Bari, il professore aveva attaccato la leader di Fratelli d’Italia durante un incontro nell’istituto. La Meloni ha preannunciato una querela. La preside Griseta: «Canfora invitato per le sue competenze di tipo storico-analitico». Meloni: «Invece di scusarsi, Canfora afferma che definirmi neonazista per il sostegno al popolo ucraino sarebbe altra cosa rispetto a nazista»
di Giuseppe Di Bisceglie
Ha destato non poco imbarazzo l’intervento del professore Luciano Canfora al Liceo Fermi di Bari nel quale ha definito la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni «neonazista nell’animo» guadagnandosi la minaccia di querela da parte dell’ex ministro. La scuola, attraverso una nota a firma della preside Giovanna Griseta, ha voluto prendere le distanze dalle affermazioni dello studioso pronunciate durante la giornata studio in cui si è provato ad approfondire la questione del conflitto russo – ucraino.
La lettera della preside
Scrive la preside: «Il professor Canfora, infatti, era stato invitato unicamente per la sua nota competenza di tipo storico-analitico, così come gli altri relatori del Convegno nel loro specifico ambito di ricerca, i quali hanno offerto contributi di carattere geopolitico, giuridico-internazionalistico e documentaristico, così da presentare un quadro indagativo composito e multidisciplinare». «Pertanto – continua la dirigente scolastica – qualsiasi altra asserzione di ordine squisitamente politico, ideologico e personale, per di più avulsa dal contesto oggetto di studio, è esclusivamente da ricondurre alla responsabilità del docente ed è da considerarsi completamente estranea alla dimensione formativa approntata per l’occasione dalla Scuola».
La polemica contro il rettore Bronzini
Nel manifestare soddisfazione per la presa di posizione dell’istituto barese, il coordinatore pugliese di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato, primo fra tutti a prendere pubblicamente le difese della leader del suo partito, ha stigmatizzato il silenzio del rettore dell’Università di Bari «che – ha riferito il parlamentare – nulla ha detto circa le parole che un suo emerito ha indirizzato ad una donna -dandole della “mentecatta”- e di una rappresentante del popolo italiano in Parlamento, democraticamente eletta ed assolutamente lontana dal neonazismo». «Oltre al fatto – conclude Gemmato – che le dichiarazioni di Canfora su Nato e Ucraina dovrebbero essere già più che sufficienti ad imbarazzare il rettore dell’Università di Bari, Bronzini».
Meloni: «Canfora dice che neonazista è diverso da nazista»
Sulla vicenda è intervenuta nuovamente Giorgia Meloni. «Invece di scusarsi, Canfora afferma che definirmi “neonazista” per il sostegno al popolo ucraino sarebbe “altra cosa rispetto a nazista”. Oltretutto mischiando e mistificando la proposta del blocco navale. Vi sembra normale che nelle scuole si dia spazio a un tale odio politico?», scrive su Twitter la presidente di Fratelli d’Italia.
La senatrice Rauti: «Cattivo maestro»
La senatrice Isabella Rauti, vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato, accusa: «Sono gravissime ed inaccettabili le parole del professore Luciano Canfora pronunciate contro Giorgia Meloni, davanti agli studenti di un liceo scientifico di Bari. Un linguaggio violento e di odio inconcepibile in qualsiasi contesto e in modo particolare in una scuola ed in un’occasione didattica. Canfora arriva a strumentalizzare persino la tragedia della guerra scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina, per attaccare Giorgia Meloni, `rea´ di sostenere il popolo ucraino». Poi conclude: «Non è la prima volta che nei confronti di Giorgia Meloni si oltrepassa il limite concesso alla dialettica politica usando espressioni che grondano odio ed incitano all’odio; le esternazioni di Canfora – che non ha ritenuto neppure di doversi scusare – sono l’ennesimo esempio di un `cattivo maestro´ dalquale tutti coloro che credono nella democrazia dovrebbero prendere le distanze. Siamo in attesa anche della risposta del ministro Bianchi opportunamente e tempestivamente interpellato da Fratelli d’Italia sulla vicenda».
[Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it]