(AGENPARL) – Roma, 11 giu – “Le tesi presentate dal Giulio Maira , introducendo il tema oggetto della tavola rotonda, dimostrano che la violenza di genere ha un’origine ed una spiegazione scientifiche. Questo nuovo approccio può contribuire ad indicare nuove vie per combattere i pregiudizi e gli stereotipi, ancora così socialmente e culturalmente radicati”. Lo ha detto Isabella Rauti – Consigliere del Ministro dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza di genere, sessuale e del femminicidio – intervenendo questo pomeriggio alla tavola rotonda su ‘Il cervello delle donne. Differenze e similitudini con il cervello maschile’, nell’ambito dell’iniziativa ‘Premio Atena Onlus’.
“Le donne che subiscono violenze – continua Rauti – riportano un trauma – spesso una traumatizzazione continua – che impedisce la percezione di essere una vittima e di scivolare in una spirale fatta di silenzi, tensioni ed isolamenti. Il ciclo della violenza , dalla tensione crescente, all’esplosione degli atti fino alla cosiddetta falsa riappacificazione ,conduce – se non si spezza il circolo vizioso – ad una “paralisi psicologica” con la perdita del senso di sé e della forza di difendersi”.
“La spirale si spezza se la donna si riappropria di se stessa e se trova gli strumenti di aiuto necessari; la percezione della violenza e la consapevolezza di essere una vittima sono fondamentali per recuperare l’autostima e l ‘esercizio delle proprie libertà, arrivando alla ricostruzione della propria identità personale e di genere. E se l’aggressività é innata , la violenza ha a che fare con l’esercizio del potere, con la volontà di sottomettere e manipolare; ed é per questo che – accanto alla repressione del fenomeno ed alla presa in carico delle vittime – é necessario – puntualizza in conclusione Rauti – lanciare una sfida educativa e culturale; un’educazione sentimentale, ai sentimenti, che significa scegliere la relazione dialogica rispetto alla violenza ed alla sopraffazione, che significa rispetto della identità e differenza di genere”.
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