Roma, 30 nov. (askanews) – Stati Uniti, Ungheria, Australia e Austria e, più recentemente, la Repubblica Ceca, secondo cui il testo “non stabilisce una netta differenza tra migrazione legale e illegale”;
la sottoscrizione del complesso reticolato di impegni del Global compact comporta un’inaccettabile cessione di sovranità sul tema migratorio secondo un’impostazione ideologica che sancisce, di fatto, una sorta di “diritto a migrare”;
l’Italia, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, costituirebbe il “molo naturale” per le rotte che provengono dall’Africa, divenendo la “porta di accesso” al mondo occidentale, al suo stile di vita, ai suoi diritti e ai suoi doveri, (Segue)
Red/Ral 20181130T040034Z