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AirPress – Il G20 delle donne

Airpress_93_Pag_25In vista del Summit G20 – il forum economico mondiale annuale dei 20 Paesi più influenti delle “economie sviluppate” – che si svolgerà a Buenos Aires il 30 novembre ed il 1 dicembre p.v. , torna ad attivarsi e ad agire il Women20, il vertice femminile preparatorio e parallelo, che dal 2015 riunisce le donne imprenditrici.

L’uguaglianza di genere, come prospettiva globale, è al centro dell’agenda del G20 Argentina 2018, anzi è la premessa per garantire uno sviluppo sostenibile che punti a “potenziare tutte le donne e le ragazze” e, raggiungere l’obiettivo “25-25”, ossia la riduzione, entro il 2025, del 25% del divario di genere nella partecipazione al mercato del lavoro, con l’inclusione di oltre 100 milioni di donne nella forza lavoro.

Per poter influenzare con le sue Raccomandazione i Governi del G20, il Women20 è composto dai rappresentanti dei Paesi inclusi nel Vertice e si prefigge obiettivi misurabili ed attuabili. Il W20, nato a seguito della dichiarazione di Brisbane (Australia) del 2014, è un gruppo di interesse della società civile ed ha una mission: elaborare proposte di policy per i leader dei Paesi membri del G20; le questioni di fondono sono e restano l’eliminazione delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro; l’accesso al credito per le donne che abbiano intenzione di avviare un’attività imprenditoriale; il gap della presenza femminile nelle posizioni apicali. Ma non solo, tra le policies necessarie di gender equity, l’inclusione finanziaria; l’accesso alle tecnologia (inclusione digitale); maggiori investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione, nei servizi sanitari e nella formazione delle donne impegnate nello sviluppo dell’economia rurale. Di più: il W20 chiede al G20 la creazione di un Fondo globale per le donne rurali entro il 2030, per rafforzare l’organizzazione di cooperative femminili, promuovere l’accesso ai prestiti bancari e alla formazione e favorire una maggiore partecipazione ai processi decisionali.

Al network internazionale W20 appartiene anche l’Italia, ed a rappresentare il nostro Paese il prossimo 1 ottobre a Buenos Aires, occupando il seggio nazionale, ci sarà la Presidente dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienza (AIDDA- Fare Impresa al Femminile), Maria Claudia Torlasco.

Per il W20, AIDDA ha predisposto una serie di proposte concrete da portare al tavolo dei dibattiti, che partendo da quelle indicate dal G20, rappresentano una prospettiva ed una proiezione ulteriori. Nella consapevolezza che uno degli ostacoli all’imprenditoria femminile sia –ovunque! – l’ accesso al credito (in Italia, la richiesta di prestito viene respinta nel 62,2% dei casi per le donne a fronte del 47% dei richiedenti maschi), AIDDA chiede al G20 di definire norme che regolamentino la gender equity in tema di accesso al credito, anche in considerazione – sempre caso italiano – che l’impresa femminile nel nostro Paese è in costante crescita, come conferma anche il dato 2017 con 10.000 imprese in più rispetto al 2016.

Per ridurre lo scarto di genere nell’accesso al mondo del lavoro, AIDDA propone varie misure, tra queste un Osservatorio permanente; l’allungamento degli orari di apertura degli asili (07-19); la trasformazione del congedo per maternità in una astensione facoltativa per 5 mesi, per le lavoratrici prossime al parto o neo mamme. Un’altra proposta dell’AIDDA al W20 riguarda la presenza delle donne nelle società partecipate o nella Pubblica Amministrazione e prende spunto dall’attuazione della Legge n.120 del 201, che fissa al 30% la quota minima di donne presenti nei CDA; e benchè gli squilibri di rappresentanza restino e siano evidenti e diffusi non si può non sottolineare che la presenza delle donne nelle posizioni apicali sia cresciuta dal 2012 al 2017, passando dal 6% al 35%. AIDDA rilancia anche la Certificazione “Gender Equity”, un “Bollino Rosa” con l’introduzione di agevolazioni economiche e fiscali per quelle imprese che investono e realizzano le pari opportunità.

W20, insomma, lancia la sua ennesima sfida all’economia globale per un effettivo gender mainstreaming e le donne si rimettono in marcia, non per se stesse ma per le altre, per tutte quelle che ai tavoli dove si decide non si sono mai sedute.

Isabella Rauti

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