La “Fondazione Luca Barbareschi” sostiene “La cura del Girasole”
Conferenza stampa – Venerdì 23 aprile – Ore 12.00
Sala del Mappamondo, Camera dei Deputati, Palazzo Montecitorio – Via della Missione 4, Roma
Intervengono:
Luca Barbareschi– Presidente della “Fondazione Luca Barbareschi onlus”
Isabella Rauti – Capo Dipartimento Ministero Pari Opportunità
Francesco Montecchi – Neuropsichiatra e Presidente Associazione “La Cura del Girasole” onlus
Roma, 23 aprile 2010
La “Fondazione Luca Barbareschi Onlus – Dalla parte dei bambini”, ha scelto di sostenere con la donazione di 50.000 euro “La Cura del Girasole”, onlus ideata e presieduta dal neuropsichiatra infantile Prof. Francesco Montecchi.
La cifra, raccolta in questi primi anni di attività dalla Fondazione, anche grazie agli eventi realizzati e alle donazioni spontanee, è il primo contribuito che la Fondazione di Barbareschi ha scelto di devolvere in favore di un’altra associazione, nata con l’obiettivo di aiutare gratuitamente i minori che hanno subito un abuso.
Fondata solo tre anni fa, nell’aprile del 2007 per volere di Luca Barbareschi, la Fondazione è già molto attiva, con eventi di portata nazionale come la Giornata Nazionale contro la Pedofilia, Figli di un male minore, Giocofesta e Da Mercanti di Bugie.
La scelta di offrire la prima donazione alla Cura del Girasole nasce dalla convinzione dell’utilità sociale del lavoro svolto dal Prof. Montecchi, da anni impegnato nel supporto dei bambini, prima come Primario dell’Ospedale Bambino Gesù ed in seguito ideatore del progetto Girasole.
Pensata nel 1999 da Montecchi come una onlus, “La Cura del Girasole” è un’associazione senza scopo di lucro impegnata nella cura del disagio emotivo dei più piccoli, ma anche degli adolescenti; l’obiettivo è quello di offrire un servizio gratuito di sostegno, cura e prevenzione delle diverse forme di abuso.
“Attualmente l’impegno collettivo contro gli abusi all’infanzia è rivolto alle iniziative legislative e giudiziarie – dichiara il Prof. Montecchi – ma è ancora poco sviluppata la cultura della cura e della riparazione dei danni emotivi che gli abusi determinano nel bambino; né le strutture sanitarie e socio assistenziali pubbliche hanno risorse per dare questo tipo di assistenza. La Cura del Girasole Onlus è costituita da professionisti che da circa trent’anni lavorano in questo ambito clinico ed è l’unica istituzione nel Lazio che ha come mission la cura del bambino danneggiato, il sostegno e, quando possibile, il recupero della famiglia”.
Il prossimo importante appuntamento organizzato dalla Fondazione Barbareschi è la seconda Giornata Nazionale Contro la Pedofilia, che si terrà il 5 maggio 2010 presso l’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma
N.B.
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Intervento di Isabella Rauti
già Capo Dipartimento del Ministero per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri
Consigliere Regionale del Lazio
(…) Saluto e ringrazio Luca Barbareschi e alla sua Fondazione “Dalla parte dei bambini”, per l’impegno sul fronte del contrasto alla pedofilia. Un saluto al Prof. Montecchi ed un apprezzamento al Progetto che oggi viene presentato, intitolato “La cura del girasole”. Questa conferenza stampa rappresenta un passaggio intermedio tra le attività poste in essere dalle due Fondazioni e l’imminente ed importante appuntamento della seconda Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia prevista per il 5 maggio p.v.
Partecipare a questa Conferenza Stampa mi dà l’opportunità di fare un piccolo bilancio dell’attività svolta, per due anni, come Capo Dipartimento al Ministero Pari Opportunità e mi impegna, nel mio nuovo incarico di Consigliere regionale, a proseguire su questo fronte ed a portare all’attenzione del Consiglio i temi, di cui mi sono sempre occupata, della difesa dei diritti fondamentali, tra i quali rientra a pieno titolo quello che affrontiamo oggi. Sulla base dell’esperienza fatta come Capo Dipartimento per le Pari Opportunità, sul versante istituzionale della lotta alla pedofilia ed agli abusi contro i minori – fenomeno speculare per le sue terribili affinità a tutte le forme di violenza contro le donne – mi sento di affermare che su queste questioni esistono due livelli di approccio. Esiste un aspetto di intervento legislativo ed uno parallelo e non meno importante legato agli aspetti di cura e di “presa in carico” delle vittime; la cura del disagio e dei danni subiti dalle vittime di abusi. Disagi e danni emotivi, fisici e psicologici che purtroppo si trascinano nel tempo; e credo che rispetto a questo secondo aspetto le associazioni, le fondazioni, le onlus ed il terzo Settore nel suo complesso abbiano un atteggiamento molto dinamico, efficace quasi militante e che non sempre le Istituzioni e le Strutture preposte, come quelle socio-sanitarie, riescono ad avere lo stesso ritmo e la stessa possibilità di intervento. Ritengo inoltre che sia necessario ricomporre e colmare quello spazio che spesso – purtroppo – si crea tra le associazioni da un lato e le istituzioni o le strutture ufficiali dall’altro. Ed è proprio questa attenzione maggiore agli aspetti di cura e di “presa in carico” di chi ha subito l’abuso che deve diventare centrale e prioritaria anche per le Istituzioni che devono intercettare e rispondere a questi bisogni.
