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ANSA – Carceri: Rauti, servono risposte strutturali, no amnistia

(ANSA) – ROMA, 22 SET – ”La situazione delle carceri del Lazio è molto grave, se è vero che nei 14 Istituti di pena e detenzione esistenti nella nostra Regione sono circa 2000 i detenuti in esubero rispetto agli standard di capienza stabiliti per legge”. Lo dice la consigliera regionale del Lazio Isabella Rauti, a margine del Consiglio regionale straordinario di oggi.
”L’approccio al tema della detenzione non deve essere ideologico ma pragmatico – aggiunge – dobbiamo contribuire a creare i presupposti strutturali affinché le condizioni dei detenuti siano compatibili con la funzione rieducativa della pena e coi diritti della Persona umana, principi sanciti dalla Legge, dal codice penale e dalla nostra stessa Carta costituzionale. Non ritengo che l’amnistia possa essere una soluzione giusta al problema, perché è un provvedimento tampone che risolve per poco tempo l’emergenza ma non scongiura affatto il rapido ritorno a situazioni di forte criticità.
L’esempio del 2006 è ancora sotto gli occhi di tutti; dopo appena due anni le carceri erano nuovamente al collasso.
Propongo di mettere subito mano a provvedimenti che possano realmente contribuire alla soluzione definitiva del sovraffollamento delle carceri: rivedere il regime della custodia cautelare in carcere; provvedere a una depenalizzazione dei reati minori; trovare ulteriori forme alternative alla detenzione, anche nell’ottica della riabilitazione del condannato e del suo progressivo reinserimento nella società e nel mondo del lavoro; portare a compimento il piano di edilizia penitenziaria varato nel 2010”.
”Mi auguro che il Consiglio regionale del Lazio – aggiunge – riesca oggi a determinarsi in maniera bipartisan. Personalmente ho firmato la mozione presentata da colleghi di diverse forze politiche. Continuerò il mio impegno su un tema che mi sta particolarmente a cuore, e sul quale ho presentato una proposta di legge: la creazione degli Icam nella nostra regione, Istituti di custodia attenuata per le madri detenute che possono essere una risposta importante sia sul versante della riduzione del numero delle detenute stesse presso gli Istituti di pena che nell’ottica di garantire ai loro figli un’infanzia normale”.(ANSA).

22-SET-11 17:27 NNNN

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