Roma, 15 mag. (askanews) – “Gli Stati Generali della Natalità, ottimamente organizzati dal Forum delle Famiglie, sono stati l’occasione per fotografare la drammatica situazione della denatalità e dell’emergenza demografica in cui siamo precipitati. Il quadro che emerge rattrista ma non può stupire perché sono anni che, sulla base dei dati statistici, viene lanciato l’allarme dell’ inverno demografico incombente, in Italia e in Europa; ciò che invece stupisce è la riottosità della politica nell’assumersi delle responsabilità precise nonché impegni programmatici per favorire le scelte di maternità e di paternità e per sostenere le famiglie”. Lo dichiara la senatrice Isabella Rauti, responsabile “Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili, di Fratelli d’Italia.
“Le proposte concrete emerse nel corso dei lavori degli “Stati Generali della Natalità” – sottolinea – sono realizzabili e di buon senso; e molte coincidono con quelle avanzate, nel corso degli anni, da Fratelli d’Italia e ribadite, una settimana fa, nella presentazione del nostro manifesto programmatico “Viva la mamma”, diffuso in occasione della festa della mamma. Da tempo proponiamo, infatti, servizi di welfare di prossimità e infrastrutture sociali; un piano per gli asili nido; la riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti di prima infanzia; una modifica dei congedi parentali;l’introduzione del quoziente familiare e, infine, del criterio “dei carichi familiari e del numero di figli” nel calcolo dei ristori e degli indennizzi post covid. E lascia sconcertati la schizofrenia di coloro che fanno diagnosi puntuali del crollo demografico ma alla prova dei fatti, non si dimostrano consequenziali”.
“Nel “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” – ad esempio – non si è riservato alla natalità ed alla Famiglia il ruolo di essere una delle sei Missioni del Recovery nè si sono investite risorse adeguate per un piano nascite e gli asili nido. Per non parlare del vergognoso inganno dell’assegno unico universale per ogni figlio, previsto nel “Family Act” per gennaio 2021, poi slittato al 1 luglio prossimo – con l’approvazione unanime della misura sia alla Camera che al Senato – ma che in realtà non arriverà fino a gennaio 2022 , e nel frattempo interverrà – forse – una “soluzione ponte” , indefinita nella quantificazione e nelle modalità di erogazione. Ci auguriamo – conclude Rauti – che i risultati degli “Stati Generali” ottengano l’attenzione che meritano e che determinino un salto di qualità nell’azione politica del governo e nel confronto sui temi della famiglia e della natalità”.
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