Quando si dice Libano si dice UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon, la missione multinazionale di pace (HQ a Naqoura), nata con la Risoluzione 425 /1978 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – oggi e per la quarta volta, a Comando italiano – alla quale partecipano 43 Paesi e nella quale sono impegnati circa 10.500 soldati; con Cinque battaglioni impiegati nel Sector West (contingenti del Joint Task Force Lebanon, con 3618 militari di 13 Paesi ed HQ a Shamaa, a Comando italiano con la Brigata Bersaglieri “Garibaldi”) e quattro nel Sector East (HQ a Marjayoun). La Missione dei Caschi Blu è finalizzata alla stabilizzazione ed alla pacificazione del Paese dei Cedri, al monitoraggio della cessazione delle ostilità, al dialogo (Tripartite Forum) tra le Forze Armate Libanesi (Lebanese Armed Forces, LAF) e quelle israeliane (IDF), al supporto dell’esercito libanese ed al sostegno umanitario della popolazione civile.
Dal 2015 in Libano si è aggiunta un’altra cifra tutta italiana, ed è quella interpretata con lo schieramento della Missione Militare Bilaterale Italiana (MIBIL) che svolge attività addestrative e formative delle Forze Armate Libanesi , per incrementarne la capacità operativa, delle Forze di sicurezza e della Guardia deputata alla difesa del Presidente della repubblica libanese Michel Aoun e della sua famiglia.
La MIBIL , che rientra nel quadro delle iniziative dell’International Support Group for Lebanon (ISG), ha il suo training center ad As- Samayah, nel sud del Libano, ma svolge le sue attività formative in tutto il Paese e presso la sede della Guardia Presidenziale a Beirut. Nello specifico, la Missione bilaterale permanente organizza, coordina e conduce tutte le attività addestrative , di assistenza e consulenza, promosse e svolte con le LAF nel settore delle Difesa nazionale e con le Forze di sicurezza : la General Security (SG), la State Security , Direzione generale della sicurezza dello Stato (ST) e l’International Security Forces (ISF); ed il mentoring è finalizzato all’incremento capacitivo delle LAF e delle Forze di Sicurezza ed all’addestramento dei loro istruttori (train on trainers), fino a renderle autonome. Nel corso di 3 anni – con 2638 unità di personale addestrato, tra ufficiali, sottoufficiali e truppa – il core team della MIBIL si è espanso, e l’offerta dei Corsi al personale militare libanese si è molto sviluppata – nel numero e nelle località coinvolte – ed articolata nel suo catalogo formativo; solo nel 2018 si sono svolti 55 corsi di attività addestrative che, nella loro pianificazione, devono ricevere l’approvazione del Centro Operativo Interforze (COI). Tra i Corsi in esecuzione, quelli per operatori e specialisti Psyops, quelli di tattiche e tecniche di combattimento, intelligence operativo, deterrenza al terrorismo, sorveglianza e sicurezza dei siti sensibili, per la difesa nucleare biologica e chimica (CBRN); e sono molte quelle già programmate per il futuro – più di 60 – dall’Esercito insieme alla Marina militare, all’Aeronautica, ai Carabinieri ed alle Forze speciali. L’insieme dei corsi messi in campo con l’impiego di eccellenze e declinati sul territorio con flessibilità ed aderenza alle esigenze di un Paese pluralista come il Libano, costituisce un modello addestrativo di estrema valenza e di riferimento che ha contribuito a rafforzare il consenso italiano in Libano . Tra i risultati raggiunti dai Corsi merita una menzione specifica per la sua particolarità, l’attività addestrativa della Guardia Presidenziale, che vede gli italiani come unico interlocutore straniero; e gli italiani, primi militari non libanesi, presenti presso il poligono di artiglieria. La stretta collaborazione con le Forze di Sicurezza e con le LAF ha anche consentito lo svolgimento di Corsi di addestramento femminile nonché del corso “ Close Protection Team” (CPT), che ha coinvolto 25 donne, ora impiegate nella sicurezza del Presidente libanese e della First Lady.
Pagina 29 – Airpress gennaio 2019 – N 96
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