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ANSA – Fine vita: Mantovano, ddl è inaccettabile nel suo insieme

(ANSA) – ROMA, 15 DIC – “L’intervento legislativo è inaccettabile nel suo insieme perché si muove secondo una logica di morte, e non invece di aiuto e di affiancamento alla sofferenza. Come emerge dal parere del Comitato etico sulla vicenda di ‘Mario’, il disabile marchigiano che ha chiesto di morire, i problemi sono spesso di ordine psicologico, e richiedono un sistema sanitario e di welfare che affronti i la concretezza della quotidianità di chi vive in queste condizioni, non di identificare come porre fine all’esistenza”. Lo ha detto a Montecitorio Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro studi Livatino, a proposito della proposta di legge sul suicidio assistito. Mantovano ha presentato il suo libro “Eutanasia. Le ragioni del no” assieme a Isabella Rauti (FdI), Alessandro Pagano (Lega), Fabiola Bologna (Coraggio Italia) e Antonio Palmieri (Fi).
“I caregiver nel testo Bazoli – ha detto Mantovano – semplicemente non esistono. Esiste il dramma quotidiano di parenti stretti del disabile o del paziente che devono conciliare le esigenze di lavoro e di esistenza con la necessaria assistenza della persona che soffre: se ne era accennato all’inizio della pandemia, ma poi sono caduti nel dimenticatoio”.
Insomma, secondo Mantovano non si usa il termine eutanasia “per ipocrisia. Si usa la circonvoluzione ‘Morte volontaria medicalmente assistita’. Eutanasia è un termine che preoccupa, meglio nascondere con un giro di parole la sostanza del decesso procurato”.
Il testo, approdato lunedì scorso in Aula, secondo Mantovano “va ben oltre i confini indicati dalla pur opinabile sentenza della Corte costituzionale” del novembre 2019 “perché adopera espressioni che non attengono soltanto alla condizione di un paziente in stato terminale che ha sofferenze intollerabili, ma a chi vive una grave disabilità o è molto anziano, pur non essendovi prognosi di imminenza di morte. Inoltre non considera le cure palliative quali pregiudiziali a ogni trattamento di fine vita, come invece era nella pronuncia della Consulta: se non si prevede l’attivazione di quel che può lenire e circoscrivere quel dolore che è causa della richiesta di morte, vuol dire che l’obiettivo eutanasico prevale su tutto”. (ANSA).
IA
15-DIC-21 13:15 NNN

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