Nel 2019 ricorrono i 60 anni delle donne in Polizia ed i 20 anni delle donne nelle Forze Armate. Cominciamo dalle seconde. Sono trascorsi vent’anni dal loro ingresso nelle Forze Armate, grazie all’entrata in vigore della Legge del 20 ottobre del 1999. Con la L.380,infatti, fu istituito il servizio militare volontario femminile; i primi bandi di concorso per il reclutamento nelle Accademie militari dell’Esercito, della Marina e dell’ Aeronautica sono del 4 gennaio 2000 e fu l’allora Ministro della Difesa, Sergio Mattarella, ad inaugurare il primo corso di allieve. Da allora da oggi il numero del personale femminile è cresciuto costantemente ed oggi sono circa 16.000 le donne nelle Forze Armate, rappresentano quasi il 6% del totale (con una media del 10,9% nei Paesi Nato) e sono impiegate in ogni settore e in ogni realtà operativa sul territorio nazionale e nelle missioni militari internazionali. Per celebrare l’importante ricorrenza, lo Stato Maggiore della Difesa ha dedicato alle donne in uniforme il calendario 2020; ma il ventennale è stata anche l’occasione per fare un bilancio ed una previsione sul raggiungimento delle posizioni apicali. Nel 2013 la prima donna Generale delle Forze armate italiane, è Laura De Benedetti dell’Arma dei Carabinieri ma già vicequestore aggiunto nelle Forze di Polizia, prima di transitare nell’Arma. Nel 2017 le prime tre donne Generali dei Carabinieri, ex dirigenti superiori del Corpo Forestale dello Stato che, dopo l’accorpamento, sono entrare a far parte dell’Arma. Per il resto bisognerà aspettare ed è stato calcolato che nel 2022 avrà i gradi di Colonnello la prima donna e nel 2029, tra circa 10 anni, ci sarà una donna Generale. D’altronde è questioni di tempi tecnici; in Spagna, ad esempio, dove le donne sono entrate nelle Forze Armate 31 anni fa e sono ben il 12%, la prima donna colonnello è Patricia Ortega nel 2015, diventata Generale dell’Esercito quest’anno. Ed anche se portiamo lo sguardo oltre Oceano, constatiamo che è nel luglio scorso che una donna, Laura Yeager, è diventata Generale dell’Esercito americano, a capo di una Divisione di Fanteria e solo nel gennaio del 2016, il Pentagono apriva i vertici alle donne. Tra le pieghe delle celebrazioni ed i giusti riconoscimenti al ruolo fondamentale svolto dalle donne nelle Forze Armate, è tornata in discussione la nota e controversa questione del “test di gravidanza” imposto alle donne dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate che partecipano ai Bandi di concorso interni per l’avanzamento di grado. Nei Bandi emanati dalla Direzione Generale per il Personale Militare si legge che “I candidati di sesso femminile, prima dello svolgimento delle prove di efficienza fisica, dovranno presentare il referto del test di gravidanza o sottoporsi al test, per effettuare in sicurezza le prove di efficienza fisica”. La ratio della norma è chiara ma risulta odiosa se non addirittura discriminatoria e si sta lavorando ad una modifica per permettere alle donne in gravidanza concorrenti di svolgere in un secondo momento le prove di efficienza fisica previste. E’ del 1959, invece, l’istituzione del Corpo di polizia femminile ad ordinamento civile, sciolto nel 1981 quando è stato consentito alle donne di arruolarsi nella Polizia di Stato ed avere accesso a tutte le qualifiche (L121);oggi le donne in polizia sono quasi 16mila, occupano il 35% del settore dirigenziale (mentre la percentuale si abbassa, scendendo di qualifica) e sono il 15% del personale in servizio. La disparità percentuale riguarda anche i ruoli iniziali; questo aspetto è collegato alla normativa attualmente vigente per l’accesso ai ruoli iniziali della Polizia di Stato (come delle altre forze di polizia a ordinamento militare e civile: Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato) che, per l’abolizione del servizio di leva obbligatorio, ha introdotto la riserva (fino al 2020) del 100% dei posti messi a concorso, ai volontari delle Forze Armate VFP1 e VFPA (L226/2004), in cui la presenza femminile è minore. Insomma, tra affermazioni e gap, la strada resta lunga.
Pagina da Airpress n 105
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