Percorso:

Seduta N.19.2 di Mercoledì 2 Marzo 2011 – Iniziative istituzionali e politiche di contrasto alle violenze sulle donne

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ASTORRE

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Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori la consigliera Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (Pdl). Grazie, Presidente.

Vorrei chiedere l’inserimento della discussione della mozione n. 170 presentata ieri. Mi permetto di chiedere l’inserimento in virtù di due considerazioni. Intanto perché la mozione ha raccolto in termini di sottoscrizioni una condivisione ampia di questo Consiglio ed una condivisione di carattere bipartisan. Il secondo elemento per cui mi permetto di chiederne l’inserimento è anche per l’argomento di perenne ma estrema attualità, perché oggetto della mozione è “Iniziative istituzionali e politiche di contrasto alle violenze sulle donne”.

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Mozione n. 170 del giorno 01 marzo 2011, proposta dai consiglieri: Rauti, Rodano, Fiorito, Miele G., Gatti, Cetrone, Colosimo, Battistoni, Nieri, D’Annibale, Melpignano, Bucci, Abate, Tarzia, Bernaudo, Ciocchetti, D’Aguanno, Brozzi, Montino, Galetto, Tedeschi, Berardo, D’Ambrosio, Dalia  concernente “iniziative istituzionali e politiche di contrasto alle violenze sulle donne”

Inserimento all’ordine del giorno e anticipazione

PRESIDENTE.

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Discussione generale

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (Pdl). Signor Presidente, so che mi spettano cinque minuti e mi atterrò ai tempi. Voglio ringraziare i colleghi del Consiglio per questa condivisione che testimonia un senso di responsabilità e una sensibilità rispetto a tematiche che riguardano tutti.

Velocemente vorrei condurre il Consiglio ad un ragionamento, che è il filo rosso di questa mozione, che parte da un assunto di fondo, credo innegabile, ovvero che i diritti delle donne sono diritti umani e che il loro rispetto definisce il grado di civiltà e di parità di tutte le società.

Il secondo assunto, perno di questa mozione, è che le violenze – declinato necessariamente al plurale in tutte le sue forme – rappresentano una malattia sociale o meglio, o peggio se vogliamo, come l’ha definite l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un flagello mondiale. Evidentemente, la declinazione al plurale comprende tutti i volti della violenza, violenze psicologiche, fisiche, sessuali, economiche, questo significa che le violenze hanno una parte fondamentale, centrale non solo nella vita delle donne, ma nel vivere associato.

I colleghi che non sono interessati però… Io ho solo cinque minuti e devo dire delle cose che sono state sottoscritte!

L’altro aspetto che mi preme sottolineare, e che credo sia condivisibile, è che non possiamo mai considerare la violenza come un fatto individuale, che non possiamo considerare la violenza come un fatto che riguardi le vittime, ma piuttosto dobbiamo considerare tutte le forme di violenza come una responsabilità che tutti in modo corale e condiviso dobbiamo assumerci.

La mozione prosegue con alcune considerazioni che riguardano le statistiche a nostra disposizione, le rilevazioni a nostra disposizione, naturalmente non entrerò nel loro dettaglio quantitativo.

Prosegue poi la mozione con la presa d’atto, e questo anche vorrei sottolinearlo sia pure velocemente, che la nostra Regione è stata la prima a legiferare in questo senso e che i contenuti della legge regionale di riferimento sono contenuti ancora validi e articolati, che il bilancio approvato a dicembre, sia pure in un contesto di tagli, ha inteso comunque continuare ad assumere e sostenere.

Abbiamo inserito nel corpo della mozione anche un riferimento ai consultori come strutture fondamentali per la presa in carico e l’assistenza di tutte le donne che si trovano in situazioni di criticità.

Infine, e concludo, la mozione impegna la Presidente e la sua Giunta, ma io direi evidentemente la coscienza individuale e il ruolo anche di ognuno di noi, a potenziare e a consolidare l’attività dei centri antiviolenza e la loro costituzione di rete e ancora la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e di campagne informative sul tema della violenza che siano rivolte non solo all’opinione pubblica, ma anche alle donne in termini appunto di informazione delle strutture e dei servizi che esistono sul territorio e che operano sul territorio.

Ancora, la mozione impegna a pianificare programmi di educazione di genere nelle scuole e anche in tutti i luoghi di aggregazione giovanile, non solo un’educazione di genere ma anche un’educazione al rispetto delle differenze di genere, al rispetto della persona e più complessivamente al rispetto dei diritti umani. Nonché è inserita e prevista in questo impegno che si chiede alla Giunta e alla sua Presidente una particolare attenzione a codici etici da invocare per quanto riguarda i mezzi di comunicazione, con particolare riferimento al linguaggio pubblicitario, insomma a tutte quelle formulazioni che vanno a svilire l’immagine e la identità femminile.

Inoltre e infine la mozione impegna anche a corsi di formazione dedicati al personale medico, paramedico, sociosanitario e a tutti gli operatori che prestano prima accoglienza alle vittime quando esse si recano al pronto soccorso oppure alle nostre aziende sanitarie.

Questa mozione cade in un momento particolare perché, e ritorno al principio iniziale, si tratta di una malattia sociale e quindi un allarme permanente che però conosce alcune emergenze. C’è la percezione che questo sia un momento particolare, e io credo che, anche rispetto a questo, contestualizzare sia necessario e credo anche che questo possa essere un segnale di impegno di una istituzione che non fa soltanto leggi, ma che si assume delle responsabilità dirette nel tentativo, anzi nell’impegno, di prevenire, contrastare e arginare tutte le forme di violenza. Grazie.

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