Dall’inizio, prima che il Coronavirus diventasse un’emergenza e poi una pandemia, le nostre Forze Armate si sono schierate per il contenimento e la mitigazione dell’epidemia. E se l’immagine che più ha colpito e straziato l’Italia è stata quella del corteo dei camion mimetici che trasportavano le bare dagli ospedali della bergamasca e dal cimitero monumentale di Bergamo verso i forni per la cremazione, presso Comuni fuori regione, tutti sappiamo che l’impegno dei nostri militari è cominciato da subito e la macchina operativa delle Forze Armate italiane si è data un assetto di sistema, mettendo a disposizione risorse umane, mezzi ed infrastrutture.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha identificato nel Comando operativo di vertice interforze (COI), di Centocelle (Roma), il referente unico per la gestione dell’emergenza sanitaria in sinergia con tutte le Forze Armate e in coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile, i Ministeri per gli Affari Esteri e della Salute. La Sala Operativa presso il Comando Operativo di Vertice Interforze è attiva 24 ore su 24, sette giorni su sette, come la situazione di emergenza richiede.
Facciamo un passo indietro. Già a Gennaio scorso il Centro Sportivo Olimpico della città militare della Cecchignola (Roma) attrezzava gli spazi di quarantena per l’accoglienza e la sorveglianza sanitaria dei nostri connazionali di ritorno dalla Cina, riportati in Patria con i voli degli aerei dell’Aeronautica ed i team sanitari dell’Esercito, della Marina e del Ministero della Salute.
E da quando l’emergenza Covid19 è conclamata ed ha dispiegato tutta la sua violenza, sono più di 4.800 gli uomini e le donne delle Forze Armate impegnati; 321 i mezzi coinvolti; 5 ambulanze, 5 elicotteri, 3 aerei da trasporto; 6800 i posti letto messi a disposizione sul territorio nazionale; e due ospedali da Campo – allestiti a tempi di record – a Piacenza (nell’area dell’ex Arsenale) ed a Crema.
Ufficiali di collegamento collaborano con le Prefetture “per l’attività di coordinamento nonché di pronta capacità di risposta con le unità operative, logistiche e sanitarie dell’Esercito”; mentre gli oltre 7.200 militari dell’operazione “Strade Sicure” sono pronti a essere rimodulati nel servizio (già in Campania, Puglia e Sicilia), per il controllo del territorio ed il rispetto delle misure di prevenzione e contenimento emanate dal Governo.
Nella Regione Lombardia, focolaio del virus e drammaticamente colpita dall’epidemia, le Forze Armate sono intervenute subito inviando medici ed infermieri militari negli Ospedali territoriali; a fronteggiare l’emergenza concorrono le strutture dell’Esercito del Centro Ospedaliero Militare (COM) di Milano presso Baggio e quelle del Policlinico militare Celio di Roma.
La Difesa, infatti, ha messo a disposizione – cambiando la destinazione d’uso degli alloggi – la Caserma Annibaldi di Milano, l’ex ospedale militare collocato nel quartiere Baggio; circa 100 posti letto dedicati alla sorveglianza sanitaria delle persone in misura di quarantena. Per garanti condizioni di isolamento e biocontenimento sono state create due aree separate tra quella contaminata e l’area definita pulita e gli operatori sanitari accedono con tutti i dispositivi di protezione individuale (DIP) per preservare la loro sicurezza e quella dell’ambente circostante dell’ospedale.
La predisposizione infrastrutturale ha comportato l’applicazione di un dispositivo interforze di accoglimento e di osservazione sanitaria e una seconda struttura, con 56 posti letto, è stata allestita presso il Comando Aeroporto di Linate dell’Aeronautica Militare, dove 4 elicotteri – configurati in assetto per il biocontenimento e relativi team sanitari – sono operativi per il trasporto di pazienti Covid-19.
E, ancora, con procedura straordinaria è stato pubblicato il Bando di concorso per l’arruolamento temporale (un anno) di 120 ufficiali medici e 200 sottoufficiali infermieri e si stanno richiamando anche Ufficiali Superiori del Corpo Sanitario in posizione di ausiliaria; mentre lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze è impegnato con la produzione di 1000 litri al giorno di sostanze disinfettanti ad attività germicida e battericida e, l’obiettivo è quello di incrementare progressivamente il numero. Nell’ambito del supporto fornito per l’emergenza Coronavirus, la Difesa sta contribuendo alla produzione di dispositivi per le sale di terapia intensiva e sub intensiva, mettendo a disposizione della “Siare Enginereering” di Valsamoggia (Bologna), 25 unità dell’Azienda Industrie Difesa. E potremmo continuare perché una cosa è certa, in questa guerra sanitaria le nostra Forze sono tutte in primissima linea, con competenza e passione. Grazie!
Isabella Rauti
Pagina da Airpress n. 110
[File pdf – 282 Kb]