Percorso:

BELLA PIAZZA, MA NON NOSTRA. IN ITALIA C’È BISOGNO DI DESTRA.

La manifestazione di Matteo Salvini a Roma rappresenta un’ulteriore dimostrazione della validità di idee e di obiettivi che stiamo ripetendo da tempo. Come ha scritto il Giornale d’Italia di Francesco Storace, quella di ieri era una “bella piazza, ma non nostra”.
Ci ha colpito l’assenza di bandiere nazionali, salvo quelle portate da Casapound; la visione di un palco in cui c’erano più tricolori russi che italiani; l’insistenza di Salvini nel parlare di “Italie” al plurale e non di “Italia” unita e indivisibile, anche se siamo ben consapevoli che la nostra identità nazionale si basa su tante appartenenze specifiche e autonomie locali che devono essere rispettate e valorizzate. Ma, soprattutto, ci ha colpito la riedizione della polemica del “cittadino” contro lo “Stato”, confondendo ancora una volta, come hanno già fatto Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, lo Stato nazionale con lo statalismo e l’oppressione fiscale. Come si fa a difendere la sovranità nazionale di fronte a Bruxelles e di fronte alla globalizzazione senza uno Stato-Nazione che la incarni e la eserciti?
In sintesi la piazza di ieri ci ha dimostrato che Matteo Salvini può e deve essere un alleato nel costruire l’alternativa a Matteo Renzi, ma la Lega e i suoi affiliati non possono essere la nostra Casa comune. Noi siamo diversi dal percorso della Lega e non bastano aperture di vecchi esponenti di Alleanza Nazionale verso la lista “Noi con Salvini” per colmare questa differenza. Noi siamo gli eredi di una grande tradizione politica, quella della Destra nazionalpopolare – sociale, nazionale e popolare – che ha l’unità della Nazione, l’autorità dello Stato e la solidarietà comunitaria tra i suoi valori non negoziabili.
Possiamo e dobbiamo essere complementari con l’amalgama che si sta creando attorno a Matteo Salvini, ma per farlo dobbiamo avere le spalle larghe e la piena consapevolezza della nostra storia e della nostra identità.
Per questo, dopo la giornata di ieri siamo ancora più convinti che sia necessario riaggregare la Destra, quella Destra che ha attraversato il lungo percorso che va dal Movimento Sociale ad Alleanza Nazionale e che, pur nella pluralità delle anime che la compongono, non ha mai messo in discussione questi tre valori fondanti: Nazione, Stato e solidarietà sociale.
Noi siamo il vero “Partito della Nazione” (definizione che Matteo Renzi ci ha scippato per nobilitare il suo consociativismo di potere), che può creare una sintesi tra le spinte identitarie e la necessità di costruire un’alternativa di governo al Partito Democratico. Noi crediamo nell’identità e nell’unità nazionale come profondo legame tra Nord e Sud, in un modello di sviluppo italiano radicato in Europa ma proiettato, attraverso il Mezzogiorno, nel Mediterraneo.
Di Matteo Salvini ci piace la forza con cui mette in discussione il “politicamente corretto”, il coraggio con cui sfida l’eurocrazia di Bruxelles e i poteri forti della globalizzazione, la lucidità con cui indica il Front National di Marine Le Pen come principale interlocutore in sede europea. Senza questi riferimenti anche un nuovo centrodestra rischia di scivolare negli equivoci diktat di un Partito Popolare Europeo oggi totalmente asservito agli interessi della Germania. Ma tutto questo non basta se non viene integrato dalla profonda coscienza nazionale e dal forte senso di responsabilità della nostra Destra.
In un editoriale sul Tempo anche Giorgia Meloni parla della “necessità di ricostruire una grande destra nazionale”, che non è rappresentata solo da Fratelli d’Italia. Ci sono tante energie disperse all’interno dei partiti del centrodestra, altre ancora guardano alla Lega di Salvini in mancanza di proposte più convincenti, ma soprattutto ci sono persone e comunità di destra che si sono rifugiate nel limbo del non voto e del rifiuto della politica. Dobbiamo richiamarle a noi con un grande processo unitario, che parta dalla storia del Msi e di An per aggregare tutte le anime della destra, senza pregiudizi ideologici, senza rendite di posizione e senza egemonie precostituite.
Su questo progetto la comunità umana di “Prima l’Italia” vuole lavorare, senza rinunciare alla propria identità specifica e senza trascurare di difendere fino in fondo le insegne di Fdi-An alle ormai prossime elezioni regionali, ma nella convinzione che bisogna confrontarsi con tutti per costruire un nuovo inizio. Siamo convinti che possa nascere una Destra rinnovata nella sua organizzazione ma radicata nella sua storia, una forza che sarà il motore principale di uno nuovo schieramento realmente alternativo e vincente rispetto al progetto di potere di Matteo Renzi.

Il Direttivo di Prima l’Italia

Questa voce è stata pubblicata in Comunicati stampa, Primo piano con Tag: .