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agenzianova.com – Difesa: venerdì a Roma la cerimonia di avvicendamento al comando dell’operazione Irini

Si terrà domani a Roma la cerimonia di avvicendamento al comando di EuNavFor Med – Irini, la missione aeronavale dell’Unione europea incaricata di attuare l’embargo Onu sulle armi in Libia. Durante la cerimonia, che sarà presieduta dalla sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, in rappresentanza del ministro Guido Crosetto, il contrammiraglio Valentino Rinaldi subentrerà al parigrado Stefano Turchetto come comandante dell’operazione (Operation Commander). La cerimonia si svolgerà presso l’Aeroporto militare “F. Baracca” di Centocelle. Classe 1972 e coniugato con due figli, il contrammiraglio Rinaldi vanta una lunga esperienza nella Marina militare italiana, assumendo il comando di varie unità della flotta italiana. È stato di recente comandante tattico dell’operazione Mare Sicuro nonché comandante della Task force anfibia della Forza di reazione della Nato per tutto il 2022 e durante l’esercitazione “Cold Response-22”. È stato inoltre comandante tattico dell’operazione Irini dal primo aprile al 30 settembre 2023.

In base agli ultimi dati disponibili aggiornati al maggio 2024, Irini ha indagato dal suo avvio, il 31 marzo 2020, almeno 14.520 navi mercantili tramite chiamate radio, ha svolto 623 visite a bordo di navi con il consenso dei comandanti, ha monitorato 1.480 voli sospetti e ha continuato a monitorare 25 aeroporti (e piste di atterraggio) e 16 porti (e terminal petroliferi). La missione è riuscita a salire a bordo e ispezionare le navi sospette in 28 occasioni. In almeno tre occasioni Irini ha sequestrato i carichi ritenuti in violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite e ha dirottato le navi verso un porto di uno Stato membro dell’Ue. Uno stato, la Turchia, ha negato il consenso per l’ispezione a bordo in undici occasioni. Inoltre, l’operazione ha fornito almeno 56 rapporti speciali al gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulla Libia. La maggior parte di questi si riferiva a violazioni o possibili violazioni dell’embargo sulle armi e ad attività di contrabbando di petrolio nella parte occidentale e orientale del Paese. Infine, attraverso la Cellula di informazione sulla criminalità incorporata, l’operazione ha emesso almeno 87 raccomandazioni per l’ispezione di navi sospette nei porti degli stati membri dell’Ue alle agenzie di polizia competenti, di cui 68 sono state effettuate.

 
Dopo la prima Conferenza di Berlino, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di lanciare, il 31 marzo 2020, un’operazione militare denominata EuNavFor Med – Irini, principalmente marittima e incentrata sull’attuazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi alla Libia. Irini fa parte dell’approccio integrato europeo alla Libia che prevede sforzi politici, militari, economici e umanitari per portare stabilità e sicurezza nel Paese. I compiti dell’operazione sono: contrastare il traffico illegale di armi, sostenendo l’attuazione dell’embargo sulle armi nei confronti della Libia sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (compito principale); raccogliere informazioni sul contrabbando di petrolio, in particolare per le sue conseguenze sull’economia libica e il suo possibile utilizzo per finanziare il mercato delle armi; contribuire all’interruzione del modello commerciale del traffico di migranti raccogliendo informazioni con mezzi aerei e condividendole con Frontex e le autorità nazionali competenti; sostenere lo sviluppo della capacità di ricerca e soccorso delle pertinenti istituzioni libiche attraverso la formazione. In particolare, quest’ultima attività non è stata ancora attuata.

 
Lo scorso 31 maggio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di rinnovare per un ulteriore anno le misure relative all’attuazione dell’embargo sulle armi imposto alla Libia, approvando la risoluzione numero 2733, che include l’autorizzazione agli stati membri di ispezionare le navi sospettate di violare le risoluzioni Onu nelle acque internazionali al largo delle coste libiche. La risoluzione è stata approvata da nove membri del Consiglio: Corea del Sud, Ecuador, Francia, Giappone, Malta, Regno Unito, Slovenia, Svizzera e Stati Uniti. Sei membri si sono astenuti: Algeria, Cina, Guyana, Mozambico, Russia e Sierra Leone, come riportato dal sito web delle Nazioni Unite. La nuova risoluzione dell’Onu, proposta da Francia e Malta, ha apportato modifiche alla precedente risoluzione 2292 del 2016. Ora, tutti gli stati membri sono autorizzati a sequestrare e smaltire articoli vietati, come armi, in acque internazionali al largo della Libia. Questo smaltimento può avvenire tramite distruzione, smantellamento o altre modalità come lo stoccaggio o il trasferimento in un altro Paese. Il processo, tuttavia, deve essere approvato dal Comitato dell’Onu istituito ai sensi della risoluzione 1970 (2011) riguardante la Libia entro 90 giorni dalla richiesta. Gli stati membri possono conservare temporaneamente gli articoli confiscati in un’area sicura prima dello smaltimento finale.

[Fonte: www.agenzianova.com]

Questa voce è stata pubblicata in Rassegna stampa, Rassegna stampa - Sottosegretario alla Difesa.