ”uomo politico che ha rappresentato una parte di rilievo nella storia della Destra italiana”. “Parlamentare rigoroso, intellettuale di profonda cultura – ha ricordato Fini – Rauti ha testimoniato con passione e dedizione gli ideali della nazione e della società che appartengono alla storia politica del nostro Paese”.
Per il leader de La Destra, Francesco Storace, “Rauti ha caratterizzato profondamente, con le sue idee, una comunità. Io militavo dalla parte di Almirante, ma ammiravo quest’uomo dal carisma che scuoteva le coscienze. La sua capacità di vedere prima le cose che sarebbero accadute dopo. Con la sua morte, tutti noi ci rimettiamo qualcosa, anzitutto in cultura. La Destra italiana si inchina con commozione”, ha concluso.
Il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, ha sottolineato: “Rauti lascia a tutti e, soprattutto ai più giovani, un insegnamento: quello del necessario legame tra politica e cultura, tra azione concreta nel presente e ricerca storica, sociale, culturale”. Lo ricorda come un “intellettuale appassionato” Silvio Berlusconi che, dice, “ha sempre difeso con grande tenacia le sue idee”.
Mentre il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini lo ha ricordato come un ”intellettuale di grande spessore, uomo tanto coraggioso quanto controverso e discusso” che ”ha certo segnato un’epoca della storia italiana”.
Per il presidente del Senato, Renato Schifani “perdiamo uno dei protagonisti della nostra storia politica e culturale”, mentre il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri lo ricorda come “un uomo onesto e austero in tempi di rovine in mezzo alle quali rimase sempre in piedi”.
Critica, invece, la scelta di allestire la camera ardente in via della Scrofa il presidente de ‘La Destra’, Teodoro Buontempo. ”Rauti, infatti non ha mai fatto parte di An – ha detto Buontempo -, anzi se ne andò proprio il giorno della sua fondazione, non è mai confluito nel Pdl e men che meno ha aderito al Fli”. “Ho l’impressione – conclude – che questa scelta da un lato voglia banalizzare la figura del personaggio politico e dall’altro la voglia ‘assorbire’ in una storia che non gli appartiene”.
[Fonte: www.adnkronos.com]