Il Dipartimento che ho coordinato, ha consolidato su questo versante un lunga esperienza; da tempo esiste l’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e la pornografia minorile, mentre è nella fase conclusiva la creazione di una banca dati interministeriale che raccolga e monitori i dati e le attività svolte dalla amministrazioni e le iniziative intraprese a livello nazionale e internazionale sul fronte del contrasto e della prevenzione oltre che della repressione del fenomeno degli abusi. L’Osservatorio ha anche collaborato all’elaborazione del Piano Nazionale per il contrasto e lo sfruttamento dei minori, nonché alla stesura delle Linee guida europee di strategie nazionali e internazionali per la protezione dei minori dalla violenza; l’Osservatorio ha partecipato a vari programmi europei e tra questi al SAFER INTERNET DAY, per la sicurezza in rete in collaborazione con la polizia postale; infine è stato recentemente ricostituito dal Ministro Carfagna l’organismo denominato CICLOPE (comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia) mentre siamo in attesa della ratifica della Convenzione di Lanzarote.
Questo, molto nella sintesi, il perimetro di un impegno istituzionale e lo riassumo solo per aiutarmi a puntualizzare un concetto ed è un dato positivo: la volontà politica e la possibilità concreta di inserire in un quadro organico e coordinato l’impegno istituzionale nella ed alla lotta alla pedofilia. Questo è l’obiettivo a cui si tende e sicuramente c’è stata, direi in questi ultimo decennio, una maggiore attenzione di analisi e contrasto dei temi che affrontiamo oggi; verso gli abusi, verso la pedofilia, verso la pedopornografia, verso il turismo sessuale, verso gli abusi rituali e collettivi penso a quelli che si consumano all’interno delle sette in cui molti bambini restano coinvolti a volte trascinati anche dai loro stessi genitori. E allora, se dovessi sintetizzare un quadro generale direi che c’è stato e c’è un aumento d’iniziative di sensibilizzazione segno di un maggiore sforzo politico nonché c’è un impegno e strumento sempre più sofisticati della polizia per l’identificazione delle vittime del reato e soprattutto degli autori e, forse, quel silenzio che circonda, sempre, tutte le vittime di tutte le forme di violenza – che si tratti di un minore o che si tratti di una donna – quel muro di silenzio, comincia a cedere ed a sgretolarsi. E’ un muro fatto di vergogna, è un muro fatto di ricatti e minacce , talvolta è anche un muro di omertà, altre volte è anche difficile per le vittime identificare l’abuso subito e cercare di denunciarlo magari con la paura di non essere creduti Il bambino abusato esprime o nasconde il disagio, non sa come tradurre in parole l’accaduto, quasi si sente colpevole, talvolta è ricattato dall’autore della violenza; spesso i medici parlano di una sintomatologia composita ed aspecifica quindi non è facile, nel caso di abusi subiti fuori dalle pareti domestiche, per i genitori capire che il bambino ha subito un abuso per questo è necessario rivolgersi a specialisti e trovare nelle strutture risposte adeguate ai bisogni. Gli abusi sono multiformi: psicologici, emotivi, fisici, sessuali, fino alla trascuratezza di cure, ed i danni sono sempre danni enormi: emotivi, cognitivi e relazionali che determinano la difficoltà e talvolta l’impossibilità di una costruzione o ricostruzione della propria identità. Nei casi di abuso sui minori si tratta di un’infanzia non solo negata, ma rubata, o di un’adolescenza spezzata o interrotta nella sua normale evoluzione e se questo percorso evolutivo viene traumaticamente interrotto, sarà più difficile diventare uomini o donne con una identità definita. E mi auguro che la Regione Lazio in cui è prevista ed operativa la Figura del Garante regionale per l’infanzia, in attesa che nasca anche, come in molti altri Paesi europei, un Garante nazionale per l’Infanzia – come proposto dal Ministero per le pari opportunità – rafforzi attraverso gli organismi previsti e vocati l’impegno e che l’impegno diventi “più militante”, per militante intendo di prima linea perché non vi è dubbio che nei casi di abuso si segna il confine tra civiltà e barbarie. La condizione dell’infanzia è sempre uno dei parametri per stabilire il grado di civiltà di una società, ed è chiaro che gli abusi segnano un netto confine – lo ripeto – tra civiltà e barbarie; e rispetto a questo confine con la stessa nettezza o si sta da una parte o si sta dall’altra.
E anche le Istituzioni devono fare la loro parte e devono in questo intrecciare i loro sforzi e le loro relazioni con le associazioni.