È dal 4 agosto del 2008 che vediamo in numerose città italiane (e ci sentiamo rassicurati) i nostri soldati impegnati nell’operazione “Strade sicure”, ovvero da quando la legge 125 ha previsto l’impiego di personale militare appartenente alle Forze armate per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità nelle aree metropolitane. Nel corso del tempo l’operazione è stata rinnovata e prorogata, assumendo maggiore importanza. Con successive disposizioni legislative è aumentata la consistenza numerica del personale impiegato, sono state modificate le regole di ingaggio ed è stata prevista la collaborazione delle Forze armate nei servizi di controllo del territorio a tutela degli obiettivi sensibili e nei compiti di prevenzione e contrasto del terrorismo. In questo crescendo dal 2008 a oggi, Strade sicure (svolta in massima parte dall’Esercito, con il contributo della Marina, dell’Aeronautica e dei Carabinieri) è arrivata a rappresentare l’impegno più consistente delle Forze armate in termini di impiego di personale, di utilizzo di mezzi e di materiali.
Dall’impiego del primo contingente (circa tremila unità) nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, e con compiti di perlustrazione e pattugliamento, l’operazione si è svolta in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia. I militari in servizio per Strade sicure sono qualificati come agenti di pubblica sicurezza e devono seguire un iter addestrativo, teoricopratico, finalizzato a garantire una pronta risposta operativa alle varie circostanze, comprese quelle di primo soccorso. Gli oltre settemila militari impiegati attualmente nell’operazione garantiscono una presenza costante e capillare sul territorio nazionale, vigilando porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana, ma anche siti istituzionali e diplomatici, luoghi artistici e di culto, siti di interesse religioso, nonché valichi di frontiera. A questo si deve aggiungere il compito di controllo nella cosiddetta “terra dei fuochi” e il presidio in aree evacuate a seguito di eventi sismici e calamitosi o in zone colpite da particolari situazioni emergenziali.
Come non ricordare, tra gli altri, i compiti di pattugliamento e vigilanza degli obiettivi sensibili nella “zona rossa” dei comuni di Amatrice e Accumoli, area di responsabilità del raggruppamento “Lazio-Abruzzo” dell’operazione Strade sicure, ora guidato dalla brigata Granatieri di Sardegna di stanza a Roma, subentrata nel comando all’Artiglieria controaerei di Sabaudia (Latina). Inoltre, negli ultimi due anni, l’addestramento del personale impiegato in Strade sicure è stato riconfigurato in base alle esigenze sempre più dinamiche e meno statiche dei servizi e alle necessità di impiego di assetti specialistici. Con la diffusione della pandemia Covid-19 il personale è stato chiamato a svolgere, accanto ai tradizionali compiti previsti dal dispositivo, anche una serie di attività finalizzate a fronteggiare l’emergenza e al contenimento della diffusione del virus. A tale scopo il contingente è stato incrementato (nel marzo 2020 e, con ulteriore proroga, fino al 31 gennaio del 2021) di un’aliquota aggiuntiva di 753 unità di personale militare. La tempestività d’intervento e i risultati operativi di Strade sicure sono eccellenti, sia nell’espletamento dei compiti tradizionali di prevenzione e di contrasto a criminalità e terrorismo, sia in quelli di ordine pubblico e speciali, legati a circostanze di pubblica calamità e nei casi di straordinaria necessità e urgenza, nonché tutti i diversi impieghi richiesti dall’emergenza epidemiologica. E non sono solo i dati a confermare e raccontare una storia di impegno e contributo significativi, distribuito su tutto il territorio nazionale, ma anche la nostra immediata percezione della sicurezza, della tutela del bene comune e della vita di ognuno di noi.
Pagina 38 da Airpress 118
[File pdf – 153 Kb]