Mentre scriviamo Luca Parmitano è in missione sulla Stazione spaziale e noi sulla terra… non sappiamo quale nuovo Governo avrà il Paese, e non sappiamo neppure se si andrà a votare in autunno. Comunque un Governo, prima o poi, ci sarà ed all’Esecutivo che verrà – indipendentemente dalla sua vocazione e dalla sua matrice – è necessario chiedere un’attenzione specifica ai temi del settore dello Spazio dell’Aerospazio. Non è un capriccio né una fissazione degli addetti ai lavori ma un’esigenza quasi vitale per il nostro Paese. E se ne accorgeranno subito, coloro che parteciperanno a Berlino dall’8 al 10 settembre p.v.) all’European Interparliamentary Space Conference (EISC), un Forum permanente istituito nel 1999 per la cooperazione tra i Parlamenti nazionali europei sulla politica nel settore spaziale e sede di confronto sulle principali sfide in campo nonché sull’assegnazione dei relativi fondi di bilancio dei Paesi membri. All’incontro di Berlino sarà rappresentato anche l’Intergruppo parlamentare italiano per l’Aereospazio, nato nel giugno scorso, ma attivo già nella precedente legislatura e che può svolgere un ruolo prezioso, sensibilizzando il Parlamento, rafforzando la consapevolezza della politica ed il dialogo con le Istituzioni e le Aziende di un settore strategico nonché assicurardo la presenza italiana alla “Space (parliamentary) diplomacy”.
Le Sessioni della Conferenza di Berlino sono articolate su tre temi fondamentali: “Esplorazione”, “Sicurezza e protezione” e Applicazioni” ed i discorso di apertura dei lavori sarà tenuto dal Direttore Generale dell’ESA. E proprio la Conferenza ministeriale dell’ESA, prevista a Siviglia nel prossimo mese di novembre, sarà al centro del confronto della Conferenza interparlamentare ed è l’evento più atteso del 2019; l’anno scorso a Madrid, con la riunione ministeriale intermedia, l’Europa spaziale ha tracciato infatti li linee delle future attività di settore, in vista dell’”ESA SPACE19+” e rispetto a tutto questo l’Italia non può e non deve restare indietro. Bisognerà scegliere e decidere come “esserCI” nei Programmi pluriennali Europei e nella politica industriale dell’ESA; come collaborare con il resto dell’Europa – e con i partners extraeuropei – per renderla centrale nella nuova era dell’esplorazione spaziale globale: “avanti verso la Luna ed oltre fino a Marte”; come supportare l’Industria di settore, sia quella tradizionale ma sempre innovativa che quella nuova ed emergente legata alla delicata questione della “sicurezza spaziale” e dell’impiego di tipo duale (civile-militare). E tanto altro ancora. Ma è di tutta evidenza che i programmi spaziali non possono attendere e la politica deve fare presto e bene! E’ utile ricordare che la Legge n.7\2018 sulle “politiche spaziali e aereospaziali” che conferisce al Presidente del Consiglio la direzione , la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche ministeriali relativamente ai programmi spaziali e l’applicazione della Norma costituisce la premessa e lo strumento per una solida governance del settore , anche attraverso l’attività del “COMINT”, il Comitato Interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aereospazio cui partecipano i rappresentanti di 12 Ministeri e la Presidenza della Conferenza delle Regioni e Province Autonome. La governance nazionale per le politiche spaziali ed aereospaziali riguarda, quindi, due settori strategici e di fondamentale importanza per l’interesse nazionale, per l’apertura verso i mercati internazionali e la competitività industriale nonché per l’impulso alla ricerca scientifica, al progresso tecnologico e alle capacità di sviluppo e produzione dell’Industria nazionale, come non manca di sottolineare la Relazione al Parlamento del COMINT. Nel settore spaziale e aereospaziale nazionale sono stati adottati importanti atti normativi, lanciate alcune attività e presi impegni che aspettano di essere mantenuti , dal completamento della costellazione Cosmo Sky MED satelliti radar di Seconda Generazione alla realizzazione del Core Module 2 della stazione orbitante cinese, solo per citarne due e per ribadire che – più in generale e nella sua complessità – la materia spaziale e aereospaziale richiedono un indirizzo politico deciso ed una definizione delle politiche industriali e delle filiere produttive di settore; insomma una “space economy, policy and diplomacy” per una programmazione pluriennale coerente, anche al livello europeo – ed una strategia nazionale di sicurezza per lo Spazio. E si tratta di scelte strategiche per il futuro e per lo sviluppo del sistema-Paese!
Airpress N 103 – Pagina 23
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