ISABELLA RAUTI: “LE DONNE SONO GARANZIA DI BUON GOVERNO E INTRODUCONO MAGGIORI RIFORME SOCIALI”
Oggi la Consigliera Isabella Rauti, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio è intervenuta alla presentazione del libro “Le italiane”, a cura del Telefono Rosa, nella sala della Stampa Estera: “La storia delle donne ci restituisce ritratti di donne eccezionali, esempi concreti di successi politici, scientifici, culturali e sportivi”.
“Credo esista uno specifico femminile, una ‘normale memorabilità’ che dalla storia dei secoli scorsi e da quella degli ultimi 150 anni di Italia unita arriva al III millennio; ed il filo rosso si ritraccia, contestualizzandolo, nell’affermazione di una leadership delle donne. Ed i ritratti di donne eccezionali presentati nel libro Le italiane lo dimostrano”: lo afferma Isabella Rauti, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, che ha partecipato alla presentazione del libro Le italiane, a cura del Telefono Rosa ed edito da Castelvecchi. “Il filo rosso passa anche attraverso il controverso rapporto tra donne e politica, e con quello della sottorappresentanza femminile nelle Istituzioni; dal 6,3% di elette nel Parlamento nazionale nel 1946 alla legislatura in corso con il 21,3% alla Camera ed il 18% al Senato. Siamo sempre stati e restiamo lontani non solo dal 50% di donne che garantisce matematicamente la rappresentanza ma anche da quel 30% indicato come soglia di garanzia di rappresentanza e , quindi, di efficacia dei sistemi democratici. Inoltre, è dimostrato che nei paesi in cui le donne ricoprono ruoli decisionali apicali, si sono introdotte maggiori riforme nella sanità, nel welfare e nell’ambiente – prosegue Isabella Rauti -. E si tratta della risposta migliore e più concreta al “velinismo” ed a tutte le sue derive culturali. Il cammino è stato faticoso e nonostante le indubbie affermazioni femminili in tutti i campi, qualcosa non è andato nel verso giusto perché restano troppe criticità intorno alla condizione femminile come resta uno scarto tra la parità normativa e legislativa e quella sostanziale e sociale”, conclude.