(AGI) – Roma, 11 apr. – La onlus antiabortista Pro Vita, dopo la rimozione del maxi poster che mostrava un feto di 11 settimane, ha lanciato una petizione da presentare al nuovo ministro della Salute “affinche’ garantisca che le donne vengano messe a conoscenza delle conseguenze provocate dall’aborto volontario sulla loro salute fisica e psichica”. La petizione e’ stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa intitolata “Per la salute delle donne. Le gravi conseguenze dell’aborto sul piano fisico e psichico”, che si e’ svolta nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, a Roma. Ad aprire i lavori, Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega al Senato. Poi, Lorenza Perfori, autrice del libretto “Per la salute delle donne” (edito da Pro Vita), ha riassunto i temi trattati nella pubblicazione. La senatrice e psicologa Raffaella Marin (Lega) ha parlato del trauma post aborto. Moderatore dell’incontro il senatore Simone Pillon. Presenti anche la senatrice Isabella Rauti di Fratelli d’Italia e la senatrice Maria Saponara (Lega). “Pro Vita onlus ha lanciato una petizione online sulla corretta informazione, relativamente alla salute delle donne che scelgono di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza – ha spiegato la senatrice Isabella Rauti – La conferenza stampa di oggi ha al centro il tema della tutela della salute delle donne e di una corretta informazione sui rischi legati alla pratica abortiva”.
“E’ importante – ha ribadito – che ci sia una corretta informazione sui rischi sia fisici che psicologici per le donne che scelgono, legittimamente, di interrompere una gravidanza.
Riteniamo anche che ci sia una grandissima propaganda relativamente all’aborto e una propaganda negativa relativamente all’obiezione di coscienza, ma non ci sia altrettanta propaganda che informi correttamente le donne di quelli che sono i danni e i rischi per la salute”. Nel corso della conferenza stampa gli organizzatori sono tornati sul caso del maxi poster oscurato in via Gregorio VII a Roma, non lontano dal Vaticano, “La campagna del maxi manifesto con il bimbo a 11 settimane, affisso a Roma e spudoratamente rimosso – spiega l’associazione- tanto ha disturbato perche’ scuoteva le coscienze. Una scritta non offensiva, anzi rispettosa della salute delle donne e dei bambini, che sono i piu’ deboli”.
(AGI)
Rmt/Mld
111415 APR 18
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