“L’attualità della politica nazionalpolare l’abbiamo riscontrata in Francia: Marine Le Pen ha incarnato un modello nazionale e popolare, contro le lobbies, nel tentativo di costruire una piattaforma programmatica che restituisse la sovranità al popolo”: a parlare è Isabella Rauti, giornalista ed intellettuale, intervistata da Barbadillo.it a margine dell’incontro a Roma su “Pino Rauti, il rivoluzionario nazional popolare”.
Signora Isabella, perché continuare a studiare gli scritti di Pino Rauti?
L’intento dell’incontro romano e di altri i programma è quello di analizzare gli studi del leader missino per coglierne le intuizioni ancora straordinariamente in linea con il nostro spirito del tempo. Su temi cruciali come immigrazione, demografia, dissesto idrogeologico e difesa del paesaggio o affermazione della modernità del welfare state, Rauti resta un punto di riferimento per un’area politica che vuole essere nazionale e popolare.
Le tesi rautiane non piacerebbero a tanti dell’attuale centrodestra, sensibile alle sirene tecnocratiche…
Non sarebbe una novità. Anche nel Msi erano viste con ostilità dagli ambienti più conservatori, mentre basta leggere la realtà per comprendere quanto i diritti del popolo passino dal riconoscimento del valore di ambiente, stato sociale e famiglia.
Domenico Fisichella scrisse nel 1989 un fondo su “Il Tempo” intitolato “Compagno missino”. Le idee di Rauti erano di “sinistra”?
Mio padre puntualizzò il suo pensiero con un editoriale su Linea nel quale spiegò che “nessuno indossava la camicia rossa” ma era impegnato nel restituire alla nostra comunità qualcosa di caratterizzante la storia missina, il rapporto prioritario con il popolo. E questo postulato resta prezioso in chiave di ricostruzione identitaria della destra nazionale e popolare.
La visione nazionalpopolare è alla base del successo di Marine Le Pen?
Le idee vanno contestualizzate, come sta facendo la Le Pen nel Front National: con un metodo nazionalpopolare ha posizionato il partito a difesa del popolo contro la dittatura tecnocratica e contro il politicamente corretto.
Eppure Pino Rauti tentò in tutti i modi di rompere l’asse Msi-Front National…
Rauti sul tema dell’immigrazione aveva una visione ben differente rispetto al reazionarismo di Jean-Marie Le Pen. La figlia, esprime una politica differente.
L’archivio Rauti: è possibile consultarlo per tesi o apprendimenti?
Certamente. Abbiamo il sito a cui si può scrivere, www.pinorauti.org, mentre come Centro Studi Pino Rauti stiamo completando l’archiviazione dei suoi documenti: per ora abbiamo catalogato oltre mille volumi che identificano le sue passioni e gli argomenti di studio. vanno dalla politica alla storia all’economia fino al turismo e alla cucina intesa come una delle vie per affermare il legame con tradizione. Poi c’è una quantità sterminata di documenti.
Ci può anticipare qualche scritto emerso dagli archivi?
Abbiamo ritrovato le lettere che scrisse mio padre alla famiglia da prigioniero come aderente alla Repubblica Sociale: erano inviate dal campo di detenzione di Algeri nel 1945. Poi hanno una grande rilevanze le lettere che scrisse alla famiglia durante la detenzione ingiusta nel 1972: da queste epistole emerge un Rauti intimo, con particolari che aiutano a comprendere la sensibilità dell’uomo e del politico.
Michele De Feudis
[Fonte: www.barbadillo.it]